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1249 Parole
Il principe di Quadri sentì chiamare il suo nome, di prima mattina, da quella voce dolce e soave che da sempre era capace di portare gioia in lui – ma forse anche un lieve senso di colpa – ogni volta che la sentiva. Bastava una piccola parola, ancora meglio se udiva la sua dolce risata: la giornata sarebbe stata meravigliosa. 《Che succede, madre?》 rispose dall'altro lato della porta, nelle sue stanze. Il suono del passo della donna ticchettava al di là della parete, segno che stava salendo le scale per raggiungere la stanza del figlio. 《Ti sei sistemato a dovere?》 Chiese sempre con tono pacato una volta arrivata, aprendo leggermente la porta per far capolino dall'altra parte. Il volto perennemente adornato da uno stanco sorriso; la pelle candida, bianca come latte e le ciocche di capelli lisci che possedevano la morbidezza e il colore del cotone le donavano un aspetto etereo, che Yuki tuttavia sapeva bene povenisse più da melanconia che da qualche dono divino. 《Sai che tra poco hai un incontro importante no? La giovane principessa Yaozu del regno di Picche sarà invitata a palazzo e tu dovrai essere perfetto》 Sorrise la donna, voltandosi con l'intento di andarsene, lo strascico del suo vestito bianco che rimaneva a formare un agglomerato di tessuto vicino alla porta. 《Non che tu non lo sia già per me.》 Aggiunse ampliando il sorriso prima di chiudere la porta. Yuki Zhao amava quella donna, molto più di quanto il padre avesse mai fatto. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per vederla sorridere, avrebbe voluto renderle tutto l'amore che ella aveva dato a lui nei suoi sedici anni di vita, se gli fosse stato possibile. Fosse stato lui a decidere al posto del Fato, la madre sarebbe per sempre rimasta l'unica donna della sua vita; eppure proprio ora doveva prepararsi all'incontro con la sua anima gemella. Non era emozionato: se avesse potuto, avrebbe preferito rimandare l'amore a quando sarebbe stato più grande e istruito. Tuttavia, la cosa pareva rendere molto entusiasta la madre, che in quei giorni, trovandosi a parlare dell'argomento, aveva sfoggiato più di uno dei suoi veri sorrisi – Yuki ormai li conosceva tutti. Per lei, il giovane Principe dell'Asso di Quadri avrebbe fatto questo sforzo. Come ogni uomo o donna dal sangue reale, Yuki sapeva già che avrebbe profondamente amato la Principessa Yaozu, in quanto sua anima gemella, ma ora, se avesse dovuto essere onesto, non si sentiva ancora pronto. Il Nobile sapeva però che la profezia non aveva mai sbagliato, come gli era stato indottrinato fin dall'infanzia. Conosceva a memoria la storia dell'isola, dei Regni, della Profezia... e come tutti i giovani eredi sapeva recitare a memoria i versi di quest'ultima fin da quando era bambino. Per rassicurarsi che l'incontro con la fanciulla di cui tanto aveva sentito parlare sarebbe andato bene, recitò a mente quei versi che rammentava: "Ventiquattro sono i Regni che il sentimento guidato dal cuore unirà: a tramandare di generazione in generazione l'invisibile filo che connette due anime di sangue Reale sarà l'unica e sola regola: Fiori per Cuori e Cuori per Fiori, Quadri per Picche e Picche per Quadri, così accadrà, fino alla riunione degli Assi." Zhao non si tranquillizzò: la “Riunione degli Assi” erano proprio loro. Il Nobile dai capelli castani, impegnato nella fuga dal grande castello di Cuori, faceva di tutto per sfuggire ai suoi pensieri. Ora che si trovava da solo, però, non c'era modo di aggirare la rabbia che le frasi dette dal popolo provocavano in lui. La scura veste di straccio che indossava in quelle occasioni era anche il mezzo che gli permetteva di ascoltare il popolo senza filtri: nessuno lo riconosceva come Nobile, per cui non c'era ragione di tenere a freno la lingua. "Suo padre è davvero un buon re!" ricordava di aver sentito per strada. "Il Sovrano del Regno dell'Asso di Cuori è davvero un brav'uomo, peccato che il figlio sia così testardo e maleducato" "Mamma, quando il Re morirà dovremmo avere un uomo scontroso come Sovrano?" "Quel ragazzo è troppo aggressivo... finirà per distruggere l'unione e la pace tra i Regni." "Ma davvero uno come lui può avere un'anima gemella?" “Infatti oramai non la ho più.” si ritrovò a pensare, il cuore che gli pulsava forte nel petto. Odiava dar ragione agli altri, specialmente se si trattava di persone inculte brave solo a parlare alle spalle... tuttavia, per tutte le volte che lui stesso l'aveva pensato, quella voce tra le tante poteva avere un fondo di verità: Forse Shiroara davvero non c'era più perché uno come lui non l'avrebbe mai meritata. "Figlio mio, non puoi più uscire dal castello come facevi da piccolo. Adesso che è venuta a mancare la Principessa, la gente metterebbe volentieri una gran somma di denaro sulla tua testa..." Adirato di più ad ogni passo che percorreva, Zixin non poteva far altro che ripetersi quanto fossero false le cose che gli erano sempre state dette. “sono tutte solo e soltanto balle!” si diceva. Lui, come Principe, avrebbe dovuto essere fottutamente libero di uscire qualsiasi volta lo desiderasse. Questo era ciò che passava nella mente del giovane Ayad. Odiava soprattutto quanto ogni essere umano, Nobile e non, lo sottovalutasse. Lui però sapeva il suo valore, e si promise che il giorno in cui avrebbe messo piede sul trono lo avrebbe dimostrato a tutti. 《Zixin?》 il Principe bloccò istantaneamente la marcia e si voltò, in guardia. Non aveva ancora superato le mura del castello, possibile che lo avessero già beccato? Voltandosi, però, rilassò subito le spalle vedendo di chi si trattava. 《Oh, ciao Fede,》 si rivolse all'amico, volgendo poi lo sguardo al suo compagno: 《Nano.》 lo salutò alzando una mano. 《Non chiamarm-》 Tveit fermò subito la lingua, rendendosi conto di chi avesse davanti. 《Oh, perdonatemi. Potreste non chiamarmi in quel modo?》 Quel tipo viola faceva spesso ridere Zixin. Abitava nel regno di Quadri ma ogni volta veniva nel loro Regno per parlare con Federico, il suo migliore amico nonché, probabilmente, l'unico. 《Dove te ne vai oggi Ayad?》 《Lo sai già dove diavolo vado, idiota.》 Rispose il Principe, abbastanza spazientito dal continuo cadere dalle nuvole del suo biondo amico. 《Ah,》 realizzò Britta, portando una mano dietro la nuca ricciuta. 《Giusto, scusami. Domani è il diciassette...》 C'era un velo di pena nella sua voce, e ciò faceva spazientire ancora di più il nobile dagli occhi di fuoco. 《Domani mio padre rientra a casello, devo andare oggi.》 ammise il nobile, non curandosi della presenza di Sivert. Quando il biondo annuì, aggiunse, per concludere quella conversazione spiacevole: 《Ora Smamma, messaggero delle mie pantofole!》 L'intento era quello di sdrammatizzare, ma col tono arrogante del perennemente arrabbiato Zixin Ayad era difficile che il suo intento riuscisse. Fortunatamente, ormai il messaggero lo conosceva bene, ed era in grado di distinguere le intenzioni del Nobile. Così stette al gioco. 《Signor sì, Signore!》 Finì così la conversazione fra i due amici, entrambi i quali si allontanarono in direzioni differenti. La curiosità implacabile di Sivert lo spinse a fare domande su quanto successo, ma anche se il Principe se ne accorse, la cosa non lo infastidiva: si fidava di Britta, e sapeva che non avrebbe fatto trapelare alcuna informazione privata. Superate le mura, Ayad non percorse subito il tragitto per la sua destinazione: avrebbe dovuto prima trovare dei fiori.
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