Proseguendo il suo cammino una volta fuori dalle mura, Zixin svoltò verso il sentiero sterrato, che poco tempo dopo lo avrebbe immerso tra i cespugli del bosco. Doveva essere da molto che nessuno imboccava quel sentiero, perché i rovi si erano fatti più alti e folti di quel che il Nobile ricordava.
Tra imprecazioni e strattoni si fece strada, rimpiangendo di non aver portato nessun tipo di lama con sé. Le spine di alcuni arbusti catturarono più volte la veste del castano, che tuttavia non se ne curò poi molto: fu solo in seguito che si accorse che non solo il mantello di straccio era stato attaccato, ma anche la veste reale che portava al di sotto, che certamente non valeva poco denaro. E quello come l'avrebbe spiegato, una volta tornato indietro? Sospirò: ci avrebbe pensato più avanti. Infondo a lui quella veste non era mai piaciuta.
Camminò per svariati chilometri quasi senza sosta, fino a che non giunse al confine.
"Il regno di Fiori..." disse tra sé e sé soddisfatto. Ammirava molto quel posto. possedeva una vegetazione rigogliosa e molto diversa da quella del Regno rosso da cui proveniva.
《Sire?》 si fece udire una voce alle sue spalle.
Zixin fece finta di non aver sentito e proseguì per la propria strada, superando il confine e sperando che chiunque l'avesse chiamato lasciasse perdere la causa pensando di essersi sbagliato. Era davvero così famoso in paese? Certo i fogli di carta straccia con la sua faccia e una cifra sopra dovevano andare forti nel regno, nonostante fossero illegali.
《Suvvia, non finga di non avermi udito!》
A quel punto il futuro Re di Cuori si voltò brusco verso la voce, la sua pazienza già provata più volte durante quel viaggio di appena una o due ore. Sul suo volto si formò subito un'espressione di incredulità: 《Johan?》 chiamò perplesso.
《Quanto tempo eh, Zixin!》
Giunta la notizia dell'arrivo dei tanto attesi ospiti al Castello di Quadri, nella dimora Zhao il Principe Yuki si preparò a scendere ad accoglierli nel modo più umile e onorevole a lui possibile.
Nel salone incontrò per primi i lunghi e candidi capelli nivei della madre e le pieghe del suo morbido vestito bianco. Dall'altra parte, di fronte all'immensa porta della sala spiccava il padre in tutto il suo intimidatorio splendore: Weisheng Zhao era infatti conosciuto come “il Tiranno” per quanto fosse brutale e spietato, nei modi e nelle decisioni. L'unico aspetto che il giovane Yuki non gli condannava era la sua tolleranza e accettazione nei confronti delle poche persone dotate di una pelle più scura del comune. Il motivo di tale sopportazione risultava tuttavia ovvio solo guardando il Sovrano: anch'egli, sotto la lunga chioma di un rosso acceso, possedeva una carnagione scura, spesso anzi motivo di vanto in quanto proveniente dai suoi antenati benefattori del popolo. Anche Yuki aveva ereditato una carnagione leggermente mulatta, non troppo scura a causa di quella chiarissima della madre, della quale possedeva invece gli stessi capelli soffici e bianchissimi.
Mentre il giovane era intento a scrutare e imitare il portamento dei genitori, una donna splendida fece elegantemente il suo ingresso nel salone seguita dal marito: alti, dagli occhi vivaci e i sorrisi di cortesia che riuscivano quasi ad ingannare anche l'occhio attento di Yuki tanto parevano reali; ad entrambi i membri di quella coppia, il ragazzo non avrebbe dato più di trent'anni.
La fanciulla che per ultima fece il suo ingresso al castello fu la Principessa. Possedeva un volto dai lineamenti dolci e due ciocche di capelli scuri e morbidi le adornavano il viso, il resto dei quali era sorretto e sistemato con cura e meticolosa attenzione da una coppia di scintillanti bacchette dietro la nuca. Le ciglia voluminose seguivano la naturale curva degli occhi, leggermente allungati, e le sue iridi chiare scintillavano assieme ai ciondoli delle bacchette che portava sul capo.
Agli occhi di Yuki, abili nel catturare ogni dettaglio, la bellezza di quella giovane donna non sfuggì: pensò che la ragazza che in futuro sarebbe diventata sua moglie, fosse davvero stupenda.
《Ora che ci hai dato la notizia, cosa facciamo, Karim?》 chiese la maga con cortesia.
《Non saprei, andiamo a fare un giro?》 Rispose spontaneamente la guardia, ma subito si bloccò, pentendosi delle proprie parole:
《No! Non posso usare questo linguaggio quando sarò a castello! Devo allenarmi fin da subito! Allora; riformulo la proposta.》
si prese una pausa, inspirando profondamente.
《Io proporrei di passeggiare un po' assieme, sempre se i gentili signori si trovano in accordo con questo mio suggerimento.》 Disse, chinando poi il capo in segno di rispetto.
《Berger, così mi spaventi! Non sei tu!》 Lo avvertì Qiqiang, causando sulle guance dell'amico un lieve rossore dato dall'imbarazzo. 《Almeno con noi devi essere te stesso!》 aggiunse poi ridendo il contadino.
Mentre Karim ribatteva con qualche frase delle sue sull'atteggiamento del gentil Cavaliere, nella mente della maga Arlette girava qualcosa di alquanto insolito: la nuova strategia che aveva ideato per levarsi dai piedi un bel peso non era delle più nobili, e anche se l'idea non la aggradava poi così tanto stava comunque cercando un modo per farsi odiare da Qiqiang Lee, da anni il suo migliore amico.
Arlette Nieto sapeva benissimo che il ragazzo fosse convinto di provare qualcosa per lei. Tuttavia la giovane era a conoscenza di vari segreti, per cui sapeva benissimo che in realtà l'anima gemella del suo caro amico Qiqi non era niente meno che il futuro sovrano dell'Asso di Cuori, Zixin Ayad. Forse non avrebbe dovuto ricorrere a vie meschine per farsi odiare, magari doveva solo farli incontrare e tutto si sarebbe risolto... ma come? Al Principe di Cuori non era consentito uscire dal proprio castello, e Qiqiang non poteva certo entrare in un posto per ricchi nobili nelle sue condizioni attuali...
Doveva avere un'espressione molto concentrata dato che i suoi amici sentirono il bisogno di distoglierla dai suoi pensieri, chiedendole se si sentisse bene. Alla sua affermazione tuttavia, il moro volle altre spiegazioni, chiedendole se qualcosa la turbasse. Arlette apprezzava la preoccupazione dell'amico tanto quanto la trovava fastidiosa. Qiqiang sapeva essere insistente e, ad una persona il cui compito è tenere sigillati nel cuore e nella mente centinaia di segreti e realtà perdute, le domande non piacciono affatto. Con lo stesso sorriso che da anni la aiutava a lasciarsi alle spalle situazioni e conversazioni scomode la ragazza annuì, assecondando l'idea di una passeggiata. Per quanto tempo ancora avrebbe dovuto sopportare le attenzioni del migliore amico? E per quanto ancora sarebbe riuscita a mascherare la sensazione di fastidio attraverso quel falso sorriso? Aspettare ancora non sarebbe servito a niente: forse l'universo le stava dicendo di agire. Se Zixin Ayad non si fosse fatto vivo di sua spontanea volontà, allora sarebbe andata lei a cercarlo.
Stancamente appoggiato all'enorme tavolo adornato da incisioni e scartoffie, nello spazioso salone delle conferenze, si trovava ora il Re di Fiori, pensieroso.
“Zhaohui...” La moglie gli mancava in modo indescrivibile ogni giorno, e mai in sedici anni aveva smesso di pensare a lei. Spesso, il Sovrano si ritrovava con il capo fra le mani e una voce nella testa che gli sussurrava quanto sarebbe stato più facile farla finita, ma subito si smentiva: Se il Regno fosse rimasto senza un governante si sarebbe tramutato in caos, gravando così sulla vita della moglie Zhaohui e quella del bambino, che Hyun aveva dato tutto pur di salvare.
Suo malgrado, ogni volta che rimaneva solo il Sovrano si ritrovava a pensare a quel fatale giorno, il giorno che sedici anni prima aveva portato la rovina nella sua felice e armoniosa vita.
《Hyun!》 Si sentì chiamare dall'altra stanza, il Re. La moglie aveva un tono di voce preoccupato e spaventato.
In fretta, aprì la porta della stanza della Regina.
《Tesoro, ti senti bene?》 Chiese poi allarmato.
《Chiama un dottore! La bambina sta per nascere!》
In quel momento, quel 17 Febbraio, il nuovo Re del Due di Fiori era stata la persona più felice del mondo.
Il dottore era giunto il prima possibile e fu ammesso nelle stanze della Regina per aiutarla con il parto. Il sovrano aspettò un tempo indefinito fuori dalla porta, finché udì un pianto. La sua piccola bambina era nata.
Poco dopo la porta si aprì e ne fece uscire il dottore, che in volto portava un'espressione confusa e spaventata. Intanto il pianto della bimba continuava. Hyun Lin si affrettò a scostarlo ed entrò.
《Hyun...》 Chiamò il suo nome preoccupata la moglie.
《Il nostro bambino è maschio.》
Tutta la felicità di quel giorno sparì con quelle parole.