Justin Bieber

809 Parole
Interminabili ore di fila, «ma ne vale la pena», continuo a ripetermi nella mia testa, alzando gli occhi per osservare il cielo grigio. Ci mancava solo la pioggia... Sono qui da stamattina all'alba, accampata come una senzatetto per il concerto del mio idolo: Justin Bieber. Solo Dio sa quanto tempo ho impiegato per convincere i miei genitori e dopo un po' ce l'ho fatta. Sarà il mio primo concerto e non credo di poter essere più emozionata, se non fosse che il tempo sembra passare più lentamente del solito. Sono le 19 e manca esattamente mezz'ora all'apertura dei cancelli, mezz'ora alla corsa che determinerà la mia posizione sotto il palco e sono più agitata che mai. Speravo di riuscire a fare amicizia durante la permanenza fuori allo stadio, ma le ragazze sembrano tutte scontrose, in lite tra loro per il posto da prendere. Alzo gli occhi al cielo e rimetto le cuffiette per passare il tempo. Ore 19.32 Sto correndo. Corro il più velocemente possibile verso le transenne ma ad un certo punto sento una forte spinta alla schiena e cado a terra facendomi male all'addome. Qualche altra persona invece di fermarsi a chiedermi se avessi bisogno di aiuto, mi è passata sopra causandomi un dolore lancinante in tutta la spina dorsale, lasciandomi senza respiro. Alzo gli occhi e provo a farmi forza per rialzarmi, la il dolore mi annebbia la mente e davanti a me diventa tutto buio. Due ore dopo.. Mi risveglio e subito mi alzo di scatto per guardarmi intorno e capire dove sono. "Hey hey, resta giù, sei ancora debole." mi raggiunge una voce e noto una donna accanto a me. Do un'occhiata veloce intorno a me e capisco di essere in un'ambulanza. Improvvisamente ricordo tutto: la fila, il tempo pessimo, l'apertura dei cancelli, la corsa, la caduta e la perdita dei sensi. Guardo l'orologio e noto che sono le 21.30, il concerto doveva essere iniziato da mezz'ora; scoppio in un pianto isterico mentre realizzo che non avrei visto Justin. Mi copro il viso con le mani e mi accovaccio sul lettino dell'ambulanza continuando a singhiozzare, almeno finché... "Hey piccola." il timbro della voce è cosi familiare, cosi simile.. Ma no, non può essere.. Mi sollevo un po' giusto per vedere di chi si tratta e appena i miei occhi si posano nei suoi sento il cuore arrivarmi in gola. "Justin? Ma il concerto? " chiedo come per cercare di capire se fosse davvero la realtà. Lui sorride e indica il lettino. "Posso sedermi?" Mi chiede e io annuisco freneticamente. «Non c'era proprio nulla da domandare Justin.» Si siede accanto a me e prende una delle mie mani fra le sue. Cerco di respirare correttamente mentre fisso i suoi occhi color caramello che da vicino sono ancora più belli. "Ho saputo cosa ti è successo dallo staff e ho deciso di rimandare il concerto di un'ora, perché la salute delle mie beliebers viene prima di tutto. Sono salito sul palco per fare un discorso sul rispetto e sull'attenzione che si deve dedicare a chi ci sta accanto. Ti chiedo scusa per ciò che hai passato in queste ore." Rimango in silenzio davanti alle sue parole e non riuscendo ad aprir bocca istintivamente, lo abbraccio. Il torace e la schiena sono ancora doloranti, ma non importa quando le sue braccia mi chiudono in una stretta calda e accogliente. Ho passato giornate intere ad immaginare questo momento ed ora sono qui, fra le sue braccia. "Grazie per essere venuto qui." riesco a dirgli ora che non può scrutarmi. "Grazie a te per il sostegno." risponde stringendomi un po' più forte. "Adesso, non è il caso che ti rimetta nella fila." mi dice serio e io annuisce tristemente. "Ma nessuno ti impedisce di assistere al concerto da dietro al backstage e magari chissà forse ho anche una sorpresa per te." sorride come un bambino che star per metter in atto uno scherzetto e io non posso fare a meno di sorridere e piangere dalla gioia. Durante il concerto.. "Adesso voglio chiamare sul palco una ragazza speciale per dedicarle questa canzone.- si volta verso di me e io inizio ad agitarmi- vieni piccola." mi fa cenno con la mano e sorride. Una ballerina della crew che segue Justin nei concerti mi accompagna fino allo sgabello al centro del palco. Ci sono luci, gente che urla, che canta, guardie e infermieri ovunque eppure io vedo solo lui. Justin mi prende per mano e mi aiuta a sedermi sullo sgabello e si avvicina al mio orecchio. "Questa è per te." dice e mi lascia un bacio sulla guancia. Gli sorrido cercando di trattenere le lacrime, ma appena inizia ad intonare One Less Lonely Girl, inizio a piangere dall'emozione. Per tutta la canzone mi tiene la mano e i guarda negli occhi e non credo di aver mai provato gioia più grande.
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