2 - ADELAIDE

1496 Parole
I miei genitori si conobbero nel lontano 1989 Simon, mio papà, aveva conosciutos Manila durante una vacanza a Rio de Janeiro. All'epoca aveva venticinque anni ed era fresco di laurea al MIT. Aveva conosciuto Manila durante una festa a Copacabana, se ne era invaghito e l’aveva corteggiata. Si innamorarono e, quando era giunto il momento, papà se l'era portata dietro a Boston! Lì Simon incontrò la disapprovazione del padre verso quell’amore a parer suo acerbo e senza capo né coda. Ma i due avevano lottato tanto per stare insieme, Simon aveva convinto la famiglia di lei a farla andare via con lui pur di stare insieme. Così senza dubbi quando il padre negò alla giovane di entrare a far parte della sua famiglia, se ne andò. Non aveva bisogno dalla sua famiglia pur di stare con Manila, erano giovani e non guardarono in faccia a nulla, incuranti delle malelingue. Lui aveva iniziato a lavorare come manovale per mantenere lei, che comunque si era cercata un lavoro, e dopo un anno da quel giorno era nato anche il loro primo figlio. London era stata una sorpresa per i due, ma era stato accolto con gioia. Dopo solo una settimana dalla scoperta della gravidanza, la giovane coppia eccitata aveva iniziato a fare progetti. Simon aveva deciso quindi di prendere in mano la sua laurea al MIT* per trovare un lavoro decente e Manila aveva iniziato a cercare un lavoro da sarta, sicuramente meno faticoso della cameriera. Questo era stato solo il primo di tanti cambiamenti, avevano cercato un appartamento che potesse accogliere un figlio, abbandonando il loro monolocale ed avevano iniziato ad essere più parsimoniosi. London era nato un anno dopo il matrimonio dei due, era splendido. Un bambino con gli occhi scuri di sua madre, la pelle olivastra e i capelli biondi scuri. Era stato molto amato, anche se per breve si era potuto definire il figlio unico dei Thompson. Dopo meno di due anni infatti era venuto al mondo Chester, al contrario del fratello maggiore, era moro in tutto e per tutto, pelle olivastra, capelli scuri e occhi castani. Così simile a Manila e la coppia ne andava fiera, avevano due figli sani e belli. L'unica pecca erano le finanze che scarseggiavano. Manila con due bambini non poteva seguire tanto il lavoro, così Simon doveva faticare il doppio. Era troppo orgoglioso per tornare da suo padre che lo aveva accusato di immaturità, stessa cosa Manila. Adam Thompson l'aveva accusata di essere un profittatrice dicendo che aveva seguito Simon solo per soldi. Mai avrebbe detto al marito di tornare dal padre. Per quanto venisse da una famiglia umile, come tutte le sue sorelle aveva studiato e preso il magistrale in matematica. Anche le sue sorelle, due di loro si erano sposate con dei Luz, imprenditori nel settore alberghiero e la maggiore delle quattro anche stava studiando legge. Forse anche il più piccolo dei Sanchez, un domani sarebbe diventato qualcuno. Lei aveva scelto Simon, non se ne era mai pentita, aveva lasciato la sua casa per lui. Ma non sarebbe andata ad elemosinare Adam Thompson! Aveva il suo orgoglio. Per questo la coppia si stupì nel ritrovarsi una domenica pomeriggio i genitori di lui alla porta. Sia Manila che Simon erano reticenti a lasciarli entrare nella loro umile casa e nella loro vita, anche se i bambini riposavano era comunque un'invasione alla loro vita privata. Ma l'espressione triste di Adelaide Thompson aveva fatto desistere i due. In fondo cosa aveva ella mai fatto per meritarsi un rifiuto da parte loro? Nulla! Aveva solo taciuto senza prendere parti quando Manila era arrivata in America. Così li avevano fatti entrare in casa, la prima cosa che Adelaide aveva fatto era stata abbracciare il figlio in lacrime. La seconda era stata chiedere perdono per se e per il marito, che silenzioso si teneva in disparte. Avevano quindi pensato i giovani, che i due vecchi erano lì semplicemente per volere di Adelaide. Invece anche se in parte era dovuta a lei quella visita la ragione era ben altra. Dopo essersi accomodati e dopo aver offerto loro da bere, infatti Adam prese finalmente la parola. "Sono malato, devi tornare a casa." Disse secco il vecchio, gli occhi di ghiaccio che si rispecchiavano in quelli identici del figlio. "Questo è il motivo per cui sei qui? Non puoi obbligarmi, ho ventinove anni e sono un uomo indipendente." Lo accusò Simon. "Non essere infantile, la società ha bisogno di te!" Rispose l'altro. "Come ha fatto a meno di me negli ultimi quattro anni, può farne ancora. Dai in mano ad altri la società, vendila, mandala in fallimento..." "Vedi che sei un immaturo ancora?! Egoista! Davvero manderesti in malora la società con tutti i dipendenti per un tuo capriccio?" Urlò guardando la moglie. "Te lo avevo detto che con lui non c'è verso, non ascolta." "Non è un capriccio..." Sbottò lui scuotendo la testa. "Si che lo è! Famiglie che contano su uno stipendio fisso saranno in bilico se non torni." Disse il vecchio alzandosi. "Sfaccendato che non sei altro, hai pensato a divertirti in questi anni e il tempo per imparare sta diminuendo." "Non darmi dello sfaccendato. Io mi faccio il culo ogni giorno!" Gli urlò contro Simon intanto che Manila gli chiedeva di non urlare. "Se non avessi sposato questa qui, avresti fatto il signore!" Lo accusò ancora lui. "Adam ti prego basta con questa storia." Intervenne quindi Adelaide. "Vi chiedo scusa, anzi ti chiedo scusa per lui Manila. È orgoglioso e non ammette di aver sbagliato, sappi solo che mi sei figlia tanto quanto Simon." Disse sinceramente alla nuora, dopodiché si rivolse al figlio. "E tu? Quando mai ti ho insegnato questi modi? Urlare contro tuo padre!" Lo ammonì. "Mi ha detto che..." Sbraitò l'uomo. "Non urlarmi contro!" Disse fredda la donna alzandosi. "Non lo sto facendo io e lo stesso non farà più tuo padre, siete due adulti e non è urlando che risolverete le divergenze." Concluse. Manila a ruota si alzò dal suo posto e prese il marito per il braccio. Così che capisse che lei lo sosteneva. "Cosa volete da me? Non siete venuti qui per me, ma per la sua società!" Affermò lui stringendo i denti. "Non urlare, ti prego Simon." Lo supplicò ancora la moglie. Non voleva che i figli si svegliassero e sentissero quella discussione, erano troppo piccoli per capire e si sarebbero spaventati. "Sarei voluta venire subito." Intervenne Adelaide. "Ma ho lasciato correre, io non sono venuta perché volevo darti i tuoi spazi!" Disse al figlio. "Ti ho aspettato e non sei mai tornato da me Simon! Ovviamente non comprenderai mai quello che mi hai fatto, sei il mio unico figlio e mi hai abbandonata." Concluse omettendo di dire che egli lo aveva fatto per Manila. Quella era una questione tra lei e suo figlio, erano sempre stati insieme ed ella lo aveva sempre appoggiato in tutte le sue scelte, poi un giorno Simon aveva deciso di non fidarsi più di sua madre. Così senza alcun motivo evidente. "Hai fatto del male a tua madre." Affermò Adam. "Tu non..." Intervenne Simon. "Siete stati entramb assurdi, in nome del vostro maledetto orgoglio." Asserì la donna mettendoli a tacere. Fissò il marito negli occhi e sospirò. "Comportati bene, chiedi scusa a Manila e cerca di conoscerla, accettala come figlia. Sono passati quattro anni, quindi non è nulla di effimero come tu credevi." Gli disse portando una mano sulla fronte e tornando a sedersi. Nessuno parlò ed allora lei continuò rivolgendosi al figlio. "Tu invece? Quanto tempo ancora vuoi far passare? Credi davvero che vivremo in eterno? Se non vi perdonate adesso che potete farlo, un giorno potresti pentirtene. Non parlo di certo dei soldi o della società, indipendentemente da oggi quelli saranno tuoi un giorno. Io sto parlando di affetti che poi non torneranno più." Spiegò la donna. Non aveva mai capito perché gli uomini fossero così orgogliosi e perché non capissero che c'era un tempo per odiarsi e uno per amarsi. Il primo però doveva durare poco, l'odio rendeva la vita aspra e i cuori aridi. "Io..." sussultò Simon. "Io..." sussurrò Adam andando a sedersi. Incrociò le mani tra le gambe e tamburellando le dita sospirò per poi parlare. "Sono venuto qui perché volevo vederti." Ammise sincero. "Il mese scorso ho avuto un brutto infarto, mi è stato aggiunto un peacemaker . Non è che la società ha bisogno di te, riesco ancora a gestirla, con tempi più misurati ovvio , però ci riesco." Alzò gli occhi verso il figlio e non lasciò il suo sguardo. "Quello di cui ho bisogno in realtà era rivederti, vedere che stavi bene e..." Sussultò. Ovviamente stava bene ed era diventato un uomo. "Ci sei mancato Simon." Concluse. Il giovane uomo a quella confidenza si lasciò andare stanco sulla poltrona, Manila lo seguì e lasciò che l'abbracciasse. - Mi avevi detto cose….” Che se tornassi indietro tornerei a ripetere. Si cresce reagendo, non scappando." Si voltò verso Manila e sospirò.
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