Capitolo 3
Tripp
Sono all’inferno.
È l’unica spiegazione possibile.
Proprio quando pensavo che me ne sarei potuto andare dopo l’ultima partita di tiro con l’ascia, tornare a casa e togliermi questo maledetto costume da boscaiolo, Buzz mi ha messo i bastoni fra le ruote, perché Hollis gli ha scritto che le ragazze stavano per unirsi a noi per un po’, prima che i due gruppi si recassero alle loro rispettive prossime fermate della notte.
E quindi, sono ancora incastrato qui, a lanciare asce.
Fanculo la mia vita.
Poco tempo dopo, le porte dell’Axe to Grind si spalancano ed entrano una dozzina di donne allegre.
Ogni testa maschile nel bar si volta.
È impossibile il contrario; sembrano un piccolo esercito di Barbie rosa, l’unica che si distingue è proprio Hollis con il suo completo tutto bianco, parrucca bianca e fascia da sposa. E poi, sono chiassose. Ridono reggendosi le parrucche rosa.
Droni. Belle bamboline combina guai.
Certo, la maggior parte delle amiche di Hollis sembra normale. Da quello che ho visto le poche volte in cui le ho incontrate, non sono le solite mogli e fidanzate di atleti professionisti, visto che lei non proviene da quella cerchia. Le sue amiche sono delle gran lavoratrici, donne normali. Infermiere. Insegnanti. Una fa la barista. Un’altra la maestra di danza.
Stasera, sono tutte agghindate e truccate in completi da addio al nubilato che non capisco bene. Ma, alla fine, chi sono io per giudicare quando me ne sto qui in piedi, con in mano un’accetta, vestito come un maledetto boscaiolo?
Sembro un coglione, e mi ci sento pure.
Mentre le nuove arrivate si radunano intorno a mio fratello e ai suoi amici, io resto in disparte, ascia e Babe il Toro Blu ai miei fianchi, a guardarli ridere e parlare e flirtare.
Sollevo il polso e controllo l’ora sul mio smartwatch.
Troppo presto per filarsela. La serata è iniziata da poco, sembrerei uno stronzo ad andarmene.
Solo un altro weekend, altre due feste, e poi non dovrò più correre di qua e di là come un pazzo, per questo matrimonio.
La prossima occasione di festa sarà una cena, dopo la prova in chiesa.
Poi il giorno delle nozze.
Dopo di che dovrei essere...
Merda, il brunch per aprire i regali, il giorno dopo.
Non c’è modo di sfuggire a queste romanticherie sdolcinate del cazzo.
E guardate quei due, che si baciano davanti a tutti. Hollis ha le braccia intorno al collo di mio fratello e lui le sta palpando il sedere. Lei sembra la versione elegante di un’escort, quasi.
Di classe, ma economica.
Andiamo, nessuno può dare un’impressione di stile con una parrucca di Halloween. Sembra sia stata appena tirata fuori da una busta e indossata, da qui vedo svolazzare tanti capelli elettrici.
Le sue damigelle e amiche non se la cavano meglio nelle loro mise, e mi domando perché le donne insistano a conciarsi così per gli addii al nubilato. Provano ad attirare l’attenzione? Non funziona granché, anche se... tutti gli uomini in questo posto le stanno guardando.
Mi acciglio.
Perché non hanno affittato un bus o uno stripper, come fanno tutte? Questa cazzata di voler passare del tempo con lo sposo e i suoi testimoni non può essere normale, no?
Però, in effetti, che ne so io delle donne?
Poso l’ascia sul tavolo perché sembra che il gioco si sia fermato. Adesso che le ragazze sono qui, riecheggiano risate dalla gabbia di lancio accanto: una delle damigelle o migliori amiche o chiunque sia sta ridendo mentre prova a colpire il bersaglio.
L’ascia cade a terra in modo rumoroso, ma tutti esultano comunque.
Perché esultano?
Quell’ascia non si è nemmeno avvicinata a colpire il bersaglio! Irritato, afferro la bottiglia di birra davanti a me e bevo, ricordando subito dopo che probabilmente non è la mia.
Merda.
Ho un conato di vomito, sul serio, e la metto giù, guardandomi intorno per capire se qualcuno mi ha visto.
Nessuno mi sta prestando la minima attenzione, gli occhi e le orecchie di tutti sono su due persone, la sposa e lo sposo, e... non sono adorabili?
Mentre gli altri li guardano io rimango a osservare tutto, in disparte come al solito, sveglio e attento, due delle mie migliori qualità, oltre alla volontà e alla forza fisica. Mi piace pensare che niente mi sfugga; cinque lunghi anni sul campo da football me l’hanno assicurato.
Cinque anni a essere pagato una montagna di dollari ne sono la prova. Niente mi intimidisce.
Avverto un paio di occhi addosso, sollevo lo sguardo e trovo una del gruppetto a fissarmi. Come le altre, è vestita tutta di rosa, anche se il suo vestito è meno succinto. Parrucca rosa chiaro, vestito rosa chiaro.
Non ho idea di quale sia il suo vero aspetto, quando non è coperta da tutta quella roba. Da quel che vedo potrebbe essere Fiona, la sorella di Hollis, o la sua migliore amica Madison a squadrarmi, e non sono interessato a nessuna delle due.
Ci sono già passato con entrambe: ci hanno provato senza ritegno, e da parte mia è seguito un imbarazzante rifiuto. No, non credo sia nessuna delle due. Sanno che è meglio non sprecare il loro tempo con me.
Dev’essere una delle altre damigelle.
Le si forma un sorrisetto sul viso — forse pensa che non posso vederlo dal mio posto, a cinque metri di distanza — mentre gli occhi le scorrono sui miei pantaloni cargo e la camicia da boscaiolo. Il pupazzo dondola dalla mia tasca dalle corna.
Sono abituato alle persone che mi fissano; questa non è una novità.
Non sono un fottuto idiota; so di essere un bel ragazzo. Il problema è che non sono interessato a una donna che vuole soltanto i miei soldi. La bellezza svanisce e il conto in banca può essere svuotato. Quindi, se qualcuno mi dà la caccia solo per queste due cose, può baciarmi il culo.
Ghigno. Proprio come i miei avversari sul campo.
Se questa tipa pensa che sembro stupido, è un problema suo, non mio. Sono vestito così per mio fratello, non per le damigelle criticone. Quando finalmente si accorge che l’ho vista, distoglie lo sguardo, nascondendosi dietro lo scudo di capelli rosa.