CAPITOLO XXII. Ancora il marinaio di Solis. Quel grido era partito dal mezzo d'un gruppo di sapucaia, piante che formano sovente delle macchie colossali di cui sono ghiottissime tutte le scimmie. Alvaro che era certo di non essersi ingannato, in quattro salti si era slanciato in mezzo ai tronchi, sfondando impetuosamente dei cespi di ortensie che crescevano negli spazi lasciati dagli alberi. Aveva afferrato il fucile per la canna, onde servirsene come d'una mazza, non osando far fuoco per paura di attirare l'attenzione degli Eimuri, i quali potevano trovarsi ancora nelle vicinanze della radura. In mezzo a due alberi scorse vagamente un uomo che si dibatteva disperatamente contro un animale grosso quanto una pantera e che aveva il mantello d'un nero intenso. Senza badare al pericolo a

