«È un appuntamento.»

2668 Parole
Seokjin's POV “Hai capito tutto o c’è qualcos’altro che vuoi chiedermi?” Non avevo cambiato lavoro anche perché ormai non sarei stato in grado di fare nient’altro però erano cambiate le mie regole. Mi trovavo nel mio ufficio, seduto sulla mia sedia costosa e stavo facendo l’ennesimo colloquio di lavoro ad una nuova recluta. Era giovane, aveva 20 anni, si era appena trasferito a Busan con la sua famiglia solo che voleva fare soldi, tanti soldi e il più velocemente possibile per tornarsene a Seoul il prima possibile. Dopotutto lo capivo, era difficile lasciare tutti gli agi della capitale per trasferirsi al sud del paese. “Quindi andrò più volte con gli stessi clienti, giusto?” “Se loro chiedono di te più volte, si.” “Si però-“ Si stoppò e gesticolò come per farmi capire cosa volesse dirmi solo che io non compresi. “Non sono ancora in grado di leggere nella mente, Yeonjun.” “Ti è mai capitato che una recluta si innamorasse di un cliente? O un cliente di una recluta?” Ebbi un déjà-vu improvviso e rividi Taehyung entrare da quella porta ormai quasi quattro anni fa, sedersi e chiedermi l’Esclusiva con Jungkook. A volte pensavo che forse non avrei dovuto concedergliela e avrei risparmiato ad entrambi un sacco di dolore e problemi ma poi li guardavo ora, vedevo quanto erano affiatati e mi rendevo conto che farli incontrare forse era stata la prima cosa buona che avevo fatto in questa vita. “Si, è capitato. Solitamente preferisco quando non succede ma se succede ci sono varie opzioni a cui attingere. Mi basta che recluta e cliente siano entrambi d’accordo, vi presentate qua da me e scegliamo insieme la via migliore per tutti.” “Quindi non è vietato innamorarsi di un cliente?” “No, non è più vietato.” Mi guardò confuso e si grattò la testa, spostandosi i capelli. “Sono protetto, vero?” “Ti prometto sul mio nome e sulla mia vita che mi prenderò cura di te come se fossi mio figlio o un mio fratello minore. Sarai protetto e al sicuro, sempre.” Ormai quella frase era diventata quasi d’obbligo ed era stato Hoseok ad aiutarmi a modificare alcuni miei atteggiamenti nei confronti delle nuove reclute per tranquillizzarle e renderle più sicure. Lui da ex poliziotto sapeva decisamente come lavorare sulla psicologia delle persone. “Dove posso firmare?” Sorrisi ed estrassi i fogli da compilare dal cassetto della mia scrivania. Mezz’ora dopo gli stavo stringendo la mano e lo stavo accompagnando alla porta, ringraziandolo e avvisandolo che avrei creato il suo profilo personale su Kilin e che gli avrei scritto appena fosse stato tutto in regola. Tornai a sedermi e accesi il computer, cercando di occupare il tempo aprendo alcune mail, dando altri appuntamenti ad altre future reclute, rispondendo ad alcuni clienti un po’ insistenti. Poi vidi una mail da parte di Taehyung e aprii immediatamente il link che mi aveva mandato. Era un articolo che spiegava quali pianeti sarebbero stati a favore di chi come me e lui era nato a dicembre, facendo una ricerca approfondita anche sui segni dello zodiaco, delle pietre porta fortuna e svariati altri riferimenti. Recuperai il telefono e gli mandai immediatamente un messaggio appena ebbi finito di leggerlo. [SJ]: Quanto sei annoiato da 1 a 10 per leggerti articoli del genere? [TH]: Hyung, ammetti che ti è piaciuto leggerlo e che ti ho intrattenuto ;D Risi e appoggiai la schiena alla sedia. Mi piaceva il fatto che ci eravamo avvicinati talmente tanto che lui pensava subito a me quando si annoiava in ufficio, mi scriveva, mi mandava link via mail, a volte mi chiamava. Per anni l’avevo visto come un semplice cliente a cui spillare soldi e invece ora era uno dei miei migliori amici. Inevitabilmente il mio pensiero volò a Namjoon e senza volerlo veramente mi ritrovai ad aprire il suo profilo i********:. Aveva pubblicato una nuova foto, un selca con quello che era il suo attuale ragazzo e dovevo ammettere che sembrava felice. Stavo per aprire la foto per leggere i commenti e come se il destino volesse giocare con me e con i miei sentimenti, mi arrivò un messaggio da parte di Hoseok e io toccai quella nuova notifica. Risposi al suo messaggio e poi tornai sulla schermata di i********: ma qualcosa nel profondo del mio cuore mi disse di cercare proprio il profilo di colui che mi aveva scritto pochi secondi prima, evitandomi un bel po’ di delusioni e brutti pensieri. Scorsi il dito tra le sue vecchie foto, parecchi erano i selca con Taehyung ma neanche uno con qualche ragazza in particolare. A volte mi chiedevo come doveva sentirsi ad essere l’unico etero nel nostro gruppo stretto di amici e soprattutto non riuscivo a capire come certi nostri discorsi non lo infastidissero. Poi notai anche un’altra cosa: era passato troppo tempo dall’ultima foto che ritraeva un viaggio che aveva fatto. Mi si parò nella mente una malsana idea e senza pensarci troppo lo chiamai. “Hyung?” Rispose al secondo squillo. “Ho una proposta per te.” Dissi senza giri di parole. “Dimmi pure.” “Ti va di andare in vacanza da qualche parte insieme?” Ci furono un paio di secondi di silenzio in cui io lentamente realizzai cosa avevo appena detto ad alta voce e cominciò a salirmi il panico. “I-insieme? Io e te?” “Si. Cioè no. Quello che intendevo dire era tutti insieme. Io, te, Taehyung, Jungkook e Yoongi.” Risi in modo un po’ nervoso. “Ho dimenticato una parola ma pensavo tu avessi capito.” “Mh hyung, e dove vorresti andare?” “Tu dove vorresti andare?” “L’idea è stata tua quindi penso che tu abbia giù un’idea, hyung.” “Possiamo andare dove vuoi-volete.” Mi affrettai a correggermi. Quella situazione era imbarazzante, non sapevo neanche io cosa stesse succedendo, mi stavo confondendo da solo. “Che ne dici di parlarne a voce?” Aggiunsi quando rimase in silenzio. “Va bene, stasera?” “E’ un appuntamento.” “C-cosa?” “Nel senso che me lo appunto per ricordarmene.” “O-okay, oggi sei strano, Jin-hyung.” “Sono sempre strano, Hoseok. Ora torno al lavoro. A più tardi?” “A più tardi, certo.” Riagganciai e presi un respiro profondo. Mi stava aiutando molto ultimamente, c’era sempre per me, mi ascoltava e mi consigliava come se fosse lui il maggiore dei due e io cominciavo ad essere fin troppo grato della sua presenza nella mia vita. Quando ero con lui mi dimenticavo completamente di quanto mi mancasse Namjoon ed ero stato talmente tanto innamorato di lui e per talmente tanto tempo che riuscire effettivamente a levarmelo dalla testa anche solo per un paio di ore al giorno, mi rendeva il cuore un po’ più leggero e il merito era tutto di Hoseok. Presi definitivamente coraggio e aprii nuovamente i********: andando nelle impostazioni dell’account che usavo per guardare gli aggiornamenti di Namjoon e semplicemente lo disattivai. Da qualche parte dovevo pur ricominciare. Jungkook's POV “E se prendessimo un compagno di giochi a Yeontan? Così non se ne deve stare da solo per così tante ore.” Dissi a Taehyung mentre intrappolavo tra le mie labbra i suoi orecchini e tiravo piano. “Ci distruggerebbero la casa in due.” Rispose lui, chiudendo gli occhi. “Come posso fare per convincerti?” Continuai, cominciando a baciargli il collo e sbottonandogli il colletto della camicia per scendere un po’ di più. Lui mi prese in braccio e mi fece sedere sulla scrivania del suo ufficio. “Spogliati.” “Avevi detto basta amoreggiare sul posto di lavoro.” “E allora dovresti smetterla di sedurmi così, lo sai che non ti resisto.” Con un movimento repentino mi sfilai la maglia e mi slacciai la cintura dei pantaloni, facendo cadere il tutto per terra senza spostare gli occhi da lui. Lui sorrise e si avventò su di me, baciandomi forte e spingendo immediatamente con la sua lingua alla ricerca della mia mentre le sue mani esperte volavano a togliermi definitivamente il resto sia dei miei che dei suoi indumenti. “Oppure potremmo adottare un bambino invece che un altro cucciolo.” Sussurrai nel bacio. “Sei impazzito?” Mi chiese serio, allontanandosi leggermente. “O una bambina. Si una femmina, sennò siamo sempre e solo maschi e-“ “Jungkook.” “Si?” “Taci ora.” E senza lasciarmi la possibilità di aggiungere altro si spinse dentro di me, riempiendomi completamente. Io mi aggrappai forte e lui e gli cinsi la vita con le gambe per alzare leggermente il bacino e facilitargli il movimento. Già le prime stoccate arrivarono esattamente nel punto giusto e dopo pochi minuti io non riuscivo più a trattenere i gemiti e i sospiri. Le sue labbra furono di nuovo sulle mie e baciarlo mi aiutò ad essere meno rumoroso ma quando scese a leccarmi la spalla e con la mano cominciò a stimolare la mia erezione, mi sentii in estasi “T-tae rallenta-“ “Davvero?” “V-voglio che duri di più, t-ti prego-“ Mi baciò la guancia e lasciò andare la mia intimità, appoggiando entrambe le mani sulla scrivania, ai lati delle mie cosce. Rallentò il ritmo e l’intensità delle stoccate che rimasero comunque ritmate. La sua fronte si scontrò con la mia e mi chiese di ansimare senza trattenermi perché voleva sentirmi. Il suo respiro caldo si mischiava al mio e avrei voluto che continuasse per ore. A volte ci provavamo, a spingerci a vicenda fino al limite per poi diminuire o fermarci, riprendere fiato e ricominciare, facendo in modo che nessuno dei due arrivasse all’apice. E ci piaceva da impazzire andare avanti ore, provando di tutto e in qualsiasi posizione e quando entrambi non ce la facevamo più, l’orgasmo era forse più soddisfacente e sensazionale del solito. Il problema del farlo in ufficio? Capitava solo durante le pause e di conseguenza il tempo era sempre limitato. “Guk-“ “Dimmi.” “Ti amo.” “Anche io, Tae. Da impazzire.” Gli diedi il permesso di aumentare il ritmo e non ci volle molto di cominciare a sentire l’ormai familiare sensazione scendermi dalla testa. Mi riversai tra le sue dita mentre lui mi riempiva col suo seme caldo e proprio mentre lo abbracciavo, cercando di riprendere fiato, sentii il mio telefono squillare. In un primo momento decisi di lasciare perdere ma alla terza chiamata consecutiva cominciai a pensare che potesse essere qualcosa di importante e lasciai un rapido bacio a stampo a Taehyung prima di scendere dalla scrivania e recuperare il telefono, notando come fosse Jimin a cercarmi con insistenza. Jimin's POV Quella mattina ero rimasto solo a casa e avevo avuto la possibilità di pensare fin troppo. In un moto di sicurezza avevo prenotato il biglietto del treno di ritorno a Busan e come prima cosa voleva raccontare a Jungkook cosa mi passava per la testa e quali fossero le novità. Guardai l’ora e sapevo che solitamente a metà pomeriggio faceva una pausa perciò non ci pensai due volte e lo chiamai. Finalmente dopo tre tentativi rispose e io lo sentii subito strano. “Chim!” “Ehi Gukkie, ti disturbo?” “No no, ehm, no cioè e-ero un po’ impegnato.” “Stavi correndo?” “Cosa? Perché?” “Perché hai il fiatone.” “Dammi due minuti e sono subito da te.” Sentii un rumore e immaginai avesse appoggiato il telefono da qualche parte ma poi sentii anche il riconoscibilissimo suono della cerniera dei pantaloni che viene chiusa e uno schiocco, decisamente un bacio. A quel punto compresi immediatamente in che cosa fosse impegnato il mio migliore amico ed ecco perché non aveva risposto subito alle mie chiamate. “Eccomi.” Mi disse dopo un paio di minuti. “Se stavi scopando potevi dirmelo e ti richiamavo più tardi.” Dissi con tono scherzoso. “Oh no tranquillo, avevamo finito.” Scoppiai a ridere e poi lui mi chiese come stavo, come andava l’università, quanti esami mi mancavano. Chiacchierammo del più e del meno e io mi chiesi come mai fossi così agitato. Avrei solo dovuto dirgli che tornavo a casa, non c’era niente di male e soprattutto era una cosa normalissima eppure il cuore non la smetteva di battere forte contro la mia cassa toracica. “E Jongin?” Sapevo sarebbe arrivata quella fatidica domanda. “Guk…Credo di aver fatto una minchiata.” “Ne hai fatte tante in vita tua, amico mio.” Rimasi in silenzio e sospirai. “Oh no, no no Chim. Non mi rispondi a tono? Cazzo allora è grave. Cos’è successo?” “Potrei o non potrei aver telefonato a Yoongi l’altro giorno.” “Okay…E-?” “E gli ho rinfacciato il fatto di avermi baciato il giorno della tua festa di compleanno.” “Jimin.” Eccolo li il suo tono autoritario. Stava per arrivarmi una bella ramanzina. “Si?” “Sono passati mesi.” “Lo so.” “Non ha senso che tu l’abbia chiamato ora.” “Lo so.” “Quindi perché l’hai chiamato ora?” “Questo non lo so.” Mi alzai in piedi e cominciai a camminare per la stanza, spostandomi dalla cucina al soggiorno a camera mia e poi mi affacciai alla finestra che dava sulla strada col timore che Jongin potesse tornare da un momento all’altro. “Tu e Jongin state ancora insieme?” “Si.” “Si, ma?” Quel ragazzo mi conosceva fin troppo bene, era come se ragionassimo con un unico cervello. “Ma non lo amo, Jungkook. Non sono più innamorato di lui da mesi ormai.” “Da mesi o da quando Yoongi-hyung ti ha baciato, risvegliando i sentimenti repressi che provi per lui?” A quella domanda non seppi cosa rispondere e semplicemente rimasi in silenzio. Mi sedetti sul letto e mi passai una mano tra i capelli frustrato da tutta quella sensazione. Non avrei voluto ammetterlo ad alta voce, non avevo ancora la forza di lasciarmi andare sui miei sentimenti però ciò che aveva appena finito di dire il mio migliore amico era la pura e semplice verità. “Torno a Busan questo weekend. Ho già avvisato Hoseokie-hyung e viene lui a prendermi in stazione.” “Finalmente, Jimin. Cominciavi a mancarmi davvero molto. E così possiamo parlarne a voce, lo sai che ti ascolterò anche per tutta la notte se necessario.” “Grazie, Gukkie. Non so come farei senza di te.” “Però…sabato sera io, Taehyung, Hoseok-hyung e Jin-hyung ci siamo già organizzati per uscire. Cioè andiamo semplicemente all’inaugurazione di un nuovo locale e se vuoi puoi venire con noi.” “Verrà anche Yoongi, vero?” La risposta ovviamente fu affermativa e io gli dissi che ci avrei pensato ma che in ogni caso sarei arrivato il venerdì nella tarda mattina e sarei ripartito la domenica sera quindi anche se avessi deciso di non uscire con loro, avremmo avuto tutto il tempo necessario per confrontarci e per farmi aiutare a trovare una soluzione. “Forse potrebbe farti bene passare del tempo con lui ma non solo con lui dal momento che ci saremo tutti.” “Ci penso, Gukkie davvero. Non vedo l’ora di abbracciarti.” “Anche io, Chim.” Riattaccammo dopo appena un paio di altre frasi perché lui mi aveva avvisato che la sua pausa era finita e doveva tornare al lavoro e in ogni caso io avevo visto Jongin attraversare la strada quindi tempo un paio di minuti e sarebbe rientrato. Mi fiondai sulla scrivania di camera mia, socchiusi la porta e finsi di studiare per non essere disturbato mentre nella mia testa continuava a lampeggiare l’informazione che sabato avrei rivisto Yoongi perché anche se non l’avevo detto a Jungkook, ovviamente avrei partecipato con gioia a quella serata tra amici.
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