Capitolo 1

395 Parole
Capitolo 1 Domenica 11 settembre 2005, mattina Cremona, sponda del Po Due piccole mani. In una, una corda vecchia, secca e scura. Nell’altra un lungo bastone, o così appare in confronto alle manine del bimbo. Il cicciottello si mette a correre verso la mamma e il papà, e Camilla, uno spinone buono come il pane. “Guardate cosa ho trovato!” urla il bambino in preda all’eccitazione. “Posso portarli a casa?”. Annusa il suo tesoro, ci pensa un po’ su. “Li lavo io col sapone. Vi preeego!”. Il papà è un medico, e l’espressione del suo viso si fa allarmata. Prende il bastone e se lo porta anche lui al naso, quindi l’osserva attentamente con occhio esperto: ora è consapevole di cosa ha davanti. “Tesoro, non possiamo tenerlo” dice l’uomo al suo bambino. “Lo voglio! È mio, l’ho trovato io!” protesta a gran voce lui. “Lo so, ma non puoi tenerlo lo stesso” replica il padre. “Perché? Perché?”. L’uomo si rivolge ora alla donna: “È un osso...”. e sottovoce aggiunge: “un femore umano”. “Sei sicuro?”. “Non sono un anatomista, ma questo è un femore. Dal colore e da com’è ridotto devono essere passati almeno sei o sette anni da quando si è staccato dal resto del corpo” dichiara l’uomo. Detto questo, abbassa ancora di più la voce: “E dev’essere di un uomo piuttosto alto”. “E quell’altra cosa?”. Impaurita, la donna guarda in direzione di ciò che pende ancora dalle piccole mani di suo figlio. “Sembrerebbe una corda. vieni Michele, fammela vedere”. “No! Tu non me la ridai più!”. Il bimbo scappa. Il papà lo rincorre, lo raggiunge e lo prende in braccio, ma con difficoltà poichè il corpicino si divincola come può sotto la stretta paterna. Una volta calmatosi grazie al tono affettuoso ma deciso del padre, questi gli fa: “Dove hai preso queste due cose?”. “Te lo dico solo se me le fai riportare a casa!” grida e scalcia il bambino. “Non so se potrai farlo, sai? Però, potremo andare insieme dalla polizia a portare le cose che hai trovato”. “Perché dobbiamo darle alla polizia?”. “Perché tanto tempo fa appartenevano a qualcuno che le ha perse e ora noi dobbiamo restituirgliele. I poliziotti lo chiameranno al telefono, così questo signore andrà a riprendersele, o...”. si blocca e osserva la moglie. “ci andrà un amico o un parente”. “Erano là”. Il bambino indica un punto lungo la sponda del Po dove si sono depositati detriti, rami e sterpaglie in abbondanza, che la corrente del fiume ha trasportato nel corso degli anni. Raggiunta la zona indicatagli dal figlio, l’uomo si piega sulle ginocchia e comincia a rovistare in mezzo all’ammasso di arbusti, in gran parte secchi, a testimoniare l’accumulo avvenuto in tempi non recenti. Ma non trova nient’altro.
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