11: Il piano

974 Parole
Arriviamo alla Spiaggia e, come già immaginavamo, sono tutti a conoscenza della nostra performance all'ultimo game a cui abbiamo partecipato io e Karube. Il Cappellaio ci da la sua benedizione e ci avverte che se rompiamo le regole un'altra volta, non ci saranno più agevolamenti. E' sera tardi ormai e io e lui ci ritroviamo nella mia camera, seduti sul mio letto. "Sei stata davvero grandiosa, sai che saremmo morti senza di te vero?" Mi chiede Karube sbalordito. "Grazie, ma non è a causa mia, è come se una voce mi aiutasse nei momenti di difficoltà, lo so sembro pazza." Faccio una piccola risata. "Assolutamente no!" Si affretta lui a dire. "Non sei pazza, sei pazzesca!" E' così preso dall'agitazione che senza pensarci mi prende il viso tra le mani e si avvicina quasi un po' troppo a me. "Karube..." Glielo faccio notare e lui si distacca. "Scusa." Mi dice lui abbassando lo sguardo. Non faccio in tempo a dire nulla che qualcuno ci interrompe. "Ehi tu, il capo ti vuole vedere, e non parlo di quell'idiota del Cappellaio, ma del vero capo, Aguni." Afferma quello sfacciato di Niragi, irrompendo nella mia stanza.  "Cosa vuole?" Gli chiede Karube, mostrando di non avere paura di lui. Niragi accenna un sorriso. "Vuole parlarti, forza! Vieni con me!" Karube si alza dal letto e lo asseconda. Prima di andarsene, Niragi si volta verso di me e il suo sguardo mi intimidisce. "A dopo bambolina." Mi saluta lui per poi schioccarmi un bacio a distanza. A dopo? Ma cosa vorrebbe dire? Penso al gesto di Niragi e a quanto mi irriti la sua presenza, oltre al fatto che vorrei sempre tirargli un pugno in faccia ma evito, data la sua violenza e il suo carattere da psicopatico. Chissà cosa vorranno da Karube, spero non gli succederà nulla di brutto. E' notte, mi giro e rigiro nel letto, non riesco a prendere sonno. Non so spiegarmi come sia riuscita a sopravvivere ad un game solo con l'intuizione... Vorrei capire il motivo di tutto ciò ma non lo trovo. Niente, non riesco a dormire, così decido di alzarmi dal letto e scendere giù a prendere un po' d'aria. Mentre esco dall'edificio, mi accorgo che non sono l'unica sveglia a quest'ora della notte. Infatti, in quest'atrio illuminato solo dalla luce della luna, posso scorgere una figura un po' sinistra, così, da brava amante dell' horror, la seguo. Si muove abbastanza furtivamente ma gli sto dietro senza farmi sentire. Si immette in un corridoio buio e dopodiché si intrufola in una stanza senza porta. Continuo a seguire quel tizio, ma appena entro nella camera, lo perdo di vista. Davanti a me c'è una porta grigia, piena di serrature, penso che la persona misteriosa si sia infilata lì dentro. "Ciao Misaki."  Io inizio ad urlare e questa persona mi tappa la bocca immediatamente. Quest'ultimo si toglie via il cappuccio che aveva sulla testa e si mostra a me. "Chishiya?" Sono confusa, lui mi lascia parlare e io non so proprio cosa pensare. "Che ci fai qui? A quest'ora?" "Potrei farti la stessa domanda." Risponde lui con il suo solito tono saccente. "Io volevo solo far finta di trovarmi in un film horror." Mi giustifico io. "E se ti fossi imbattuta in un mostro?" Mi chiede lui. "Tu non sei un mostro." Ribatto io. "E chi te lo dice?" Mi risponde lui. Io esito un po' prima di parlare. "No, non è vero, sei troppo gentile per esserlo."  "Magari non sono così gentile." Mi intima lui, ma io non gli credo. "Allora mi dici cosa ci fai qui?" Gli chiedo io facendo finta di essere un po' spazientita ma in realtà sono solo molto curiosa. Lui si avvicina a me.  "Lo sai mantenere un segreto?" Mi chiede lui. Io annuisco senza riuscire a trattenere un sorriso. Lui apre la stanza grigia con varie chiavi ed infine entriamo dentro la stanza. Questa è buia e non appena Chishiya accende la luce, compaiono vari monitor e documenti sparsi sulle scrivanie. "La videosorveglianza." Mi annuncia lui. "Wow, non ci trovo niente di sorprendente." Sbuffo io all'idea iniziale di scoprire qualche oscura verità. "Beh, questa è la stanza perfetta per osservare, indagare e nascondersi." Mi dice lui scaturendo di nuovo l'interesse in me. "Per esempio, so che il tuo amico Karube è stato adocchiato dai lottatori." Mi dice lui. "Come fai a saperlo? E come fai ad aver scoperto il suo nome?" Gli chiedo esterrefatta. Lui sorride. "Quando ti chiedi se una cosa la so già o meno, te lo dico in partenza, la so e basta." Mi spiega lui.  Mi accontento di ciò che mi dice, anche perché non saprei come contestare un tipo come lui. "Quindi... Cosa ne sai di Aguni che ha chiamato Karube?" Gli chiedo io. "So che sono interessati a lui e che vorrebbero che facesse parte dei lottatori." Mi spiega Chishiya. "Oh, beh forse non è una brutta idea." Commento io. Chishiya si siede su una poltroncina e io mi chiedo come mai lui mi stia aiutando o comunque perché stia divulgando così facilmente queste informazioni con me. "Cosa vuoi?" Gli chiedo io. Lui sorride di nuovo. "Finalmente hai capito." Mi dice lui. "Ho capito cosa?" Gli chiedo nuovamente. Dovevo immaginare che ci fosse qualcosa sotto. "Hai capito che ho bisogno di te." Afferma lui alzandosi dalla sedia. "Io non so come potrei esserti utile." Rispondo io esitando un po'. "Sei speciale, non ti hanno uccisa nonostante tu te ne sia andata dalla Spiaggia e inoltre sei la figlia del Cappellaio. Sei perfetta per il mio piano." Mi dice lui. "Quale piano?" Gli chiedo io. "Un piano per risolvere il più grande tra questi game, tornare a casa." Afferma lui. Io non ne ho idea di come lui voglia riuscirci, ma ci sto. Annuisco. "Sono dentro." Lui mi guarda intensamente. "Benvenuta allora." 
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