Sono in macchina, sento ancora dei residui di alcol nel corpo ma questo non compromette la mia guida, anche perché non c'è nessuno nei paraggi.
Vado avanti finché un suono attira la mia attenzione.
"Aiuto! Aiuto!" Sento la voce di un ragazzo urlare.
Mi fermo immediatamente con la macchina e scendo da questa.
"Dove sei?" Chiedo io mentre mi intrufolo tra vari cespugli per trovarlo.
"Sono qui ti prego aiutami, fa troppo male!"
Seguo quella voce e finalmente lo vedo.
Una striscia di sangue segna il percorso del povero ragazzo ferito al fianco.
"Aspetta ma io ti conosco..." Gli dico osservandolo bene.
Lui attraverso il suo dolore inizia a guardarmi.
"Sei il ragazzo che ha partecipato con me al game!" Esclamo io. "Quello che conosceva il mio nome."
"Si Misaki ora ti prego mi dai una mano?" Mi chiede lui.
Annuisco e cerco di alzarlo.
É un ragazzo molto alto e magro, i suoi capelli sono corti e di un biondo scuro.
Gli faccio mettere un braccio sulla mia spalla e insieme raggiungiamo la macchina.
"Grazie." Mi dice lui dopo che si sdraia nei sedili posteriori.
"Ascolta forse non é il momento giusto, ma mi puoi dire come mai mi conosci? E chi sei?" Gli chiedo io mentre metto in moto l'auto.
"Beh io so chi sei perché ero innamorato di te." Mormora lui tra un verso di sofferenza ed un altro.
"Oh, ma venivi nella mia scuola?" Gli chiedo io molto sorpresa.
"Non ti ricordi proprio eh? Venivi sempre nel bar dove lavoravo il venerdì sera, ma ci siamo parlati solo una volta." Mi spiega lui.
"Ma si ora ricordo! Sei Karube! Scusa ma con tutto quel sangue non ti avevo riconosciuto e poi al game ero presa con alcuni animali che hanno tentato di uccidermi, quindi..." Rispondo io.
"Ah si a proposito come va la gamba?" Mi chiede lui.
"Sai che mi sono ferita alla gamba?"
"Si, ehm avevi un pezzo della mia camicia come fascia per tappare la ferita..." Ammette lui.
Io sorrido tra me e me.
"Davvero? Pensavo fosse stato qualcun' altro, grazie davvero, comunque va meglio." Lo ringrazio e continuo a guidare.
"Bene sono felice, ma dove stiamo andando?" Mi chiede lui.
"Beh all'ospedale." Affermo io.
._._._._._._.
Come già immaginavo, l'ospedale é vuoto ed é notte fonda e l'elettricità non va.
Fortunatamente in macchina avevo una torcia, così la uso.
Con difficoltà arriviamo all'edificio.
Lui é ancora più sofferente di prima. Ho paura per la sua vita.
Lo poso su un letto.
Gli tolgo la maglia e c'é un taglio molto evidente sul fianco destro, sembra una lama ciò che lo ha ferito.
Non é profondissima, la disinfetto e la bendo.
Lui si é addormentato mentre gli levavo del sangue dal corpo con uno straccio bagnato.
Spero andrà meglio.
Mi siedo accanto a lui, vorrei dormire ma non posso lasciarlo da solo e oltretutto mi vergogno a sdraiarmi nel suo stesso letto.
Ma all' improvviso la sua mano si posa sulla mia coscia nuda.
"Vuoi coricarti?" Mi chiede lui.
Anche se un po' in imbarazzo annuisco e così faccio.
Mi sdraio vicino a lui e cerco di calmarmi un attimo.
"Ehi, posso raccontarti una cosa?" Mi chiede sempre lui con una voce stanca dal dolore.
"Certo." Rispondo io, mi piace la sua compagnia.
"Non sarei dovuto essere di turno al bar venerdì sera, ma un giorno dovevo sostituire un mio collega e poi ti ho vista." Riprende fiato. "E da quel momento mi sono fatto spostare il turno, insomma non sapevo di certo che saresti venuta tutti i venerdì sera, ma ci speravo e infatti lo facevi..."
"Si beh purtroppo io non bevo ma il mio ragazzo sì e molto, quindi lo accompagnavo." Rispondo io con una risatina un po' soffocata.
"Si forse é per questo che ci siamo parlati solo una volta." Contesta lui.
"Ma quando?"
"Ehm, avevo chiuso il bar, pioveva e il tuo ragazzo ti aveva lasciata da sola così ti avevo chiesto se avessi avuto bisogno di un passaggio, tu stavi piangendo ricordo... E non l'hai voluto, da quel momento non ti ho più vista. Fino al game." Dice lui con un tono triste.
Inizio a ricordarmi quella sera.
"Mi aveva chiesto di guidare perché lui era troppo sbronzo, ma non avevo ancora la patente, la avrei presa da lì a poco e non potevo rischiare! Così lui si é arrabbiato con me e se ne é andato via da solo..." Racconto io mentre una lacrima mi riga il viso.
Lui si gira verso di me e mi asciuga la guancia.
"Mi dispiace..." Sussurra lui.
Io mi riprendo e mi distacco un po'.
"Parliamo d'altro?" Gli chiedo. "Dove ti sei procurato la ferita? E perché eri in un bosco al lato della strada da solo?"
Adesso é lui quello che si distacca.
"Scusa ma preferisco non parlarne." Me lo dice con un tono tanto serio che ho paura a chiedergli ancora qualcosa.
"Si scusa." Mi ammutolisco e mi faccio piccina al bordo del letto.
"Misaki... " Inizia lui.
"Dimmi."
"Non ti ho detto una cosa... So dove si trova Eisaku."
Non credo alle sue parole, il mio cuore inizia a battere a mille.
"Cosa! Ti prego non mentirmi!" Esclamo io guardandolo con degli occhi impregnati di speranza.
"Io, non ti capisco." Sbotta lui per poi guardare il soffitto.
"Karube ora me lo devi dire." Dico esitando un po'.
"Ma perché sei così ossessionata da lui? Ti tratta di merda! Ti tradiva pure!" Grida lui guardandomi con rabbia.
Per un attimo rimaniamo tutti e due in silenzio con il fiato sospeso.
"Lo so." Mi alzo dal letto. "Lui é uno stronzo e tu non sei da meno." Me ne vado via dalla camera d'ospedale mentre Karube mi
richiama ma non lo ascolto.
Come ha potuto? Lo so che era innamorato di me ma questo é troppo.
Purtroppo non sono una ragazza cattiva e anche se vorrei andarmene, ritorno dentro l'edificio.
Eisaku é qui, nel nuovo mondo e io voglio vederlo! Voglio che lui sappia che lo amo!
O forse voglio esserne certa io di amarlo...
Scaccio via i miei pensieri e arrivo in camera di Karube.
Quando lo vedo a terra mi sale il panico.
"Karube!" Mi avvento su di lui.
Ma come é successo? Ha perso i sensi e sembra che abbia ricevuto un colpo alla testa.
All'improvviso mi si accende una lampadina, ma ormai é troppo tardi.
"Ciao bambolina." Sento la voce di Niragi dietro di me, ma non faccio in tempo a girarmi che mi viene dato un colpo nella nuca e cado addormentata.