15: Ti odio

943 Parole
Una luce fastidiosa tormenta il mio sonno e pur non volendo, mi sveglio in pochi secondi. Appena apro gli occhi, noto che c'è qualcosa che non va... Infatti sono sdraiata sul petto di Niragi e lui è senza camicia! Sta dormendo, ma perché mi devo sempre cacciare in queste situazioni? All'improvviso mi ricordo di ciò che è successo ieri e un'atmosfera di tristezza si impossessa di me. Niragi mugugna qualcosa, allora cerco di restare ferma per non svegliarlo. Non che la cosa mi dispiaccia, visto che il suo corpo è caldo e mi fa sentire protetta il modo in cui mi avvolge. Poso una mano sul suo torace, cerco di essere delicata per non disturbarlo, e inizio a creare dei piccoli cerchi con l'indice. La mia testa è sulla sua spalla e la mia gamba, prima che la spostassi, si trovava sopra la sua. Niragi fa qualche verso strano e senza volerlo mi metto a ridere.  "Cosa ti fa ridere?" Mi chiede lui con una voce rauca. "Niente scusa!" Esclamo io, per poi staccarmi completamente da lui. "Allora levati dal cazzo." Sbotta lui con prepotenza, dandomi la schiena. Che stupida che sono stata, io che credevo che in realtà ci fosse un cuore in lui. Non gli rispondo neanche e scappo via. Che scema, davvero credevo... Basta non voglio nemmeno pensarci. Corro verso la mia camera e mi ci chiudo dentro. Mi tolgo la camicia di Niragi e la lancio a terra, dopodiché mi metto il costume.  Qualcuno bussa alla mia porta. Lo invito ad entrare e mi accorgo che è Karube. Appena lo vedo lui mi accoglie con un sorriso, ma io non riesco a fare a meno di piangere e andare verso di lui per abbracciarlo. Lui rimane perplesso ma mi stringe a sé. "Cosa succede? Qualcuno ti ha fatto del male?" Mi chiede lui, ignaro di tutto. Io riprendo il controllo e inizio a spiegargli tutto quello che è successo l'altra sera, ovviamente tralasciando la parte di Niragi. "Che cosa? Ti volevano uccidere quegli idioti! Lo sa il Cappellaio?" Mi chiede Karube preoccupato. "Certo che lo so." Risponde mio zio irrompendo nella mia camera. "Io sono gli occhi e le orecchie di questo posto, non dimenticatelo." Arriviamo in camera del Cappellaio e dopo essermi calmata mentalmente ed essermi assorbita la discussione tra il capo e Karube, inizio a parlare. "Cosa è successo a chi mi ha importunata ieri sera?" Chiedo io con una fievole voce. "Importunata? Ti volevano uccidere!" Esclama Karube. "Non preoccuparti, i lottatori ci hanno pensato, vedrai che non ti daranno più fastidio." Risponde mio zio con un'aria calma. Ecco cosa ha fatto Niragi ieri sera, si è occupato del problema... "Li avete uccisi?" Chiedo io a Karube che ora fa parte dei lottatori. Lui esita un po' "Niragi aveva detto che il Cappellaio era d'accordo." Lo sapevo... Esco di fretta e furia e inizio a cercarlo, grido il suo nome finché non arrivo in camera sua. Apro la porta. "Niragi come hai potuto uccidere delle persone!" Urlo infine. Ma poi mi blocco. Lo vedo sul suo letto con una ragazza affianco e rimango senza parole. Lui mi guarda a sua volta e non mi dice nulla. "Esci cretina." Sbotta lei. Non so spiegare come mi sento, ma non riesco a far altro che scappare via. Ma perché, perché fa così male? Mi chiudo in camera mia e mi accascio a terra, cos'è questa realtà? Voglio andarmene via. Vedo la camicia di Niragi, la prendo e la lancio fuori dalla porta per poi richiudermela di nuovo alle spalle. Quanto lo odio, vorrei non averlo mai conosciuto. All'improvviso qualcuno bussa violentemente alla porta. "Apri!" Grida, quello che so già essere Niragi. "Vattene cazzo!" Rispondo io. Lui tira un calcio alla porta, aprendola e facendomi cadere a terra. Poi mi guarda con in mano la sua camicia. "Potevi anche ridarmela in un modo più gentile, visto come lo sono stato io con te." Mi rimprovera lui. "Gentile?" Sono davvero allibita "Tu? Hai ucciso un sacco di persone e sta mattina mi hai scacciata via da camera tua come se fossi una sconosciuta." "Lo sei per me." Afferma lui. "E comunque dovresti ringraziarmi, ora nessuno ti darà più fastidio." "No, non dovresti uccidere nessuno e io non ho bisogno della tua mano." Rispondo io. Lui sbuffa. "E oltretutto." Ricomincio io. "Non dovrei essere una sconosciuta per te, visto che neanche 24 ore fa eravamo nello stesso letto." Dico a bassa voce. "Dopo sono stato a letto con altre due ragazze se proprio vuoi saperlo." Mi informa lui. "Vaffanculo." Sussurro io. Lui si abbassa per venirmi faccia a faccia. "Cosa credevi? Di essere l'unica?" Mi chiede con tono provocatorio. "No, non pensavo nulla." Dico io spingendolo via. "E comunque, prima di vantarti con i tuoi amici, ricorda che non abbiamo fatto nulla sta notte e che al solo pensiero di venire a letto con te mi sale il ribrezzo." Lui si mette a ridere.  "Comunque credo che tu debba andartene via ora, non hai da fare?" Gli chiedo io riferendomi a quella insulsa che prima mi ha chiamata cretina e che era sotto le lenzuola con lui. "No, l'ho mandata via, ho delle cose da fare." Dice lui per poi girarsi. "Si certo..." Sussurro io. Lui si riavvicina a me velocemente. "Non pensare neanche per un attimo che mi importi di te." Mormora lui. Infine se ne va lasciandomi da sola. Se davvero non gli importasse di me non avrebbe ucciso una moltitudine di gente e non si sarebbe mai preso cura di me. Ma vedremo fino a quanto sarà disposto a negarlo ancora, non sa ancora quello di cui sono capace...
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