Canto XIX

934 Parole

Canto XIX Ne l’ora che non può ‘l calor diurno intepidar più ‘l freddo de la luna, vinto da terra, e talor da Saturno 3 - quando i geomanti lor Maggior Fortuna veggiono in oriente, innanzi a l’alba, surger per via che poco le sta bruna -, 6 mi venne in sogno una femmina balba, ne li occhi guercia, e sovra i piè distorta, con le man monche, e di colore scialba. 9 Io la mirava; e come ‘l sol conforta le fredde membra che la notte aggrava, così lo sguardo mio le facea scorta 12 la lingua, e poscia tutta la drizzava in poco d’ora, e lo smarrito volto, com’ amor vuol, così le colorava. 15 Poi ch’ell’avea ‘l parlar così disciolto, cominciava a cantar sì, che con pena da lei avrei mio intento rivolto.

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