XXV.

2477 Parole

XXV.Portentose, quelle semplici parole! «Stamattina, dopo la tua partenza, era molto eccitato: pareva pensare che noi tutti stessimo cospirando per nascondergli qualche cosa». «Aveva ragione», mormorò Dinny. «La partenza della governante lo ha fatto di nuovo infuriare. Poco dopo ho udito sbattere la porta di casa e non è più tornato. Non te l’ho detto, ma l’altra notte è stata spaventosa. E se non tornasse più? Oh Dio, è terribile!» Dinny la guardò con muta angoscia. «Scusami, Dinny. Tu devi essere stanca e affamata. Non aspetteremo più a mangiare». Nel “covo” di Ferse, quella graziosa camera a pannelli verdi screziati d’oro, cenarono in grande ansia. La luce smorzata dei paralumi inondava graziosamente il collo e le braccia nude, la frutta, i fiori, l’argenteria, e finché la camerie

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