CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO Il tulipano cambia padrone Cornelius era rimasto dove l'aveva lasciato Rosa, cercando in sé la forza di sopportare il doppio peso della sua felicità. Passò una mezz'ora. I primi raggi del giorno entravano azzurrini e freschi attraverso le sbarre della finestra della prigione, quando Cornelius trasalì udendo dei passi che salivano le scale e delle grida che si avvicinavano. Il suo viso si trovò quasi subito di fronte quello pallido e sconvolto di Rosa. Il giovane indietreggiò, impallidendo d'angoscia. «Cornelius, Cornelius!» gridò la fanciulla ansimando. «Che c'è, dunque, mio Dio?» chiese il prigioniero. «Cornelius! Il tulipano...» «Ebbene?» «Come posso dirvelo?» «Ditemi, Rosa.» «Ce l'hanno preso, ce l'hanno rubato!» «Ce l'hanno preso, ce l'hanno ruba

