Io proseguii con i miei obiettivi! Andai incontro ai due anni che mi avrebbero vista intenta a studiare per la laurea. Sarei andata all'università di Monaco oppure a quella di Strasburgo, o ancora la Sorbonne. Non avevo le idee chiare, ma tutto il tempo per decidere.
L'ultimo anno dopo che Eleonora fu di nuovo delusa dal padre, mi disse che probabilmente sarebbe andata anche lei a sfidare alla Royal academy.
Al che dovetti rivedere le mie intenzioni. Se fossi andata a studiare a Monaco difficilmente le avrei riviste entrambe. Così decisi di fare domanda alle università britanniche di Oxford, Cambridge e Londra. Non lasciai nulla al caso e conciliata dallo zio Johanne decisi di dare un'opportunità anche alle altre università.
"Vorrei il massimo e non voglio permettere al nonno di decidere per me. Nora si sta facendo convincere a frequentare l'università di Francoforte." Rivelai allo zio.
Lui assentì. "Anche tuo cugino Darius decise di non farsi influenzare, infatti si iscrisse all'università di Copenaghen nonostante la disapprovazione del nonno."
"È più legato ai genitori della zia Inger!" Affermai io, omettendo di dire che non andasse d’accordo con Marcus, il figlio dello zio Rufus e che lo zio stesso non era gradito a Darius.
Lo zio scosse la testa. "A Copenaghen c'è un ottima università di economia e una scuola dí business ottima, una delle migliori in Europa. Io stesso ho preso un master lì una volta laureato. Ovviamente vivendo noi ad Amburgo dieci mesi l'anno ho capito anche questa necessità di Darius."
"Così può raggiungervi con molta più rapidità." Conclusi io.
Lui annuì. "Valuta tutte le opportunità Seriel, puoi evadere la presenza di tuo nonno anche andando a Copenaghen oppure in Belgio o Austria."
C'erano effettivamente tante ottime università. Preparai la domanda e la feci un po' per tutte. A marzo decisi che avrei fatto come Thomas, sarei andata alla prima università che mi avrebbe accettata.
Ad aprile ricevetti la prima lettere di risposta, veniva da Rotterdam. Fui accettata alla Erasmus University, era la mia università ! Avrei potuto anche proseguire con la Rotterdam School of economy. Il mio percorso era tracciato.
Al contrario mia sorella sarebbe andata alla Goethe di Francoforte. Ci saremo separate e questa volta per molto tempo.
“Sei sempre in tempo a scegliere un’altra università.” Le dissi. “Comunque poi dovresti fare altrove una scuola dí business.” Le ricordai
Lei sbuffò. “Per questo ho inviato la domanda anche a Zurigo, Monaco e Milano.”
“Non fermarti a Francoforte, cosa otterrai facendolo? Mamma è presa dal lavoro e da Franz.” Le ricordai. “Il nonno vuole che segua la tradizione di famiglia.”
“Peccato che non sia portato. Noi invece siamo state preparate dalla nascita a questo Nora.” Mi ricordò la mia gemella.
“Abbiamo frequentato una scuola eccellente e che ci ha preparate già da quando eravamo bambine. Ovvio!” Dissi. “Proprio per questo non puoi frequentare la Goethe. Fai domanda a Rotterdam, non perdiamoci Zora.”
“Io e te siamo gemelle. Non potremo mai perderci.” Mi ricordò mia sorella.
Vero! Però temevo che seguire percorsi diversi ci avrebbe separato col tempo.
Questo era ciò che voleva mia sorella. Separarci.
L’anno prima sia io che Gellert le dicemmo apertamente ciò che pensavamo di lei. Gellert le disse che doveva smetterla di fingere le piacessero i ragazzi. Era palese le piacessero le donne e che quelle più raffinate e femminile attiravano di più la sua attenzione.
Quando me lo venne a dire arrabbiata io stessa appoggiai Gellert.
“Non hai mai lottato per un ragazzo, quando incroci una bella coppia ti ci soffermi per ammirare la ragazza e non con invidia. C’è la lussuria nei tuoi occhi.” Le rivelai.
“Ma non è vero!” Mi disse mia sorella.
“Se pensi che non sia vero allora vai da Didier o Joel o Marcus. Esci con uno di loro, tanto non hanno problemi ad avere un flirt con le compagne di corso.” Le consigliai.
Non mi credette, o non so perché non voleva accettare di essere lesbica.
Ci dovette cadere per capire. Uscì con Marcus e quando rientrarono tutti e due in stanza mia sorella era nera, lui divertito.
“Hai flirtato con un’altra in sua presenza?” Gli chiesi.
“No! Ho evitato, o ci ho provato, per non prendere un pugno.” Disse anche se il suo almeno la diceva lunga. “Fino a quando non abbiamo visto Lilian Murphy chinarsi a prendere qualcosa e il suo culo era lì Nora…” disse ricordando l’evento.
“Potevi essere delicato.” Lo ripresi.
“Io mi sono trattenuto, tua sorella al contrario no! Ha esclamato: che culo!” Mi raccontò divertito.” Avresti dovuto esserci Nora. Al che io le faccio: vorresti toccarlo vero? Lei non ha risposto, ma la Murphy mi ha sentito e ci ha raggiunto mi sono beccato uno schiaffo. Tua sorella invece una palpata che l’ha decisamente scossa. Forse adesso ha capito.”
“Ha capito cosa la frena?” Gli chiesi. “È la tua migliore amica, dovresti aiutarla.”
“Sono uscito con lei, l’ho aiutata parecchio.” Mi rispose. “Comunque hai ragione. Le ho detto che se le donne la rimescolano dentro , deve smetterla di nascondersi e che può sorvolare benissimo il motivo per cui lo fa.”
“Lo sai?” Gli chiesi.
“Lo presumo. Siete una famiglia molto religiosa giusto?” Mi chiese.
Mi morsi il labbro. “Siamo ebrei, mamma ha sposato Alfons che è figlio del nostro rabbino.” Spiegai. “Ma non penso che sia lei il problema…”
“È lei! Proprio perché non vi dà molte soddisfazioni a livello personale. Teme che potrebbe deluderla, non venite mai elogiate e pensa di sbagliare sempre.”
“Ma sbaglia di più reprimendo i suoi istinti. Lei è sempre stata quella più impulsiva tra le due, trattenersi le farà male.” Gli dissi.
“Lo so! Ma vedrai che prima o poi verrà a parto con i suoi desideri, non si possono reprimere a lungo.” Disse avvicinandosi a me e posando la bocca contro il mio orecchio. “Se vuoi ti do un bacio, così fai capire a Tancredi che non lo ami.” Mi sussurrò
“Non provo nulla neanche per te.” Gli risposi io ripensando al mio amico. Non me lo aveva mai detto, ma anche io avevo capito. “Non posso mortificarlo.”
Lui si allontanò. “Cosa sa?” Mi chiese.
Feci spallucce. “Sa che mi piace Thomas e che abbiamo un rapporto epistolare e platonico fin quando sarò al Santa Maria.”
Lui mi guardò interdetto. “Ma siete frat…”
Gli tappai subito la bocca con la mano. “Perché Zora te lo ha detto?”
Lui scosse la testa. “Nessuno me lo ha detto. Ma da piccoli che vi frequentavate di più era molto evidente la somiglianza tra voi due e Thomas.” Mi sussurrò. “Poi lui è cresciuto e con Gabriel si sono fatti sempre più uguali al signor Keller. Ma era palese Nora, secondo me lo ha visto anche Tancredi.”
Scossi la testa. “È sempre stato lontano dalle materie tecniche speciali.” Gli dissi.
“Allora può non essere palese. Comunque… seguirò l’esempio dei miei genitori e studierò medicina.” Mi disse. “Mettiamocela dentro tutto insieme per l’anno prossimo, sarà l’ultimo Müller.”
“Insieme fino alla fine.” Gli dissi.
Quante cose erano cambiate da quando avevo messo piede lì dentro dodici anni prima. Non c’era più rivalità con Marcus, nonostante seguissimo entrambi materie scientifiche lui era interessato a seguire la biologia marina come i genitori, inoltre la sua strafottenza si era rivelata una maschera. Eravamo diventati amici, anche perché era diventato il super amico di Zora. Tancredi avevo scoperto avesse una cotta per me sin da quando ero entrata al santa Maria. Fortunatamente al nostro ultimo anno di scuola Pamela gli presentò la sua amica di classe Thea Johnsonn e ne rimase folgorato. Quando quel Natale andammo nel Kleinsten a festeggiare con Eleonora, la portò anche dietro, come a ufficializzare la loro storia.
Poi arrivò l’ultimo giorno al Santa Maria. Mi strinsi in un abbraccio con Eleonora e mia sorella Zora.
“Siamo diplomate. A settembre mi trasferisco a, tuttavia per voi ci sarò sempre.” Ricordai.
“Io ho accettato la HEC di Parigi. Studierò lì.” Mi disse mia sorella. Lo accettai, non potevo tenerla legata a me. Soprattutto se il motivo per cui non faceva coming out era la nostra famiglia.
“Io andrò a Londra. Ma ci sentiremo sempre e a Natale vi aspetto nel Kleinsten per festeggiare tutte insieme.” Ci disse Eleonora.
“Abbiamo anche la nostra annuale vacanza in Grecia.” Le ricordai. Stavamo affacciandoci al nostro futuro e all’età adulta. Saremo diventate delle donne realizzate.