Il figlio Mentre percorreva i corridoi dell’ospedale San Donato, Mark Fei era in preda ai sensi di colpa. I passi risuonavano attutiti come se, sotto i piedi, il linoleum fosse diventato improvvisamente un folto tappeto, mentre riecheggiavano invece con forza nella sua testa. La paura di non arrivare in tempo continuava a tormentarlo, lui che non arrivava mai puntuale a nessun appuntamento. L’odore di disinfettante era pungente. Individui dall’aria stanca incrociavano il suo sguardo per un attimo, per poi abbassare gli occhi al suolo o puntarli nuovamente alla parete. Ciascuno perso nel proprio dolore. Borse sotto gli occhi, stanchezza, dolore. È questo quello che si trova in un ospedale. Pensava a suo padre. Erano due anni che non si vedevano e non si parlavano. Suo padre non apprezzav

