Il dolce dolore dell’attesa-1

2122 Words

Il dolce dolore dell’attesa “Bastarde!”, ci chiamava sempre Giuseppa. Io e mia sorella invece, quando lei non sentiva, la chiamavamo “roia”. La roia è la femmina del maiale. Era per non dire quell’altra parola, per non fare incontrare quelle due consonanti, ti ed erre, che avrebbero fatto rumore; perché rumore non se ne doveva fare, con Giuseppa. Io e Mimì tornavamo da scuola, ci toglievamo le scarpe e scivolavamo sulle pattine che la roia ci obbligava a usare. Da primavera ad autunno ci lasciava uscire di casa, così lei faceva le pulizie. Una vera ossessione la sua, sembrava di entrare in chiesa. La vera tortura era d’inverno, o quando eravamo in punizione e non potevamo uscire. Lei andava sempre a letto un paio d’ore al pomeriggio, complice un mal di testa che le passava solo

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