F1C1
Sbadiglio rigirandomi più volte prima di decidere di aprire gli occhi, allungo un braccio verso il comodino e afferro il telefono leggendo subito dopo l'ora che spuntava in bianco sul display, 18:40, perfetto, un'altro pomeriggio inutile passato a dormire.
Ci metto qualche minuto prima di abituarmi alla luce dell'abat-jour che avevo lasciato accesa, mi passo le mani sul viso e dopo essermi stiracchiata decido di prendere i libri per vedere se riesco a concludere qualcosa quando sento delle voci, anzi delle urla, provenire dal vialetto della casa accanto
Esco di poco la testa e riesco a scorgere una testa riccia che sta gesticolando a un uomo che credo proprio sia un agente immobiliare
una donna di spalle gli punta il dito contro e lui si zittisce subito, sarà sicuramente la madre.
Mi copro la bocca con la mano nel trattenere una risata e mi sporgo un po' di più per sentire meglio la conversazione
Mi scappa un sorriso e faccio per rientrare dentro quando una voce cattura la mia attenzione
alzo gli occhi al cielo trattenendo uni sbuffo e mi riaffaccio
non proferiamo più parola ma i nostri sguardi continuano a restare uno incastrato nell'altro Jonathan mi sorride come per scusarsi e riesce a farlo entrare in casa.
Verso l'ora di pranzo suona il campanello e pensando sia mia madre che, puntualmente, dimentica le chiavi di casa, vado ad aprire ritrovandomi davanti Jonathan e dietro di lui un annoiato Cole preso dal telefono lo guardo un po confusa e in risposta ottengo il suo sorriso dolce sento borbottare da dietro suo fratello lo schernisce e iniziano a battibeccare sull uscio della mia porta, mi allontano un secondo per rispondere al cellulare e poi li raggiungo nuovamente Jonathan interrompe tutti i miei programmi esclamando da una gomitata a Cole che annoiato sposta lo sguardo dal fratello a me per falsare un
Non abbassarti alle sue piccolezze, stai calma.
prendo le chiavi di casa e il telefono prima di richiudermi la porta alle spalle,
Dopo aver cenato alle 21 rigorosamente in pace e tranquillità vado in camera mia e dalla finestra mi soffermo a guardare le stelle come faccio ormai tutte le sere da quando sono bambina, mi piace pensare che le stelle ci guardino come noi guardiamo loro, e che le stelle cadenti sono le stelle tristi che piangono.
Beh in verità l'ultima parte me l'ha raccontata mamma quando avevo 6 anni e da quel momento guardo ogni sera in cielo sperando di vedere "piangere una stella"
Una voce mi distoglie dai miei pensieri sulle stelle e mi sorprendo vedendo Cole nella finestra di fronte alla mia, chissà se l'ha scelta apposta la stanza..
Seh figurati se gliene può fregare qualcosa che avete le stanze una di fronte all'altra
Ridacchia e si sistema, per dire, i ricci con una mano riportando i suoi occhioni su di me
si appoggia alla sporgenza e posso vedere che sta indossando ancora la maglia di stamattina e che i suoi capelli sono disordinati
stringo la coda che poco prima avevo fatto e riporto la mia attenzione sul cielo
Riporto lo sguardo sulla sua figura e mi accorgo che in qualche gesto fulmineo deve essersi sfilato la maglia
Improvvisamente le mie guance prendono fuoco e sperando che non se ne accorga continuo la conversazione
mi rivolge un altro sorriso e una voce maschile lo chiama mettendo fine al mio supplizio
gli lancio un occhiataccia