"Non posso crederci", disse mio padre mentre facevo colazione in silenzio, "non è passata nemmeno una settimana da quando sei arrivata qui e già ti stanno punendo", scuotendo la testa in segno di disapprovazione.
Mormorò anche altre cose, ma ero grato per la mia udito limitato perché non riuscivo a capire la maggior parte di quello che diceva.
Sospirai. "Lo so," dissi, facendo un ultimo boccone del pancake che aveva preparato mia madre, "Sono deluso anche io, ma non ha senso rimuginarci ancora. Quello che è fatto è fatto. Inoltre, devo aiutare l'Alfa solo per una settimana. Posso facrcela",scrollai le spalle.
"Ho una reputazione qui, Cora," iniziò mio padre, "Non è sufficiente che tu non sia un licantropo-"
"Mason," intervenne mia madre, lanciando uno sguardo furioso a mio padre.
Non lo negherò.Ho sentito una fitta al cuore quando mio padre, tra tutti, ha tirato fuori questa storia: "Capisco che sei deluso da me per molte ragioni, ma ti assicuro che non causerò altre delusioni dopo questa", dissi, sorprendentemente con voce chiara.
Suppongo che essere stoica sia uno dei miei superpoteri.
Immediatamente, vidi la colpa crescere negli occhi di mio padre, ma era troppo orgoglioso per scusarsi. Rimase in silenzio per alcuni minuti, probabilmente pentendosi di ciò che aveva detto. Tossì leggermente quando fu pronto a parlare di nuovo: "Assicurati di fare tutto ciò che dice," disse, "Non voglio sentire lamentele da parte sua dopo questa."
Mi fa male che lui sappia che sono triste ed è colpa sua, ma non ha nemmeno tentato di farmi sentire meglio.
Perché sono tornato a casa dopo tutti questi anni? Per sentire questo e farmi del male?
L'aria intorno a noi improvvisamente sembrò troppo claustrofobica per me e desideravo disperatamente nient'altro che scappare nella mia stanza e nascondermi lì per potermi liberare di un brutto pianto, ma con uno sforzo erculeo, mi mantenni insieme, pregando di non crollare di fronte alla mia famiglia.
Potevo sentire lo sguardo preoccupato di mia madre su di me, ma non alzai gli occhi per incontrare i suoi. Anche Mera era al tavolo e anch'essa mi osservava ad ogni mio movimento.
"Sì, papà," dissi con voce flebile, perdendo il mio umore, "Lo farò."
Mio padre non disse nient'altro dopo di quello. Si alzò semplicemente, sembrando un po' impacciato, e poi si affrettò ad uscire di casa. Mia madre osservò la figura che si allontanava di mio padre finché scomparve dalla sua linea di vista prima di rivolgersi a me, "Non dice sul serio," scosse la testa, mettendo una mano sulle mie spalle.
"Non importa," sospirai, "Ciò che c'è nel cuore sarà sempre rivelato in un altro momento," mi alzai silenziosamente dal mio posto, "Non preoccuparti, mamma. Non sono arrabbiata", mentii attraverso i denti quando la vidi guardarmi preoccupata.
"Era solo arrabbiato, tesoro," cercò di consolarmi, "Sai cosa dicono, le parole che escono dalla bocca di qualcuno quando sono arrabbiati sono spesso taglienti e poi se ne pentiranno," continuò, "sono sicura che tuo padre si sta rimproverando per quello che ha detto".
Le diedi un piccolo sorriso, "Non importa, davvero," mentii di nuovo, "Devo andare ora. L'Alfa Noah mi ha avvertito che non gli piace quando le persone sono in ritardo," cambiai argomento senza problemi.
"Sì, è vero," annuì mia madre.
Sentii Mera schiarirsi la gola, "Sei un po' fortunata," iniziò quando la guardai, "Se fossi al tuo posto, non lo prenderei come una punizione. Sarebbe una grande opportunità per sedurre l'Alfa-"
"Mera," la interruppe mia madre bruscamente, "Per favore, abbi un po' di dignità. Non ti ho educata per sedurre gli uomini," la rimproverò, guardando irata la sua primogenita.
"Vabbè," rotolò gli occhi Mera e continuò a mangiare il suo cibo.
Feci un respiro profondo, ignorando mia sorella. Solo lei avrebbe pensato così. Abbassai lo sguardo sull'orologio: "Devo andare subito", dissi di nuovo, infilandomi la borsa in spalla, "o farò tardi".
Ci sarei arrivata in bicicletta. Una delle cose migliori del Quartiere Orchard è che tutto è facilmente raggiungibile a piedi. La casa del branco è al centro del quartiere per una ragione. Era per assicurarsi che tutti i residenti della città potessero arrivarci rapidamente in caso di emergenza.
È davvero un'idea brillante. Mi è stato detto che la maggior parte dei branchi qui intorno aveva usato la stessa idea anche loro.
Mia madre annuì, "Vorrei dirti di divertirti, ma sappiamo entrambi che non lo farai," sospirò, "Ti aspetterò per cena," aggiunse, salutandomi.
"Ci vediamo più tardi, mamma," dissi prima di allontanarmi, sentendo gli occhi di mia madre su di me.
Come avevo pianificato, raggiunsi la casa del branco in bici. Mi ci volle qualche minuto per arrivare alla casa del branco e fortunatamente, ero lì prima delle otto. Salii le scale e andai velocemente nella stanza dell'Alfa, ricordando come ero arrivato lì ieri.
L'Alfa Noah stava appena aprendo la sua porta quando lo salutai, "Buongiorno, Alfa," dissi con cortesia, "Cosa devo fare oggi?" Non sapevo che tipo di compiti avesse per me, ma ero così determinato a superarli tutti.
L'Alfa mi guardò, gli occhi si ristretti un po', "Hai un aspetto diverso oggi," notò.
Chiusi gli occhi. Non mi aspettavo che dicesse qualcosa del genere, "È così?" chiesi, grattandomi l'nucala nuca in modo scomodo, "Forse è per i miei capelli," scrollai le spalle. Avevo i capelli raccolti in una coda di cavallo anziché lasciarli sciolti come facevo di solito.
Forse è per questo che lui pensa che sembri diversa.
"No, non intendevo quello," disse, aprendo completamente la porta e facendomi passare. Mi fece un cenno con la testa per entrare quando esitai.
Non potevo entrare in quella stanza senza toccare nemmeno un po' il suo corpo, "Dopo di te, Alfa," dissi, aspettando che lui entrasse prima.
Gli occhi dell'Alfa brillarono di simpatia e malizia a quelle parole, "Molto gentile da parte tua," sghignazzò l'Alfa Noah, "Dai, entra."
Non avendo altra scelta, entrai nella stanza, mordendomi il labbro inferiore quando il mio corpo sfiorò il suo un po' nel farlo. Sentii i suoi leggeri passi seguirmi e un secondo dopo, la porta si chiuse.
"Hai già fatto colazione?" mi chiese l'Alfa, camminando oltre me per potersi sedere sulla sua sedia, "Se ancora non l'hai fatta, unisciti a me pure," disse, sorridendomi.
Capì solo allora che aveva in mano una piccola borsa di carta, "Grazie, Alfa, ma ho già fatto colazione," sorrisi di nuovo, "Ti aspetterò fuori finché finisci se ti senti a tuo agio," suggerii, ma lui stava già scuotendo la testa prima ancora di finire di parlare.
"Non c'è ne bisogno," disse, invitandomi ad andare avanti, "Vieni, siediti qui," indicò il posto direttamente di fronte a lui.
Osservai la sedia con diffidenza. Questa sarà una lunga settimana se devo sedermi di fronte a lui per il resto della mia punizione.
"C'è qualche problema?" udii l'Alfa chiedere quando non feci alcun movimento per sedermi su quella sedia.
"No, assolutamente nessun problema," dissi, affrettandomi a sedermi su quella sedia.
L'Alfa mi sorrise. Qualcosa mi diceva che sapeva che ero a disagio. Prese un file a destra e me lo consegnò, "Puoi iniziare ordinando questi file. Verifica eventuali errori grammaticali o di battitutra," disse mentre io aprivo il file per guardare il suo contenuto, "Io ne ho fatto la maggior parte. Questo riguarda il nuovo servizio di tram che sto pianificando di installare dall'altra parte della città."
Quest'uomo si occupa sempre e solo dello sviluppo del Quartiere Orchard?
"Capisco", annuii con la testa senza guardarlo, "Vediamo cosa posso fare. Posso avere una penna per fare un segno?". Chiesi.
Dal mio campo visivo periferico, lo vidi prendere una penna dai suoi articoli di cancelleria e me la porse.La presi mentre ero ancora immerso nel file e, facendo ciò, accidentalmente sfiorai le sue dita e un sospiro sfuggì dalle mie labbra, "Scusami, Alfa," mormorai sottovoce.
Non disse nulla in risposta. Sentii che apriva la borsa di carta e ne tirava fuori qualcosa, "Sei sicura di non voler mangiare? Questi panini sono davvero buoni,"
Scossi la testa, "No," dissi, facendo alcuni segni qua e là dove il documento aveva bisogno di essere corretto.
Passarono circa quindici minuti e in tutto quel tempo, potevo sentire i suoi intensi occhi argentati su di me. Non volevo farglielo notare, ma decisi di farlo quando divenne troppo imbarazzante per me.
"Mi stai facendo stare a disagio ora, Alfa," dissi a voce bassa senza alzare gli occhi su di lui, "Non riesco proprio a concentrarmi su quello che sto cercando di fare se mi guardi mentre lavoro".
Come posso concentrarmi quando mi stava guardando come un falco?
Sentii il suo morbido riso e qualcosa nel mio stomaco si ribaltò al suono di esso, "Mi dispiace," disse, senza suonare affatto dispiaciuto, "Sei semplicemente affascinante"
Questa volta, però, lo guardai incredula, "Non c'è nulla di interessante in me che possa affascinare," scossi la testa, "Sei solo interessato a sapere che tipo di persona sono perché sono nuova qui," dissi come una questione di fatto.
"Tranne che ci sono alcune cose," l'Alfa non era d'accordo con me, "Ti piace il caffè, vero?" mi chiese all'improvviso.
Prima che potessi rispondergli, bussarono alla sua porta e l'Alfa Noah concesse immediatamente il permesso alla persona che stava aspettando dall'altra parte della porta di entrare nella stanza.
Il Beta Kade entrò nella stanza con due grandi tazze di caffè prese direttamente da un bare le posò silenziosamente sulla scrivania dell'Alfa.
"Cora, credo che tu avessi già incontrato il mio secondo in comando, Kade Winters," Alfa Noah mi presentò ufficialmente al suo Beta.
"Sì, ma non abbiamo mai parlato," dissi, sorridendo al Beta.
Il Beta Kade annuì in segno di riconoscimento, "È un piacere conoscerti, Cora," disse.
"Altrettanto, Beta," dissi.
L'Alfa e il Beta parlarono di alcune questioni del branco per un paio di minuti prima che il Beta uscisse dalla stanza, lasciandoci soli di nuovo.
Alfa Noah prese il caffè e mise una delle tazze accanto a me, "Una è per te, ovviamente. Come posso finire due tazze in una volta?" mi chiese.
"Grazie, ma non avresti dovuto farlo," dissi, "Non mi piace avere qualcosa pagata da qualcun altro" aggiunsi per evitare che lo ripetesse in futuro.
"È un segno di apprezzamento per avermi aiutato," disse, prendendo un sorso del suo caffè, "Non fare l'educata. Prendili pure. So che ti piace il caffè"
Certo. Mi ha visto al bar con una grande tazza due giorni fa.
I miei occhi si posarono sulla tazza, "Quindi si può ottenere una ricompensa mentre si viene puniti?" chiesi, alzando un sopracciglio verso di lui.
L'ilarità si diffuse sul suo volto, "Se si comportano nel modo migliore," annuì con la testa, "Lavoravi mentre studiavi a Londra?"
Cosa c'è con le sue casuali domande personali? Perché era così interessato alla mia vita?
"Sì," annuii, abbassando gli occhi nuovamente sul file, "Facevo anche il lavoro a tempo parziale come cameriera in uno dei ristoranti lì," aggiunsi sapendo quale sarebbe stata la sua prossima domanda.
"Capisco", canticchiò sottovoce, "Mi hai detto che hai intenzione di restare qui solo per un mese", si interruppe.
"Sì," annuii di nuovo.
"Quando hai intenzione di tornare di nuovo?" chiese.
Presi un piccolo respiro prima di guardarla di nuovo, "Ad essere onesta, vorrei dire mai," dissi, "Ma la mia famiglia è qui, quindi penso una volta ogni pochi anni," ho scrollato le spalle. Non avevo deciso con quale frequenza avrei visitato Quartiere Orchard.
Preferirei portare mia madre in aereo a Londra e trascorrere una settimana o due con lei lì.
"Perché non trovare un lavoro qui?" chiese, "Puoi trasferirti di nuovo qui" suggerì.
Scossi la testa, un piccolo sorriso si tracciò agli angoli delle mie labbra, "Non mi sento come se appartenessi qui"
"Questa è la tua casa, Cora," mi ricordò, "Appartieni qui più di quanto possa appartenere in qualsiasi altro luogo".
Ci pensai un secondo e scossi ancora la testa. Le parole di mio padre di prima risuonarono chiaramente nelle mie orecchie. Non appartengo sicuramente a un luogo in cui sono una delusione.
"Cora?"
Alzai gli occhi verso l'Alfa con gli occhi spalancati, "Mi scuso, non ho sentito cosa hai appena detto" arrossii un po'.
Lui mi sorrise dolcemente, "Va bene. Ho solo detto che uscirò per controllare i guerrieri per un paio di minuti" disse, alzandosi, "Torno presto"
"Va bene", annuii.
"Ma dovresti prendere in considerazione l'idea di tornare qui, Cora. Vorrei davvero che tu fossi qui", disse prima di uscire dalla stanza.