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Il suo compagno prescelto

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"Non penso che tu capisca quello che sto dicendo" disse, i suoi intensi occhi argentati non lasciavano mai i miei, "Ti voglio e ti assicuro che otterrò sempre ciò che voglio" Attraversò la piccola distanza tra noi in un battito di ciglia.

I miei occhi si spalancarono per lo sciocco, ma riuscii a riprendere la calma in pochi secondi. Gli feci un sorrisetto, "Allora devi davvero dare il massimo per conquistare il mio cuore, Noah" dissi, alzando l'indice per sfiorare leggermente il suo petto, "È tutto una questione di impegno" cantai prima di allontanarmi da lui.

Nata da un padre licantropo e una madre umana, Cora Williams non si trasformò mai nel suo lupo durante la sua vita e per questo motivo si sente distante dal suo branco e decide di proseguire i suoi studi altrove quando compie diciotto anni.

Quando torna a casa dopo aver completato i suoi studi all'estero, è sorpresa di trovare un nuovo giovane alfa a capo del suo branco. Ciò che la sconcerta ancora di più è che il nuovo Alfa sembra essere interessato a lei.

Le cose prendono una svolta quando la cotta d'infanzia di Cora cerca di riaccendere la loro amicizia con l'intenzione di farla diventare la sua compagna.

"Non renderò le cose facili alla tua amica, Cora" sentii dire Noah quando stavo per uscire dal bar, "Non ti lascerò così facilmente".

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Capitolo 1
"Sembri molto diversa dall'ultima volta che ti ho visto" Guardai di lato mia sorella mentre guidava l'auto. Avevo notato che mi lanciava sguardi strani da quando l'avevo vista all'aeroporto oggi. Ad essere sincero, ero rimasto deluso nel vederla lì. In realtà speravo di vedere mia madre. "Dovrei prenderlo come un complimento?" le chiesi con un tono piatto. Lei rise come se avessi fatto una battuta, "Sì, intendevo proprio in quel senso." Mi assicurò, "Mamma è davvero entusiasta di vederti. Non fa altro che parlare di te senza sosta da quando le hai detto che saresti tornato a casa," aggiunse, lanciandomi di nuovo un'occhiata. Un piccolo sorriso si fece strada agli angoli delle mie labbra. "È comprensibile." Sospirai, "È l'unica persona che si preoccupa davvero di me," dissi, girando di nuovo il viso in avanti. Mia sorella si schiarì la voce in modo imbarazzato, "Oh, non fare così, Cora." Scosse la testa, "Anch'io mi preoccupo di te." Avrei voluto deriderla. "Non quando tutti i tuoi amici prendevano in giro me," dissi alzando le spalle. Se pensa che io abbia dimenticato cosa ho passato mentre ero qui e ho fingeva che tutto andasse bene, si sbagliava. C'è una crepa nel nostro rapporto e nessuna quantità di colla può sistemarla. "È passato tipo dieci anni, Cora." Esclamò, "Sono una persona migliore adesso. Non è colpa mia se ho ottenuto il lupo e tu no. Non volevano -" "Non si tratta del fatto che io abbia ottenuto il lupo." Scossi la testa, guardandola di nuovo, "Non mi hai mai chiamato nemmeno una volta da quando sono partita. Nemmeno un breve messaggio. Questo dimostra quanto ti importi di me, Mera." Le sorrisi e la vidi distogliere lo sguardo, incapace di gestire il mio sguardo accusatorio. Passarono alcuni secondi e lei non disse nulla, ma proprio quando stavo per distogliere lo sguardo da lei, pensai di vederla aprir bocca per dire qualcosa, "Non continuiamo a parlare e rendiamo questa situazione più imbarazzante di quanto già non sia," dissi rapidamente, senza voler riprendere la nostra conversazione. Mormorò qualcosa tra i denti, ma non me ne importò. Ho rinunciato a lei molto tempo fa. Girai lo sguardo di lato, sperando che mi facesse stare meglio. Sembrava che molte cose fossero cambiate dall'ultima volta che ero qui. Mi chiedo se riesco ancora a muovermi qui come facevo prima. La città non è più la stessa. Chiunque abbia pianificato l'infrastruttura di questa città mentre ero via dovrebbe essere applaudito per quello che ha realizzato. È impressionante. Sarebbe ancora più eccellente se anche le persone in questa città fossero migliorate. Proprio quando pensavo che non sarei stata più sorpresa, mia sorella si fermò con l'auto in un altro vialetto. Mi piegai le sopracciglia e la guardai interrogativamente, "Cosa succede? Ci siamo trasferiti in una casa più grande due anni fa." Sbuffò prima di spegnere il motore e scendere dall'auto. Sospirai e guardai la casa. Sembra più grande della casa in cui abitavamo prima. Uscii silenziosamente dall'auto e presi la mia borsa dal bagagliaio, prima di entrare nella casa e immediatamente le mie narici furono colpite dal profumo di casa. "CORA!" Sorrisi, voltandomi a guardare mia madre che correva verso di me eccitata. Mi abbracciò in un grande e caldo abbraccio, togliendomi il respiro per un attimo mentre mi stringeva tra le braccia. Lasciai cadere la borsa a terra per abbracciarla a mia volta, respirando nella piega del suo collo. Mi mancava così tanto, "È bello rivederti, mamma." Mormorai sulla sua spalla e sentii un'altra presenza dietro di lei, "Papà" salutai, lasciando andare mia madre per abbracciarlo. Io e mio padre non siamo molto uniti, ma so che mi vuole bene. “Ci sei mancata tanto, cara". Mi disse, abbracciandomi a sua volta, “Sei cosi' splendida. La bambina non è più piccola", cantò, staccandosi per guardarmi bene. Non potei fare a meno di arrossire, "Grazie, suppongo." Mi grattai nervosamente la nuca. “Non sei ancora a tuo agio con i complimenti", notò, e io ridacchiai dolcemente, annuendo con la testa in segno di assenso, "Va bene, credo che ci vedremo tutti a cena. Mio padre aggiunse, dando un'occhiata all'orologio: "Mi aggiungerò a te presto, piccolina," disse prima di affrettarsi fuori dalla casa. Sorridendo alla sua figura che si allontanava, "Beh, nulla è cambiato," dissi, guardando mia madre. Mia madre sorrise, "Ah, devi essere stanca.", Disse: “Andiamo in camera tua. Dammela, posso portartela io", mi propose quando mi chinai per prendere la borsa, Scossi la testa: “Non fa niente, mamma". Dissi: “Non pesano così tanto". Le scrollai le spalle. Lei mi sorrise: “Anche questo non è cambiato", disse. Mi fece fare un rapido giro della casa e mi mostrò la stanza in cui avrei alloggiato fino al mio ritorno a Londra per la laurea. Non sono una persona schizzinosa, quindi la stanza era più che sufficiente per me. Mi è piaciuta persino. "Bella casa," commentai, "Sono rimasta sorpresa quando Mera ha detto che vi eravate trasferiti" "Beh, sarai stata impegnata con gli esami e i compiti che ti sei dimenticato che te ne ho parlato" Mia madre scosse la testa, "Riposati," disse, facendo un gesto verso il letto, "Unisciti a noi per cena più tardi. Sarà la nostra prima cena insieme dopo molti anni." Le annuii con la testa e mi lasciò sistemare nella stanza. Detto fatto, guardai nuovamente la stanza e poi tirai fuori un profondo respiro. Non sapevo cosa mi aspettassi quando ho deciso di tornare a casa, ma una nuova casa sicuramente non era quello che mi aspettavo. Decisi di sballare prima le mie cose. Mi ci volle meno di venti minuti per piegare ordinatamente i miei vestiti e appenderli nell'armadio, dato che non avevo portato molti capi dall'universita'. Inoltre, sono qui solo per un mese. Ho intenzione di trasferirmi a Londra in modo permanente dopo il mio soggiorno qui. In ogni caso, sono più felice lì. Il tempo è volato mentre mi facevo comoda nella mia nuova stanza e prima che me ne rendessi conto, Mera ha bussato alla porta della mia stanza con una faccia acida, chiedendomi di scendere per unirmi a loro per cena. Poco convinta, però. Sapevo che non le sarebbe piaciuto se fossi tornata qui. Ecco perché sono rimasta lontana da casa per tutti questi anni. È una sensazione piuttosto estranea quella di sedersi con la mia famiglia dopo tanto tempo. Mi ha messo a disagio. Addirittura goffo. Non ho potuto fare a meno di sentirmi un po' insicura, cosa ridicola considerando che sono la mia famiglia. Le persone con cui dovrei sentirmi più a mio agio. “Allora, com'era la vita all'estero?" Iniziò mio padre quando il silenzio si fece troppo prepotente. "Deve essere stata bella giudicando da come si presenta adesso," sussurrò Mera tra i denti, guadagnandosi un'occhiataccia di mio padre. Inghiottii il cucchiaio di lasagne che stavo mangiando prima di rispondere, "È stata tranquilla. Nessuno mi ha giudicato." Alzai le spalle, "Posso essere me stessa senza sentirmi emarginata," aggiunsi, guardando mia sorella con significato. Mera rotolò gli occhi e guardò altrove. Davvero, quanti anni crede di avere? Mia madre si schiarì la gola a disagio: “Com'è il cibo?". Chiese, cambiando facilmente argomento: “L'ho fatto io, apposta per te", aggiunse quando distolsi lo sguardo da lei. Le sorrise e le fece un cenno di approvazione, "È delizioso, mamma," dissi, guardando giù al mio piatto, "Mentirei se dicessi che non mi è mancata la tua cucina," proseguì e osservai il sorriso sul suo viso allargarsi. "Cora," disse improvvisamente mio padre, e il tono della sua voce mi suggerì immediatamente che quello che avrebbe detto sarebbe stato serio. Lo guardai e trattenni il respiro, aspettando che continuasse, "Devi incontrare l'Alfa. È consuetudine incontrare l'Alfa al ritorno a casa dopo tanti anni all'estero." Già, me ne ero dimenticato. “Alfa Chris non mi lascerà passare?". gli chiesi, "Voglio dire, lui sa chi sono, giusto? Sa che non rappresento una minaccia per il branco perché..." Mi interruppi, sapendo che mio padre avrebbe capito cosa intendevo. Perché sono un essere umano e non un lupo. Cosa può fare un umano debole a un intero branco? Mia madre e mio padre scambiarono uno sguardo pieno di significato prima che mio padre parlasse, "Chris non è più il nostro Alfa" mio padre scosse la testa, "Il nostro branco ha combattuto una battaglia alcuni anni fa e ha perso Chris" disse con un'aria triste sul viso. Le mie occhi quasi uscirono dalle loro orbite, "Che cosa?" Chiesi, scioccata. Mio padre aprì bocca per dire qualcosa, ma Mera mi sovrastò, “Sì, non eri qui". Sospirò: “Eri impegnato a divertirti come non mai". Mi aggrottai nei confronti della mia unica sorella, "Cosa avrei potuto fare anche se fossi stata qui?" Le chiesi, "Non posso salvare nessuno. Non posso neanche salvare me stessa, per l'amor di Dio. Non sono un lupo." Scossi la testa, "A volte, parli come se non avessi cervello, Mera." Scossi la testa delusa nei suoi confronti. Lei non poté rispondergli. "Tornando al nostro discorso," disse mio padre rapidamente, avvertendo come l'aria intorno a noi si fosse addensata di tensione in pochi secondi, "ci siamo fusi con un altro branco vicino e ora il loro Alfa è il nostro Alfa"" dichiarò. Ci pensai per un secondo, "Alfa Chris aveva un figlio, giusto? Perché non è lui l'Alfa?" Gli chiesi, ricordando uno dei prepotenti che ho sopportato alle superiori. Mio padre sembrò effettivamente sorpreso, "Jax non era in grado di prendersi cura del branco. Ha perso anche nel duello quando ha sfidato Alfa Noah," spiegò. "Alfa Noah," testai il nome sulla lingua. Il nome stesso risuonava con una quantità di potere che non riesco a spiegare, "Quando dovrei incontrarlo?" Gli chiesi con freddezza nonostante l'odio che provavo. “Domani andrebbe bene". Mio padre annuì. Emisi un sospiro e annuii. Va bene, devo solo incontrarlo una volta. Poi sarò libero di vivere nella mia stanza per il resto del mese. “Posso venire anch'io?" Mera chiese con impazienza. Le lanciai un'occhiata. Perché improvvisamente era interessata a venire ad accompagnarmi? “No", disse mio padre con freddezza, "quante volte devo ricordarti che ad Alfa Noah non piace che le lupe gli diano attenzioni extra, Mera?". Si strofinò stancamente il viso: “Ti prego, abbi un po' di dignità". Li guardai entrambi confusi, mentre Mera parlò di nuovo: “Beh, non c'è niente di male a provarci, no?". Chiese: “È giovane, forte e bello. Qualsiasi lupa sarà interessata a lui quando un Alfa come lui è ancora single". “Lo fece sembrare come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Ah, capisco. Ora capisco perché vuole incontrare l'Alfa. Mio padre scosse la testa e mi guardò: “Ti accompagnerò. Assicurati di essere pronto per le nove del mattino. “Mi sorrise e io annuii di nuovo, non avendo altra scelta. Perché dovrei seguire le loro usanze se non sono una di loro? Morivo dalla voglia di fare questa domanda a mio padre, ma mi trattenni, non volendo ferire i suoi sentimenti. La cena trascorse poi tranquillamente. Aiutai mia madre a sistemare la cucina prima di passare un po' di tempo con lei in salotto. "Perché mi guardi così, mamma?" Le chiesi quando continuò a fissarmi con uno strano emozione negli occhi. Sospirò, "Non posso credere che tu sia qui. È una bella sensazione." Mi sorrise, "Grazie per esserci venuta. So che sei qui solo per me" disse, chinandosi avanti per appoggiare la mano contro la mia guancia, "A volte penso che sia colpa mia se non ti senti a tuo agio qui" proseguì, gli occhi velati di lacrime. "Non dire così." Scossi la testa, posando la mia mano sulla sua, "Nulla è colpa tua" "Se non avessi sposato tuo padre, avresti una vita normale." Sospirò, "Soffri a causa mia. Se io fossi un lupo, anche tu lo saresti stato" La guardai, "Ti vergogni di essere umana?" Le chiesi. Lei allargò gli occhi prima di cominciare a scuotere la testa freneticamente, "No, assolutamente no. Sono solo triste perché non ti trovi bene qui" spiegò. Ho girato il mio corpo per affrontare mia madre completamente, "Mamma," ho iniziato, "sono grata che tu mi abbia messo al mondo e sono felice di come sono. In nessun momento della mia vita mi sono sentita delusa per non aver ereditato i geni dei licantropi," l'ho rassicurata. “Parole sagge per una persona così giovane, Cora", disse mia madre, sorridendomi di nuovo. Per qualche motivo, ho sentito arrossire le guance, "Non sono così giovane, mamma. Mi sto laureando tra un mese," le ho ricordato, "Poi inizierò un lavoro a tempo pieno," ho continuato senza pensare troppo. "Andrai a lavorare da qualche parte qui, giusto?" mi ha chiesto, e i suoi occhi erano pieni di speranza. Accidenti. Speravo che non me lo chiedesse fino alla fine del mio soggiorno qui. Ho scosso la testa guardando il suo viso abbattersi, "Stavo per dirtelo più tardi, ma -" ho preso un respiro profondo, "No, mamma. Ho intenzione di lavorare a Londra. Ho già inviato il mio curriculum a varie aziende là e sono stato accettata in alcune", Passarono alcuni secondi in silenzio, finché lei emise un sospiro: “Allora non tornerai qui", disse, senza nascondere il suo disappunto. "Ci tornerò," ho detto e lei ha alzato le sopracciglia, "Ma non di frequente," ho aggiunto con un sorriso imbarazzato. E' stata di nuovo silenziosa per qualche secondo, "Suppongo che qualsiasi cosa ti faccia felice dovrebbe farmi felice anche a me" ha detto infine, "Non ti tratterrò da ciò che desideri". Ho sorriso e l'ho abbracciata, "Grazie per la comprensione, mamma," ho detto, "Non importa dove io sia, ti amerò sempre". Lei mi ha abbracciato forte, "Ti amo più di quanto tu possa immaginare, Cora".

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