La morte non le faceva più paura. Il dolore non era stato nemmeno così lungo. Non superava quello di due aborti, e neppure il dolore che aveva provato quel giorno inginocchiata sotto la pioggia battente. Forse era perché non si trattava di una vera morte. Forse era perché, nel momento in cui era morta, Silvia aveva provato solo una sensazione di liberazione, quasi di sollievo. Era come se il peso della paura si fosse sciolto, lasciandole soltanto una pace rarefatta. Quando riemerse dalla nebbia dell’incoscienza, Silvia si rese conto di non essere ancora nel suo corpo. Stava guardando il mondo attraverso occhi che non erano suoi, rinchiusa in un guscio vivo ma estraneo, incapace di muoverlo a suo piacimento. Era la stessa sensazione che aveva provato la prima volta, quando era entrata nel

