Come Quando Fuori Piove

《Vedi Zixin...》 cominciò la madre dal sangue blu che portava indosso i pregiati vestiti ornati dal rinomato e inconfondibile segno rosso.《Quando la Principessina del regno di Fiori comincerà a far parte di questo mondo, verrà promessa in sposa a te.》 Il Principino, che portava il peso di una vita lunga poco meno di tre anni, un po' spaesato rispose: 《Ma mamma... io sono abbastanza bravo da poter governare il mio regno da solo!》 Il piccolo bimbo dal sangue reale chiuse le sue mani in un pugno e le posizionò sui fianchi, alzando il petto.《Guarda, sono fortissimo!》 《Zixin... se fai così farai la fine del grande Nadir.》 lo sgridò la madre. 《Perché la profezia non si è mai sbagliata, e lui ha osato andarle contro. Essa vuole che il Principe del Regno di Cuori si sposi con la Principessa del Regno di Fiori, e così sarà.》 La profezia qui, la profezia là... Perché c'è qualcuno, qualcosa che avrebbe dovuto decidere il futuro di qualcun altro? Al Principe dell'Asso di Cuori, famoso per essere scortese e facilmente irritabile, la cosa non andava giù e mai gli sarebbe andata. Con la crescita tuttavia si sa, le opinioni possono cambiare, e anche il cuore del giovane Nobile avrebbe potuto accettare la futura sposa, quella che la profezia legava a lui come anima gemella, o qualche sciocchezza simile... se solo quella non fosse morta. Un terribile incendio aveva avuto luogo anni prima nel Palazzo dell'Asso di Fiori, portandosi via la Principessa Shiroara solo dopo un paio di mesi di vita, assieme alla Madre Zhaohui Lin, Regina dell'Asso nero. Il Sovrano, Hyun Lin, era ora costretto a vivere da solo nell'enorme castello, con l'unica compagnia dei suoi servitori e ancelle. L'uomo viveva sotto la continua pressione delle mille richieste del popolo che lo invitava poco benevolmente a trovar nuova moglie e ad avere un'altra figlia, così da non infrangere il volere della profezia. Quell'uomo che neanche avrebbe dovuto essere Re, dalla provenienza plebea, aveva subìto fin troppo al posto di quel “Nadir”, che non aveva fatto altro che rovinare la vita ad un povero contadino, pensava il Principe. Se la profezia si era presa gioco di Hyun, era tutta colpa del precedente Sovrano dell'Asso di Fiori... Almeno questo era ciò che Zixin sentiva dire dai Nobili che lo circondavano fin da quando beveva ancora il latte della madre. Il ragazzo tuttavia non aveva una propria opinione, solo a volte gli capitava di pensare al pover'uomo che sarebbe dovuto diventare parte della propria famiglia: il giovane Principe non poteva sapere come fosse perdere figlia e moglie, nonché anima gemella; ma era certo che se fosse successo a lui non avrebbe mai voluto risposarsi. Nella periferia in collina del Regno di Fiori, in un paesaggio piuttosto in alto e sperduto, ogni mattina si apriva con la stessa routine: Una maga affascinante quanto ficcanaso bussava al vecchio legno della porta di casa Lee, aspettava che l'amico accorresse per recitargli senza sforzo alcuno l'indovinello del giorno che il ragazzo decideva sul momento: 《Nostro signore, coltivatore delle dorate spighe di grano, apra con immensa maestosità la porta e ci dia il suo regale benvenuto.》 recitò quella mattina, alzando gli occhi al cielo. Un ragazzo snello, di media-alta statura le aprì la porta lentamente, un po' accigliato. 《Sì può sapere come diamine fai ogni volta a sapere la parola d'ordine?》 《Arlette Nieto sa tutto.》 rispose semplicemente la ragazza dai capelli rossi, guardando l'amico con aria di superiorità. 《Che poi chiamala "parola", è una frase!》 La risata del ragazzo fece ondeggiare le scure onde dei suoi capelli corti: per quanto il comportamento dell'amica fosse a tratti fastidioso, lui non riusciva a vederla sotto altra luce se non quella della perfezione. 《Ogni giorno mi stupisci di più Arlette.》 ammise, con un leggero rossore sulle guance. L'aspirante maga certo apprezzava quei complimenti e si fece scappare un sorriso, ma sapeva perfettamente che quella non era la piega che questa storia avrebbe dovuto prendere. Fece quindi per ribattere, ma il moro la superò in velocità. 《Dov'è Berger? Oggi non è venuto?》 le domandò l'amico, effettivamente preoccupato per l'aspirante cavaliere. 《Oh, Karim? Già! Vero! Avevo dimenticato di informarti che ci aspetta davanti alla porta del castello, sai, dove c'è la pietra del muro rotta...》 《Capito!》 Afferrò subito entusiasta Qiqiang. 《Ha ottenuto il tirocinio, vero?》 《Non l'ha detto neanche a me. Lo scopriremo non appena saremo da lui. Allora, vogliamo andare?》 Disse ruotando lo sguardo verso il migliore amico, porgendogli la mano come invito a seguirla. La luce del sole mattutino illuminava dolcemente le iridi verdastre della ragazza, molto spesso coperte dall'ombra del cappuccio che si trovava sulla sua testa, come volesse recitare a pieno la parte della strega cattiva, quando in realtà non era altro che una dolcissima ragazza innocua. I capelli rossastri e ondulati le ricadevano sulle spalle e attraverso di essi la luce accecante dell'alba giungeva a Qiqiang Lee come un dolce e morbido lume di lucciola, capace di illuminargli il volto col suo splendore, e di tingergli di calore le guance come fossero la tela di un pittore. La giovane ragazza osservò con segreta preoccupazione il volto dell'amico per pochi secondi prima di ricevere una specie di risposta da questo, imbambolato. 《Ah sì, certo, andiamo, non possiamo stare qui per sempre davanti alla porta di casa mia!》 Aveva farfugliato poi lui, visibilmente in preda al panico. La giovane maga non rimase ad ascoltare tutto il fiume di parole che andava uscendo dalla bocca dell'amico, anche perché il volto completamente in fiamme di Lee – o avrebbe dovuto dire Lin – le fece ripensare all'immenso errore che stava commettendo solo porgendo quella mano. Se voleva portare a termine la missione avrebbe dovuto stare attenta a non alimentare i falsi sentimenti del moro: per quanto avrebbe voluto, non avrebbe più potuto essere la buona amica di cui l'animo di Qiqiang si era invaghito.