Cap.23 La luce del tramonto

1308 Words
《Che ci fai qui?》entro in aula, cercando di non pensare a quello che mi ha fatto. 《Ti faccio da tutor》. 《Non dovevi avere una sospensione》mi siedo al primo banco distante da lui. 《Volevi che io avessi una sospensione?》sento i suoi passi farsi sempre piu' vicini. Non puo' farmi da tutor lontano!? 《Ma che domande sono!?》lui si siede con una sedia proprio dietro di me, riesco a sentire il suo respiro caldo sul collo. 《Beh...non vedo molto entusiasmo da parte tua》dice sussurandomi all'orecchio. Immobile. Sembra che mi abbia fatto qualche strano incantesimo, non riesco a muovermi. Cerco con tutte le forze di dire qualcosa, oppure alzarmi dalla sedia ed uscire dall'aula. Ma qualsiasi cosa io voglia fare, e' come se il mio corpo mi impedisca di farlo. La mia mente e il mio cuore vogliono che io rimanghi li, insieme a lui. Poche volte la mente e il cuore sono d'accordo, perche' proprio adesso. 《Hai la pelle d'oca》mi passa lentamente le dita, dalla mano fino ad arrivare al collo. Dei brividi mi pervadono la schiena. Mi sposta i capelli dal collo, e inizia a soffiare sull'incavo. 《Nolan》. 《Mmh?》. 《Dovremmo studiare》dico con voce sottile. 《Dovremmo, non siamo obbligati》si avvicina ancora di più con la sedia. 《Mi hai detto che non mi ami》mi giro verso di lui. 《Non ho affermato il contrario》mi mette una ciocca dietro i capelli. 《E allora cosa stai facendo?》lui si avvicina, a pochi centimetri dal mio viso, abbasso gli occhi sulle sue labbre, e poi ritorno a guardare i suoi occhi. I suoi occhi, sono come un labirinto, una volta entrato non c'è via di uscita. 《Ti provoco》sussura sulle mie labbra. Io mi sposto《Dobbiamo fare chimica》. Lui si sposta leggermente, poi si alza e va verso l'armadietto e prende diverse ingredienti. Posiziona le cose sul banco e poi si risiede accanto a me. 《Prendi quello》indica una ciotola, che io afferro. 《Mi dispiace》dice lui improvvisamente. 《Per cosa?》. 《Per averti spezzato il cuore》mi sussurra all'orecchio. 《Ho capito che era solo una stupida cotta》mento. 《Solo una stupida cotta》ripete le mie ultime parole. Sentiamo qualcuno tossire vicino alla porta, così alzo lo sguardo e vedo Steve appoggiato allo stipide della porta, con le braccia incrociate guardandoci. Nolan si alza dalla sedia, e sorride. 《Che ci fai qui?》chiedo a Steve. 《Che ci fa' lui qui?》mi chiede lui entrando nell'aula. 《Mi sta facendo da tutor》. 《Oh, bene...sai io sapevo che dovevo farti io da tutor》mi giro verso Nolan, che alza le spalle. Effettivamente sembrava strano, Nolan che mi fa tutor? 《Vi lascio soli allora, piccioncini》Nolan esce dalla stanza. 《Va bene, studiamo?》dice sedendosi sulla sedia. Mi alzo《Steve, scusa ma io devo tornare a casa, mi dispiace》. 《Non è colpa tua》. Esco dall'aula e mi dirigo all'uscita. 《Per caso ti serve un passaggio?》mi giro e vedo Nolan, appoggiato agli armadietti con le chiavi in mano. 《Non da te, sicuro》. Esco dalla scuola, talmente che fa freddo, rischio di vedere un pinguino, con la sciarpa. 《Sei sicura?》dice guardandomi congelare. Due sono le opzioni. 《Congelerò》. Mi avvio lungo il viale, c'è la farò. Improvvisamente si mente a nevicare. Ci mancava. La macchina di Nolan mi affianca. 《Mi lasci in pace!》gli urlo continuando a camminare. 《No, è diritto di tutti camminare su questa strada》. 《Tu mi segui!》. 《Sto tornando a casa》. 《E da quando abiti nella mia casa》. 《Io adesso devo giarare》. 《No, aspetta...》gli dico io fermandomi, e lui fa lo stesso con la sua auto. Menomale che non c'è nessuno per strada. 《Mmh?》quanto è fastidioso, quando risponde così. 《È ancora valida quella proposta?》. 《Di darti un passaggio?》. 《Si》. 《No, mi dispiace》. 《Che arrogante!》. 《Scherzavo, sali》gli tirerei un bel pugno da fargli un occhio viola, mi sta facendo congelare. Forse, avrei dovuto accettare prima, ma meglio tardi che mai. Invece, di andare dritto, lui gira. 《Guarda che io devo andare diritto》gli ricordo, forse ha qualche problema di memoria. 《Lo so》mi fa piacere. 《E allora perchè hai girato?》. 《Perchè ti ho detto che ti avrei dato un passaggio, non che ti avrei portata a casa》mi dice lui sorridendo. 《Certo, perchè questa cosa è ovvia》adesso mi venderà a qualcuno. Altrimenti non si spiega. 《Non ti preoccupare, ti puoi fidare di me》. 《Questa cosa lo dicono esattamente i ladri maniaci》sono seria, sembra di essere finita in un film horror. 《Tu ti fidi?》. 《Di te...no》sono sincera. 《Fai bene》. 《Smettila idiota》gli dico, accendendo la radio. 《Non Ed Sheeran, grazie》per dispetto metto proprio una sua canzone. Shape of You. 《Non mi hai sentito?》dice cercando di girare. 《Si ma non mi interessa, dato che mi vuoi uccidere fammi ascoltare la canzone che voglio!》non sapevo mi piacesse così tanto dargli fastidio. Dove c'è scritto che lui può farlo ed io no. Mi giro verso il finestrino, e vedo il paesaggio invernale scorrermi sotto gli occhi. La neve che scende e si ferma su gli alberi ai lati della strada. Vedo quei pochi uccellini che volano, per tornare a casa, nei loro nidi, dove le loro famiglie li aspettano. Avvolte la realtà fa male, e la natura è il mio posto sicuro. Gli animali, le piante. Le stelle che mi collegano sempre a mio padre. Le meraviglie della natura, gli arcobaleni e le cascate. Ci fermiamo su una collina, lui scende dall'auto, mentre io resto. Non sarei uscita, fa freddo fuori! 《Vuoi scendere?》apre la porta. 《No!》incrocio le braccia. 《Quanto sei testarda!》dice mettendo un braccio sotto le gambe e l'altra sotto la vita, portandomi fuori dall'auto. 《Mettimi giù!》lui lo fa mettendosi davanti la porta impedendomi di entrare. 《Ti odio!》. 《Lo so》. 《Dobbiamo congelare qui fuori!?》. 《Guarda》dice facendomi giarare. Il tramonto. Una delle cose più belle della natura. 《Preferisco il tramonto d'inverno a quello dell'estate》dice lui. Mi giro verso di lui, e mi blocco, incastrata tra i suoi occhi. Lui si avvicina di più al mio viso. Le nostre labbre quasi si sfiorano. Sento il suo respiro sul naso, e il suo odore. Si avvicina sempre di più, e fa toccare le nostre labbra. Chiudo gli occhi. Il mio telefono squilla, risvegliandomi da quel momento. Faccio alcuni passi indietro, e prendo 8l telefono dalla tasca. Ginevra. Beneditela! 《È mia sorella》dico mostrandogli il telefono. Non so neanche perchè l'ho fatto. 《Dove sei?》la voce Ginevra quasi non mi stona un timpano. 《In giro, sto tornando》. 《La prossima volta chiamami che mi fai preoccupare!》. La saluto, salgo in macchina, e dico a Nolan di tornare a casa. Mi avevo promesso di non ricascarci. E invece, mancavano pochi secondi, e sarei caduta di nuovo ai suoi piedi. Perchè lui continua a provocarmi!? Cosa vuole da me!?
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