Scammers-4

1827 Words
-Sotino? Il fotografo! -Si proprio lui Arriva Colosimo -Fai la deposizione col collega -Carlo e tu che fai? -Io vado a parlare col questore dobbiamo beccare gli altri russi, sono convinti che sono nascosti in quella casa in campagna e dobbiamo muoverci prima che si organizzino per scappare. Siamo in aperta campagna, la casa una villa padronale dell’ottocento si trova al centro di una grande appezzamento di terreno coltivato a frumento, davanti all’abitazione due macchine e il famoso pulmino, due le vie di accesso una davanti che dà sulla statale e una sul retro che va verso il boschetto. -Allora che pensi di fare - disse il questore -Ci sono quasi quattrocento metri di terreno allo scoperto, appena entriamo ci vedono subito, se c’è un conflitto a fuoco quelli fanno il tiro a piccione -Quindi che dici li prendiamo per fame? -Sarebbe un’idea, ma sono del parere che se mandiamo un paio di auto a sirene spiegate dall’ingresso principale, quelli tenteranno la fuga per la trazzera sul retro e noi li aspetteremo al boschetto- dissi io Guarderò troppa televisione e prendo spunto dalle serie televisive americane, fatto sta che i tre russi fanno quello che ci aspettavamo, al rumore delle sirene salgono su una delle auto e vanno verso il boschetto, qui avevamo piazzato un trattore in mezzo, preso in prestito da un contadino, i russi si trovano circondati, si arrendono senza opporre resistenza. Entriamo nel casale, i gemelli due vecchie checche vestite con pantaloni attillati rosa e magliette smanicate verde mela, sono seduti su un divano con lo sguardo perso nel vuoto. Facciamo un giro per quella enorme casa, sulla destra il salone delle feste o festini, a destra un’altra grande sala attrezzata set cinematografico con tanto di luci, monitor e telecamere, al piano superiore una serie di camere da letto, ovviamente per incontri più intimi e sul retro a lato della cucina una stanza con una serie di mobiletti e schedari, dentro accuratamente catalogati e divisi per date una marea di foto e dvd. Evidentemente i due filmavano e fotografavano le serate, c’era materiale per ricattare tutta la provincia e zone limitrofe. Ma la giornata non è ancora finita io e Colosimo saliamo in macchina e torniamo a Ragusa, destinazione il fotografo Sotino. Lo studio fotografico è in una delle vie principali nella parte nuova della città. Entriamo, il locale è molto moderno, ristrutturato da poco, il Sotino è alle prese con una cliente, salutiamo ed attendiamo con pazienza, lui ci riconosce ci saluta con un sorriso. Uscita la cliente ci avviciniamo al bancone -Buona sera, commissario cosa posso fare per voi -Eravamo venuti per fare una foto tessera -Certamente accomodatevi qua sul retro Andiamo sul retro, il Sotino accende i fari sistema una sedia, -ecco per chi sono queste foto? -Per lei caro amico – dico io -Commissario che ha voglia di scherzare -Ma nessuno scherzo, guardi venga davanti alla macchina fotografica, ecco bravo, togliamo la sedia Sotino segue le mie indicazioni meccanicamente, non riesce a capire dove vogliamo andare a parare -Ecco Colosimo ci pensi tu a scattare? - dico io -Certamente è un piacere – risponde Colosimo -Allora facciamo solo tre foto la prima frontale (scatto) la seconda profilo destro… -Commissario, sto scherzo non mi sta cominciando a piacere -Ma guarda figliolo che lo facciamo per il tuo bene, così ti abitui -A cosa? -Alle foto che ti faranno tra poco in questura -Ma cosa dice, commissario -Dico che sei in arresto -Ma cosa ho fatto? -Filmini porno -E che è reato? - Se c’è di mezzo droga, prostituzione, truffa, associazione a delinquere e se vuoi continuo – dice Colosimo -Ma io di tutta sta roba non ne so nulla -Questo lo spieghi al magistrato, ora puoi decidere su due opzioni esci con le buone, chiudi pacatamente il negozio e vieni con noi oppure c’è l’opzione due ti mettiamo le manette e ti portiamo via non prima di aver perquisito il locale. -Scelgo la prima opzione, del materiale porno non ho nulla in giro, è tutto in questa chiavetta USB, che porto sempre con me. A questo punto il mio lavoro finisce qua, accompagniamo Sotino in questura e torno a casa e mi preparo da mangiare, poi mi ricordo della ragazza accendo il computer, lei è in linea su Skype vedo che ha provato un paio di volte a chiamarmi, la saluto “Ciao “Ciao, ho una buona notizia “Quale “Abbiamo arrestato gli assassini della tua amica “Tu come fai a sapere chi è la mia amica? “Dimentichi che sono un poliziotto “Ti chiedo scusa, è vero sono una ex porno star, mi dispiace avertelo tenuto nascosto, avrei dovuto essere sincera, ma temevo di perderti “Perdermi? E perché? Non sono un bigotto e quando finisco il mio lavoro di poliziotto sono una persona come tante “No, non sei come tante, sei speciale, sei il primo uomo che non mi fa proposte oscene, ma mi tratta da donna “Sei bella, sei intelligente, mi piacerebbe conoscerti “Ho voluto smettere con il mio passato, cerco un uomo che mi voglia bene “E pensi internet sia il posto migliore per trovare qualcuno “Io penso di sì visto che ho trovato te La discussione continua per ore, all’improvviso ci accorgiamo di avere molte cose in comune siamo entrati in confidenza, provo a fargli delle domande diverse. “Una delle foto ti ritrae in campo da golf “Si ho fatto un servizio fotografico, quella è la foto più innocente “Il campo è quello di Ragusa, vero? “Si “Adesso sei a Ragusa “Non posso rispondere mi ucciderebbero, ma se tu vuoi nascondere una cosa mettila in un posto bene in vista così nessuno va a cercare, ciao Chiude la conversazione. Dove non si va a cercare, un posto bene in vista, vediamo, ragioniamo. Chi può cercare? La polizia ovvio, dove non andremmo a cercare dodici ragazze straniere. Mi scervello mi sforzo, ma mi sento come un limone spremuto, vado a dormire. Prendo subito sonno, ma i miei sogni sono pieni di incubi, mi agito, mi giro e rigiro nel letto, in copriletto è per terra, il lenzuolo e raggomitolato in fondo al letto, mi sveglio di soprassalto, guardo l’orologio e non è neanche l’una. Ho capito! So dove sono le ragazze. Mi alzo e salgo di corsa al piano di Colosimo e comincio a suonare freneticamente il campanello, da dietro la porta sento Colosimo arrivare accompagnato da un nugolo di bestemmie -Carlo ma si può sapere che cazzo vuoi? E poi perché non mi hai chiamato al cellulare -Perché ce l’hai spento, fammi entrare che ti racconto tutto. Dopo venti minuti ci troviamo in ufficio col questore e spiego che le ragazze secondo me sono all’hotel Monreale proprio a cento metri dalla questura, l’albergo appartiene ad una persona su cui da anni indaghiamo, perché sospettato di traffico di droga e di essere collegato con alcune famiglie mafiose. A dimostrazione del fatto che quando si vuole le cose riusciamo a farle bene, alle 2 meno dieci del mattino 50 uomini tra poliziotti e carabinieri divisi in tre squadre eravamo radunati davanti la caserma provinciale dei carabinieri, ovviamente lontano dalla questura per non destare sospetti. I primi a muoverci saremmo stati noi, cioè io, Colosimo il questore e sette agenti avremmo fatto irruzione nell’albergo e una volta trovate le ragazze, sarebbero partiti gli altri per arrestare il titolare e il direttore dell’albergo. Siamo appostati a cento metri dall’albergo, io e una collega saremmo entrati fingendoci clienti e avremmo bloccato il portiere di notte, due uomini avrebbero parcheggiato nella stradina laterale davanti le uscite di emergenza bloccandole, mentre gli altri sarebbero intervenuti al nostro segnale. Io e la collega Stefania Rolo arriviamo con una macchina e parcheggiamo davanti all’albergo, scendiamo dal bagagliaio due valige e suoniamo al campanello essendo la porta chiusa. Il portiere è ancora sveglio e guarda la tv, appena ci vede apre e noi entriamo. -Senta – parlo col mio accento veneto – avreste una matrimoniale libera -Certamente -Bene polizia – mostro il distintivo Il portiere cerca di andare al telefono, ma gli punto la pistola alla tempia, due inservienti vedono la scena e tentano la fuga uno dal retro e l’altro dalla porta principale, la collega cerca d’inseguire quello che si era diretto verso il retro -Calma, tranquilla tanto ora torna la porta è sbarrata e le finestre del piano terra hanno tutte le grate, tu fai un passo indietro, mani bene in vista e gira dal bancone lentamente o giuro che ti sparo. Il portiere obbedisce, poco dopo entrano gli altri con il tizio che aveva tentato la fuga già ammanettato, mentre il terzo mestamente torna indietro e si fa ammanettare… -Dove sono le ragazze – dico io al portiere -Quali ragazze – chiede lui -Lo sai benissimo – -Io non so di cosa sta parlando Non rispondo gli do direttamente un calcio sulle palle e lo metto ko. Mentre gli altri mi guardano basiti io gli ripeto la domanda -Te lo ripeto l’ultima volta, dove sono le ragazze -Dai le cerchiamo noi – dice Colosimo -No me lo deve dire lui e poi continuo con voi, questi tre pezzi di merda sono i protagonisti dei filmini porno che fanno, non li avevi riconosciuti? -A be quand’è così- Colosimo si gira e molla un calcio sui testicoli di uno degli altri due Il terzo impaurito parla subito -Sono nei locali del seminterrato- Il questore prende il cellulare ed avvisa gli altri poi si guarda in giro vede uno stanzino lo apre guarda e dice -Richiudeteli qua dentro, voi due di guardia e se provano a scappare sparategli direttamente, vi copro io, tutti gli altri con me Scendiamo negli scantinati lungo il corridoio pulito e ben tenuto c’è una stanza chiusa da un lucchetto, sparo due colpi e il lucchetto salta dentro la luce è accesa ci sono alloggiate le ragazze che ci guardano impaurite -Signore calma tranquille siamo poliziotti- dice Colosimo mostrando il distintivo. Io cerco con lo sguardo tra le ragazze Nicole, le mi riconosce mi corre incontro e mi abbraccia, le facciamo uscire dalla stanza e le facciamo sistemare nell’androne dell’albergo. Io mi apparto a parlare con Nicole -Non credevo che sareste arrivati così in fratta a scoprire tutto -È stato grazie a te che sono riuscito a capire, parlerò col giudice di questo, ma non credo che ci saranno accuse contro di voi, in fondo eravate costrette -Io non sono una santa, all’inizio credevo che potevo smettere quando volevo, ma presto mi sono trovata come schiava, mi pagavano e bene, ma a che servono i soldi se non li puoi spendere. -Ora penso che presto potete tornare al vostro paese -Quale, io non ho nessuno, e per me un posto vale l’altro -Aspetta un attimo Mi allontano vado a parlare con il questore e il giudice che nel frattempo era arrivato, pochi minuti e torno da lei -Vai a prendere la valigia e le tue cose, Pochi minuti dopo torna con una valigia ed un borsone -Ecco qua che dobbiamo fare - dice lei -Vieni con me, sei sotto la mia custodia – dico io mentre prendo la valigia più grossa Usciamo dall’albergo e saliamo in macchina. -Dove mi porti? – -A casa mia – rispondo io -Posso stare a casa tua? – -Tutto il tempo che vuoi- -Attento potrei restarci per sempre- -Correrò il rischio- dico io sorridendo, mentre lei mi da un bacio.
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