Scammers-3

2019 Words
“Ciao “Ciao, come stai - rispondo io “Sono triste “Pensi alla tua amica morta “Anche e penso che sono sola “Ma dove vivi “Sono nata a Nizza, ma vivo in Costa d’avorio, vorrei andare via ma non posso “Perché non puoi? “Non ho soldi per l’aereo e poi non so dove andare. Mi piacerebbe conoscere un uomo, che mi voglia bene “Eppure sei una bella ragazza, non dovresti avere problemi “Non è facile trovare un uomo onesto che ti ami. La discussione continua su questi termini per una ventina di minuti, voglio catturare la sua fiducia, mi mostro anche interessato a lei, ho paura che sbattendole la verità in faccia chiuda la chat e non riesca a mantenere il contatto con lei. È mezzanotte ci salutiamo e ci mandiamo due cuoricini, prendo il cellulare e chiamo Colosimo che mi risponde con la voce impastata. -Colosimo stavi dormendo -No stavo giocando a scacchi -Bene, temevo di averti svegliato -Ma la smetti di fare il cretino, perché mi hai svegliato -Sai la ragazza della chat -E allora? -È amica della ragazza uccisa -Che cosa? Sto arrivando Non preoccupatevi Colosimo abita al piano di sopra, infatti dieci secondi dopo arriva in pigiama e pantofole, gli mostro quello che ho scoperto. -Diamo per scontato che quello che ci ha detto il tizio sia vero, è da pensare allora che a sistemare la faccenda siano venute delle persone da fuori, possibilmente dall’estero, ma non è che ci possiamo mettere a controllare tutti gli stranieri che sono arrivati in città negli ultimi giorni -Tutti no, solo quelli che hanno noleggiato delle auto. E fatto dei biglietti aerei -Spiegati meglio -Allora mettiamo che io sono il capo dell’organizzazione, che faccio mando un paio dei miei uomini ad eliminare la ragazza, smantello l’ufficio e porto via le ragazze, magari cambio direttamente città, tanto in materia di sesso la domanda supera sempre l’offerta in qualsiasi parte del mondo. -Quindi dobbiamo cercare tra gli aeroporti di Catania e Comiso chi ha noleggiato un pulmino negli ultimi giorni e nelle agenzie di viaggi quanti biglietti aerei, no questo no, perché avranno fatto delle prenotazioni on line, mica sono dei fessi. -Va bene ma io farei ugualmente un giro per vedere se sono stati acquistati dei biglietti aerei per un gruppo di donne -Ok, io allora guardo gli autonoleggi La mattina seguente sono le undici, sono nel mio ufficio ed aspetto Colosimo, che arriva di lì a poco -Niente, mi sono girato tutte le agenzie di viaggi, ma niente- dice Colosimo -Io ci ho preso invece a primo colpo, sono andato da Puchino e tre giorni fa è arrivato un russo un certo Anatoli Dolkacov a noleggiare un pulmino da nove posti, solo che non si trova in nessun albergo, a meno che, ma si potrebbe pensare che… -Che cosa? -E se questo o questi sono venuti via mare? -Porto di Pozzallo, telefono alla capitaneria- dice Colosimo Colosimo torna dopo pochi minuti mentre io sto aggiornando su tutto il questore -Signor questore buon giorno, c’è ormeggiata una nave russa che sta scaricando grano -A questo punto si va a Pozzallo -A questo punto- dice il questore- andiamo tutti a Pozzallo, strada facendo avviso carabinieri e guardia di finanza, la nave non deve partire -E che ne sa se la nave parte – dico io -Con la fortuna che abbiamo, meglio andarci cauti Arrivati al porto di Pozzallo troviamo ad aspettarci un brigadiere della locale stazione e una badante del posto di origine russa con la funzione d’interprete -Signor questore buongiorno, mi ha mandato il maresciallo, mi sono permesso di portare la signora Olga, è la badante di mia madre, per farvi da interprete -Alla faccia dello spiegamento di forze, non c’è neanche un finanziere, mi congratulo invece con lei, si aspetti un encomio. Ragazzi voi con la signora salite a bordo, io faccio un paio di telefonate, porca puttana faccio scoppiare un casino E c’è da crederci, il fratello colonnello della finanza, lo zio ministro il putiferio è praticamente immediato, di lì a poco non so quanti finanzieri e carabinieri arrivano. Noi siamo a bordo della nave, nessuna collaborazione da parte del comandante, che si limita a far venire sul ponte il Dulcacov, il quale non vuole rispondere alle nostre domande, inoltre il comandante ci invita a scendere dalla nave fino a quando non avremmo avuto un mandato. Pochi istanti dopo arrivano il questore e direttamente il giudice oltre ad una dozzina di uomini. Vengono radunati tutti gli uomini dell’equipaggio controllati i loro documenti uno per uno, mancano all’appello tre uomini, viene perquisito l’armadietto di Dulcacov e sequestrati un paio di pantaloni con delle macchie di sangue, negli armadietti dei tre che mancano all’appello invece nulla. Nel frattempo il comandante è riuscito a smuovere non so quale autorità russa, una serie di botta e risposta tra il giudice e questo funzionario che si oppone al fermo del russo se prima non avesse esaminato le prove che avevamo contro l’uomo, insistendo che la nave apparteneva al governo russo e a tutti gli effetti era territorio russo e fin quando l’uomo era sulla nave non poteva essere fermato dalla polizia senza la sua autorizzazione. A me tutte ste storie di burocrazia e cazzate varie non piacciono e tantomeno a Colosimo. Succede allora, che mentre c’era questa accesa discussione tra il giudice e il funzionario russo, il Dulcacov è fuori affacciato al parapetto della nave. È stato un attimo. Ci guardiamo negli occhi con Colosimo e partiamo a razzo verso il Dulcacov e prima che questi potesse rendersi conto di cosa stesse succedendo, l’avevamo già afferrato per il fondo dei calzoni e buttato in acqua. Subito gli altri marinai si sono precipitati per soccorrerlo, ma tiro fuori la pistola e sparo un colpo in aria e dico loro in perfetto italiano “il primo di voi che si muove gli sparo sulle corna”, i russi mi capiscono e si allontanano dal parapetto mentre i colleghi smettono i panni da impiegati statali e puntano le armi contro i marinai per tenerli sotto controllo. Lo sparo manco a dirlo attira l’attenzione di tutti, che subito escono per vedere quello che era successo -Ma si può sapere che succede- disse il questore -O niente di grave per fortuna, purtroppo mi è partito un colpo, poi (rivolto alla signora che fa da interprete) dica al comandante, che il signor Dulcacov è sceso dalla nave e quindi non è più in territorio russo – dissi io -Gianni lo sai che questa situazione può avere ripercussioni molto in alto – disse il giudice -E che ci fanno, l’embargo delle mignotte e delle modelle. Filippo usa la testa, tu pensi che quella specie di funzionario faccia qualcosa, visto che è compromesso mani e piedi in questa faccenda- dissi io -Come fai a dirlo -E tu che pensi che questa specie di comandante abbia conoscenze così in alto se non sono tutti coinvolti, solo che al comandante non gli possiamo fare niente perché non abbiamo prove, ma a quello ti prometto che appena lo ripescano quelli della capitaneria gli faccio il culo quanto una capanna- risposi io Io e Colosimo ci allontaniamo accompagnati da una serie di imprecazioni in russo del comandante, a cui io rispondo semplicemente mostrandogli l’indice medio della mano destra. Dimenticavo! Mi sono rivolto al giudice in quella maniera semplicemente perché siamo grandi amici ed uno dei componenti il gruppo delle partite a poker, che facciamo settimanalmente. Giunti sul molo c’è un’ambulanza e gli uomini della capitaneria stanno consegnando il Dulcacov ai colleghi. Mi avvicino al russo, che mi guarda con aria di disprezzo e io vado a parlargli a pochi centimetri di distanza -Tu non sai quello che ti aspetta Mi risponde in russo -Con te ci vediamo dopo e se non parli vedrai, ti faccio rimpiangere le prigioni siberiane- -Ma che gli parli a fare tanto non capisce- dice Colosimo -Capisce benissimo l’italiano, altrimenti non l’avrebbero mandato qui -E bravo Commissario, ma tanto pochi giorni ed io esco- dice Dolkacov -Vero ma a me bastano che tu passi qualche giorno in carcere, così capisci cosa fanno da noi a chi uccide una donna La spocchia si spegne subito dal volto del russo, mentre mi dirigo verso la macchina con Colosimo -Carlo ma perché cosa fanno in carcere a quelli che uccidono una donna- chiede Colosimo -E che cazzo ne so, me lo sono appena inventato, poi il non sapere lo farà cagare sotto, ora andiamo da Muscatà- Colosimo già comincia a ridere solo all’idea dello scherzetto che ho in mente. Vi spiego tutto, precedentemente avete letto del Muscatà, descritto come una sorta di animale e maniaco sessuale, in realtà Michele Ferrante è un maresciallo della stazione dei carabinieri di Ragusa, ex corazziere, alto più di due metri, per cento e passa chili, una specie di armadio ambulante, ex olimpionico di pugilato, una forza disumana, ma buono come il pane con la passione per il teatro, ha anche fatto qualche comparsata in Montalbano e ogni tanto si presta a darci una mano in qualche operazione particolare, dimenticavo è il quarto delle nostre partite a poker. Prendo il cellulare e lo chiamo -Michele, ciao, mi serve il tuo aiuto -Che devo fare? -Il detenuto maniaco, i dettagli te li spiego dopo -Come l’anno scorso. Bello mi piace. Quando dobbiamo fare questa cosa? -Tra poco, io e Colosimo stiamo salendo a Ragusa siamo ancora a Pozzallo, calcola mezz’ora -Mi serve un’ora qualche tatuaggio finto me lo devo far fare -Questo è vero, allora facciamo che ti aspettiamo direttamente al carcere Il Giovanni Ferla è chiuso nella cella da solo e sdraiato nella parte inferiore di un letto a castello intento a leggere un giornale, quando la sua lettura è distolta dal rumore della chiave che apre la cella, da fuori sente la voce del poliziotto che dice “avanti Muscatà entra e non rompere le palle”. Muscatà entra e la porta si chiude, io Colosimo l’agente e il direttore del carcere siamo nel corridoio che ci tratteniamo dallo sbellicarci dalle risate. Dentro il presunto assassino nel panico più totale, si alza subito e va spalle al muro in fondo alla cella, Muscatà si avvicina al letto a castello afferra le lenzuola del letto di sotto e le butta nella parte di sopra, poi prende le sue e le porge al Ferla. -Tu pupetta, fammi il letto Il Ferla si mette subito a fare il letto, Muscatà l’osserva e quando lo vede chinato a sistemare il lenzuolo gli dice -Lo sai che hai un bel culetto, io e te stasera ci divertiamo A sentire quella frase l’uomo preso dal panico si lancia verso la porta della cella e comincia a battere i pugni sulla porta e ad urlare -Agente aiuto, presto agente aiuto L’agente che sta seguendo con noi la faccenda, cerca di trattenere il riso ed apre lo spioncino -Che hai da urlare -Agente questo mi si vuole fare -E allora non ti basta, se vuoi ti metto nella cella accanto che ci sono quattro marocchini -Il commissario mi aveva promesso… voglio parlare col commissario, presto voglio parlare col commissario Io, Colosimo e il direttore ci allontaniamo, l’agente aspetta il tempo che andiamo via e apre la cella e lo porta in parlatorio. Entro dopo venti minuti in parlatorio, il Ferla mi attende, è agitato, le sue mani sembrano attraversate da delle scosse elettriche. -Commissario, mi aveva promesso che se avessi collaborato… -Si, si – dico io interrompendolo – appunto, ma tu non è che hai collaborato, ci sono tante cose che non mi hai detto -E che cosa? -Chi organizza i festini a luci rosse e chi fa i filmini porno – quest’ultima cosa ho tirato ad indovinare -Commissario se glielo dico mi fanno la festa -E se non me lo dici te la fa Muscatà la festa e poi sicuramente ti fai meno anni di carcere degli altri ed hai poi tutto il tempo di far perdere le tracce. -Questo è anche vero. Allora io non ci sono mai stato, ma quelli che organizzano i festini a luci rosse sono i gemelli Caffa, quelli che girano sempre vestiti alla stessa maniera con colori vivaci… -Si ho capito chi sono, hanno un posto preciso dove fare queste festicciole -Le feste sono sempre organizzate in posti diversi per non dare nell’occhio o in case di privati a seconda dei casi, loro hanno invece un casale in campagna dove abitano e dove vengono girati i filmini porno assieme a Sotino che gli fa le riprese.
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