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473 Words
3Antonia ha partorito all’ospedale di Alessandria (a quell’epoca abitava a Marengo) e dopo una settimana è venuta ai Tegli e mi ha portato Paolino. Paolino era un bambino bellissimo, aveva pochi giorni e già sapeva sorridere e i suoi occhi non avevano l’opacità tipica dei neonati. Mi sono innamorata di lui appena l’ho visto e anche Margherita, che pure aveva brontolato per tutti i nove mesi, non ha saputo resistere e si è messa a piangere chiamandolo passerotto. Fino alla morte di Antonia sono vissuta nel terrore, sì nel terrore, che Antonia venisse a riprendersi Paolino. In fondo era pur sempre la madre naturale, no? Antonia è venuta a trovarci ancora per un po’ di tempo e poi è scomparsa, letteralmente svanita nel nulla. Non sapevo nemmeno che si fosse trasferita a Genova. Alla Crocetta, Antonia era conosciuta come Rosa Magi e conduceva una vita apparentemente serena e tranquilla. Piero lavorava alla tesi, lei manteneva i contatti con la colonna ligure. Ogni tanto le assegnavano qualche incarico, ma per lo più rimaneva in casa in attesa che qualcosa accadesse. Un pomeriggio di settembre del 1975, era un giovedì, arrivarono Fabio, Nadia e Gavino. Dei tre, Antonia e Piero conoscevano soltanto Fabio con il quale avevano condiviso il periodo della comune di Marengo. Fabio si era trasformato: era dimagrito di dieci chili e si era ossigenato i capelli. Anche Nadia aveva i capelli biondi, che portava cortissimi. Anni prima era stata in India e di quel periodo era rimasto un piccolo foro sul naso che lei cercava di nascondere con il fondotinta. Gavino, invece, non raccontò nulla di sé, se non che aveva studiato a Trento. Ad Antonia piacque subito e divenne rossa quando lui lodò i suoi capelli. Nadia girava per le stanze controllando tutto. I suoi camperos picchiavano sul pavimento con un rumore sordo. – Il posto è perfetto – disse infine soddisfatta. – E i vicini? Antonia fece spallucce. – Praticamente inesistenti. C’è solo una casa, quella laggiù. – Additò una villetta bianca a due piani che incominciava a confondersi con le ombre del crepuscolo. – Sono persone tranquille, che si fanno i cazzi loro. – Perfetto! – tornò a dire Nadia e Antonia capì che era lei ad avere potere. Per un attimo ne ebbe paura, ma poi si diede della stupida. Quella sera Gavino l’aiutò a lavare i piatti. – Sono contento di averti conosciuta. Fabio mi ha parlato molto bene di te. Antonia arrossì. – E tu non sei contenta di avermi conosciuto? Lei arrossì di nuovo. Sessualmente Antonia è stata sempre molto libera e disinibita. “Da grande voglio avere almeno cinque fidanzati” diceva quando era bambina. Margherita ci faceva su una malattia, la sgridava, le diceva che era una svergognata. Antonia si metteva a ridere, si infilava un golfino d’angora, e correva da uno dei suoi fidanzati. Un certo Maurizio di Voltaggio veniva a trovarla in lambretta. Antonia passava delle ore a farsi bella per lui.
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