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La sposa riluttante

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Emily Woodhouse è rimasta vedova senza un soldo e senza una casa grazie al suo defunto marito. Le sue abitudini da giocatore d’azzardo l’hanno messa in una situazione disperata. Confrontata con l’opzione di risanare i suoi debiti intraprendendo il più volgare dei lavori, sceglie invece di accettare l’insolita proposta di matrimonio di Tyler e Xander. Non sposerà un uomo solo, bensì due.

Tyler e Xander capiscono all’istante che Emily è la donna giusta per loro. Non solo la giovane vedova risveglia i loro istinti protettivi, ma è a conoscenza della loro usanza riguardante un matrimonio a due mariti. Nonostante il fatto che Emily abbia bisogno della sicurezza che possono offrirle, non è entusiasta all’idea di risposarsi. Potrà anche essere riluttante, ma loro le mostreranno cosa significa stare con due uomini che la apprezzano, la proteggono e la posseggono.

Il passato, tuttavia, si ripresenta alla loro porta nel modo più pericoloso possibile. Solo affrontando il passato possono forgiare un futuro assieme.

 

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Capitolo 1
  1 EMILY Ero così nervosa che riuscivo a malapena a riprendere fiato. Il cuore mi batteva così forte che avevo paura mi sarebbe balzato direttamente fuori dal petto. Avevo le dita che formicolavano e la fronte imperlata di sudore. Cercando di trarre un respiro profondo, sollevai una mano e bussai alla porta. Che poi, li avrei trovati in casa? Era l’ora di pranzo, per cui magari stavano mangiando assieme agli altri. Avrei dovuto avere fame anch’io, ma non ero stata in grado di mangiare un solo boccone per tutto il giorno. Mi ci era voluto tutto quel tempo per racimolare abbastanza coraggio da venire lì. Ero stata sul punto di far voltare il cavallo più di una volta. Mi lanciai un’occhiata alle spalle mentre attendevo; l’immensa distesa del Ranch di Bridgewater era una vista sbalorditiva. In lontananza, riuscivo a scorgere un’altra casa e sapevo che le stalle, il fienile e altre strtutture si trovavano sull’altopiano. Come tutti gli edifici sulla proprietà, erano poste a una buona distanza l’una dall’altra per questioni di privacy. I terreni non mancavano sul Ranch di Bridgewater. Sentii dei passi e mi voltai di nuovo di scatto, mentre la porta si apriva. Strinsi le dita. «Signora Woodhouse.» Il signor Tyler si asciugò le mani su un canovaccio e, a giudicare dal modo in cui inarcò un sopracciglio biondo, era chiaro che non si fosse aspettato la mia visita. «Siete uscita presto. Stavamo giusto terminando il pranzo. Vi prego, entrate-» «Sono d’accordo,» sbottai io. Non riuscivo più a trattenermi, temendo che, se l’avessi fatto, o avrei cambiato idea o avrei perso la testa. Era pietrificante, la loro offerta di matrimonio, ma non avevo molta scelta e il signor Tyler e il signor Xander potevano andarmi bene. Osservando quanto fosse bello l’uomo che avevo di fronte, coi capelli chiari scompigliati, gli occhi azzurri puntati solamente su di me, le labbra piene che si piegavano verso l’alto in un mezzo sorriso, sarebbe potuto andare decisamente bene. Se solo non fossi stata tanto spaventata dalla proposta. «Siete d’accordo?» Chiusi gli occhi per un istante, traendo un respiro profondo. Ce l’avevo fatta, avevo avviato la conversazione, per cui la tensione che provavo nel petto si alleviò, almeno un poco. Ciò non significava che non mi avrebbe respinta, o che il signor Xander sarebbe stato d’accordo. Era passato un giorno intero. Magari in quel lasso di tempo avevano cambiato idea. Che cosa avrei fatto allora? «Con la vostra offerta. Al farmi scopare da entrambi voi. Sono d’accordo.» Lui mi fissò con una tale intensità che dovetti distogliere lo sguardo. Era la primissima volta che avessi mai pronunciato la parola scopare e mi faceva strano. Era il termine che avevano usato loro il giorno prima. Non coito, non rapporto sessuale. Scopare. Risucivo a sentirmi arrossire e mi chiesi se mi sarei mai sentita a mio agio a dirlo. «Credo che Xander vorrebbe sentirvelo dire. Vi va di entrare?» Annuii e, mentre lui faceva un passo indietro, lo superai nell’ingresso. Il suo profumo pulito riempiva l’aria ed io lo inalai. Non puzzava di alcol come Frank. «Xander!» chiamò. Sentii dei passi al piano di sopra, poi scendere lungo le scale. La casa era molto grande, specialmente quando quei due uomini ne occupavano tutto lo spazio, ma non era loro. Era la casa di Kane e Ian, assieme alla loro moglie Emma. Loro erano andati a Billings per qualche giorno, lasciando la loro bambina piccola con Andrew, Robert ed Ann. Il signor Tyler e il signor Xander sarebbero stati nella casa libera, mentre facevano visita alla cugina del signor Tyler, Olivia. Io ero grata del fatto che non fossero stati ospiti a casa di lei, dal momento che non avrei avuto la privacy di cui godevo in quel momento. Quella conversazione era già abbastanza difficile senza dei testimoni. Sollevai lo sguardo e osservai il lungo corpo snello del signor Xander comparire un gradino alla volta. Fui in grado di godermi la sua vita sottile, le dita lunghe, il petto muscoloso prima ancora di vedere il suo viso. Fu difficile distogliere lo sguardo dalla sua mascella scolpita, dalla barba scura e dalle sopracciglia ben disegnate. Le poche volte in cui avevo visto quell’uomo, mi aveva guardata con una tale intensità che era stato difficile non agitarmi sul posto. «Signora Woodhouse,» mormorò, fermandosi di fronte a me, leggermente troppo vicino. Mi rifiutai di indietreggiare, di far sapere a quell’uomo che fossi leggermente intimidita dalla sua presenza. Non era perchè avessi effettivamente paura di lui; non mi avrebbe fatto del male. Mi preoccupavo dell’effetto che aveva su di me. Il mio agitarmi sul posto era dovuto in parte alla mia attrazione per lui. Non ci ero abituata e faceva... paura. «La signora Woodhouse ha detto di sì,» gli disse il signor Tyler. Invece di sollevare le sopracciglia sorpreso, il signor Xander assottigliò lo sguardo, come se avesse trovato la preda finita nella sua trappola e non ci fosse stata via di fuga. «Davvero? È così, signora Woodhouse?» La sua voce era profonda, oscura e prometteva cose altrettanto oscure. Quello non era un uomo gentile; era a malapena addomesticato. Piegai indietro la testa per guardarlo, dal momento che era quasi venti centimetri più alto di me. Mi leccai le labbra e mi schiarii la gola e le parole ci rimasero intrappolate dentro. «Accetto di sposarvi.» «Entrambi?» Sapevo ormai da circa metà anno che cosa significasse essere una sposa di Bridgewater, da quando Olivia me l’aveva raccontato per la prima volta. Inizialmente, ero rimasta sconvolta, in quanto all’epoca non avevo provato interesse nemmeno per quell’unico marito che avevo e non vedevo la necessità di averne due. Ma ora... «Entrambi.» Lui si avvicinò ed io indietreggiai. Ancora. La mia schiena si scontrò con la porta chiusa e lui si chinò in avanti, appoggiando gli avambracci ai lati della mia testa. Il suo fiato caldo mi colpiva il collo. Sapeva di menta peperita e fuliggine. Il suo corpo non mi toccava in alcun modo e sapevo che se avessi fatto un respiro profondo, la punta dei miei seni gli avrebbe sfiorato il petto. «Comprendi che cosa comporterebbe?» mormorò. «Qualunque cosa tuo marito abbia o non abbia fatto con te è sepolta assieme a lui. Noi abbiamo le nostre aspettative per una moglie e le abbiamo condivise con te ieri.» Lanciai un’occhiata al signor Tyler, tuttavia mi sentivo circondata dal signor Xander. Erano troppo grandi, troppo alti, troppo... maschi. Mi ricordavo fin troppo bene quali fossero tali aspettative. Quando mi avevano accompagnata al mio ranch il giorno prima proponendomi un matrimonio, non li avevo rifiutati né avevo accettato. Conoscevano la situazione disperata in cui mi trovavo – se non altro in parte – ed erano stati onorevoli nell’offrirsi. Ciò che non sapevano era che i debiti di gioco di Frank superavano di gran lunga ciò che lui doveva alla banca. Doveva dei soldi anche ad un uomo di nome Ralph che si era fatto vivo a sua volta. Lui non era onorevole affatto. In effetti, la somma che Frank gli doveva sarebbe bastata a farmi lavorare sdraiata sulla schiena per mesi per ripagarla. Ralph non credeva che il debito potesse essere sanato con la morte di mio marito. «Che cosa mi hai detto un attimo fa?» domandò il signor Tyler, distogliendomi dai miei pensieri su Ralph. Mi leccai di nuovo le labbra e cercai di placare il mio cuore impazzito, ma il signor Xander era una gran distrazione. «Vi sposerò... e, e... vi scoperò entrambi.» Il signor Xander mi tolse il capello. Lo sentii vagamente cadere a terra, ma lui mi accarezzò una guancia con le nocche. I suoi occhi scuri penetravano i miei ed io non riuscivo a distogliere lo sguardo. «Non sei vergine,» disse. Non era una domanda. Scossi la testa. Non lo ero da un bel po’ di tempo. Non ero una verginella ingenua che potessero deflorare. «Allora non dobbiamo preoccuparci del fatto che tu possa essere una sposa riluttante, no?» Non ne ero sicura. Ero molto riluttante, ma non ero neanche mai stata tanto bramosa del tocco di un uomo come in quel momento. Volevo più che la punta delle sue nocche sulla mia guancia. Ma due uomini? Quegli uomini? Scossi di nuovo la testa. «Ti abbiamo detto che ti avremmo scopata. Ciò che Tyler non ti ha detto è come ti riempirà la figa col suo cazzo e ti sbatterà fino a quando non gli verrai tutta addosso. Io non ti ho detto che ti violerò quel tuo dolce culo, schizzando il mio seme a fondo dentro di te così che ti gocciolerà fuori per tutto il giorno da entrambi i buchi.» Trasalii di fronte a quel linguaggio volgare e i miei muscoli interni si contrassero al pensiero dell’immagine che aveva descritto. Non avevo idea che un uomo infilasse il suo... il suo cazzo in un didietro. Avevo immaginato che scopare significasse rotolarsi sotto le coperte al buio, con la camicia da notte arricciata attorno alla vita, proprio come aveva fatto Frank. Il signor Tyler sarebbe venuto in camera mia una notte e il signor Xander quella dopo. Non quello. Arrossii e mi si indurirono i capezzoli contro il corsetto. «Ciò che non ti ha detto è quello che ti avremmo fatto a parte scopare,» disse il signor Tyler. Aprii gli occhi – quando mi si erano chiusi? – e vidi che il suo sguardo si era scurito, la sua mascella si era serrata. «Altre cose a parte scopare?» mi chiesi. Che altro poteva esserci? Baciarsi? Frank si era limitato a rotolarmi addosso all’inizio del nostro matrimonio. Io avevo aperto le gambe per lui e lui si era spinto dentro di me, con forza, per poi riempirmi del suo seme. Era finito tutto in un minuto o due. Poi aveva cominciato a bere ed io ero stata piuttosto brava ad evitarlo. «Eccome, diamine,» disse il signor Xander. Mi guardò solo per un istante, poi si inginocchiò a terra e cominciò a sollevarmi il lungo orlo del mio abito. Cercai di scacciare via le sue mani, ma lui non si fece scoraggiare. «Che cosa state facendo?» strillai. Una cosa era accettare di sposarli e di... scopare con loro, ma un’altra era farlo subito. «Ho intenzione di mostrarti come saranno le cose tra di noi.» «Sì, ma perché siete in ginocchio? Non dovremmo stare a letto? Non è buio fuori,» balbettai, i palmi delle mani premuti contro il legno della porta. Lui sollevò lo sguardo su di me e sogghignò. I suoi denti erano bianchissimi in confronto alla sua pelle abbronzata e alla barba scura. «Sei un po’ riluttante, dopotutto.» Improvvisamente, ero molto riluttante. «Non preoccuparti, piccola, ti farà sentire bene,» disse il signor Tyler, la voce rassicurante. Si avvicinò. Premuta contro la porta, con un uomo ai miei piedi e un altro proprio accanto a me, non avevo dove andare. Le mani grandi del signor Xander mi scivolarono sui polpacci e dietro le ginocchia, raggiungendo poi le cosce e sollevando l’abito mentre salivano. Venivo esposta sempre di più con ogni secondo che passava e rabbrividii all’idea. Il signor Tyler prese il tessuto arrotolato e me lo tenne attorno alla vita, scoprendo del tutto la mia metà inferiore. «Quando ci sposeremo, non indosserai mai più queste, né ne avrai più alcun bisogno.» Il signor Xander strattonò il laccio che teneva su le mie mutande e me le fece scivolare lungo i fianchi e le gambe fino a farle ammucchiare attorno alle mie caviglie. «Escine.» «Perché?» «Perché?» ripeté lui. «Vorremo avere facile accesso alla tua figa, dolcezza.»

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