VI
«Non so come ringraziarti Tito».
Il riflesso del sole indugiava sulle increspature delle labbra e arrampicandosi sui declivi delle guance ne esaltava la bellezza cortese.
Tito era abbagliato. «Non devi ringraziare me, ma tua sorella. Ha pensato a tutto lei. Io ho solo redatto un documento».
«Sai bene che, senza di te, non avrei mai potuto portare a casa con me Elia. Ci sei sempre stato per me nonostante tutto e questo gesto non lo dimenticherò mai. Mi hai donato una nuova vita. E l’hai donata ad Elia. Non smetterò mai di esserti riconoscente».
«Suvvia Anna, così mi commuovi. Ho solo fatto quello che ritenevo giusto. So bene quanto desiderassi essere madre ed Elia è arrivato come un dono dal cielo. Ti auguro di essere felice con la tua famiglia e se non avrai più tempo da dedicarmi non preoccuparti, capirò. Ora vai, Elia ha bisogno di te».
Tito non riusciva più a trattenere le emozioni. Appena Anna lasciò il suo studio, serrò la porta e chiuse gli occhi. Aveva bisogno di stare da solo in silenzio, per soffocare quella marea che gli sgorgava dentro.