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Applaudire con i piedi

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Essere curiosi allunga la vita? Forse no, ma probabilmente affacciarsi al mondo della musica la rende migliore.

"Applaudire con i piedi" si propone come una guida semplice ma ricca di originali suggestioni per chi intenda accostarsi alla musica classica. Farinelli, il principe dei castrati, Florence Foster Jenkins, il peggior soprano di cui si abbia notizia, Nannerl Mozart, la sorella ignorata del genio, popolano le pagine di questo affresco popolare della musica colta. Un"occasione per scoprire quanto la musica classica sia presente nella nostra vita quotidiana.Se

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Sapete già tutto senza saperlo
Sapete già tutto senza saperloCiao, mi chiamo Anna e suono la viola. Innanzitutto grazie: se state sfogliando queste pagine vuol dire che il mondo della musica classica e della lirica suscita in voi un certo interesse; dunque, grazie di cuore perché, per me e per quanti come me amano la musica classica e/o esercitano il particolare mestiere del musicista, la vostra attenzione è un bellissimo segnale. Solitamente si ritiene che per ascoltare la Musica Classica (scritta con la maiuscola!) si debba essere dotati di specifica competenza: idea certo non infondata, ma solo se s’intende analizzare la musica classica nel profondo, collocarla storicamente, studiarne la forma, la sintassi e quant’altro ha rilevanza per gli studiosi. Io credo, invece, che presupposto essenziale per provare a conoscerla sia convincersi che non c’è nessuna ragione per temerla e tenerla lontana: ascoltatela e basta. Scoprirete, lo dico adesso e lo ripeterò anche più avanti, che sapete già un sacco di cose in campo musicale e che molta della musica di cui si parla vi è familiare: anche se ritenete di esserne estranei, vi convincerete presto che non è così. L’idea di questo libro nasce da una semplice riflessione: il mondo della musica classica, anche detta musica “colta”, che per me e per i miei colleghi è un ambiente noto, familiare, domestico e assolutamente attuale, per la maggior parte dei non “addetti ai lavori” appare come un mondo astruso, lontanissimo dalla realtà quotidiana, i cui misteriosi partecipanti, membri o adepti, sono una sorta di casta che vive lontano dal mondo reale, dedita a magici riti incomprensibili ai più, cioè agli individui “normali”. Il che può essere considerato vero solo in parte. Spesso alcuni fra i miei moltissimi amici che non si occupano di musica mi fanno una notevole quantità di domande, alcune delle quali trovano risposta in queste pagine: “Ma… cosa fa il direttore d’orchestra?… Come girate le pagine durante i concerti?… Come si compone una colonna sonora?” Inoltre, talvolta, invitando persone a concerti od opere, mi sono sentita rispondere: “no, grazie, preferisco non venire: non ci capirei niente”. La mia replica è sempre stata (ho decine di amici che possono testimoniarlo): “Perché, cosa pensi ci sia da capire? Se ti piace è bello, se non ti piace è brutto”. Identica reazione che si ha in occasione di un concerto di Caparezza o di Vasco o di Ed Sheeran: se ti piace vuol dire che per te è bello, altrimenti scegli un altro cantante. Ma per saperlo devi averlo ascoltato almeno un po’, altrimenti non ne hai idea e parli solo per puro pregiudizio. Naturalmente poi ho proposto opportune chiavi di lettura (avvicinamenti, suggestioni o altro) per arrivare al concerto o all’opera bendisposti, quindi aperti all’ascolto e, soprattutto, incuriositi. Riflettiamo: è possibile che, fra la miriade di opere esistenti nell’universo di quella che chiamiamo comune mente “musica classica” (ricca di diversi generi, gusti, stili e produzioni musicali), non ci sia niente che possa interessarvi o incuriosirvi? O pensate che tutte le persone che, ascoltando quella musica, hanno pianto, riso, si sono innamorate, hanno trovato conforto o soltanto divertimento fossero dotati di qualche misterioso e speciale cromosoma? O, ancora, immaginate che i musicisti, le cui opere ascoltiamo ancora adesso, fossero degli alieni, lontani dal loro mondo e indifferenti alla vita e alle mode del loro tempo? Lo sapete che Mozart diceva più parolacce di un carrettiere, che Che Guevara non capiva un tubo di musica, e che addirittura c’erano “botteghe” nel centro Italia dove si “castravano ragazzi” per farli diventare dei cantanti? Sono notizie curiose, non essenziali per capire davvero la musica colta (qualunque musica, a dire il vero), che andrebbe ovviamente studiata nei suoi linguaggi e soprattutto ascoltata o suonata; ma sono utili solo per creare un ponte che colleghi, senza soluzione di continuità, la musica medioevale a quella contemporanea. I personaggi erano pazzeschi, come quelli di oggi, le storie curiose, i dettagli intriganti. Il mondo della musica classica è intrecciato profondamente con quello attuale, ne è l’origine ma ci convive tutt’oggi, senza scomparire e assumendo nuove forme. C’è posto per tutti, in questo strano mondo: per gli appassionati e filologici cultori, per gli studiosi che approfondiscono settori ben specifici, per gli onnivori ascoltatori, per i professionisti seriosi o per quelli scanzonati che attraversano secoli e stili con leggerezza, per i neofiti timorosi, e anche per chi non ci capisce davvero niente, non ama la musica perché non la frequenta emotivamente, ma magari è curioso di scoprire, osservandone comportamenti e stranezze, come mai milioni di persone non possono (e non hanno mai potuto) farne a meno. Ma perché dovreste essere curiosi di ascoltare Verdi, o Rossini, o Mozart? Perché mai dovreste riuscire a distinguere un oboe da un fagotto, un violino da una viola? E come è possibile che tutta questa musica sopravviva ancora dopo secoli? Come è possibile che centinaia, migliaia di persone ogni anno decidano di mettersi a studiare uno strumento difficilissimo, che sia il violino o il fagotto, il pianoforte o il canto, togliendo ore alla PlayStation o alle serie TV? Come è possibile che ci sia ancora pubblico interessato a questa musica? E che ci siano anche tanti giovani e giovanissimi che si entusiasmano per un concerto di Čajkowskij o per le performances vocali di un soprano? I motivi profondi ovviamente non li conosco, così come non so perché piacciono i Guns N’ Roses o Pino Daniele: ognuno ha gusti propri e motivazioni personali. Ma il mondo della musica classica è più divertente e interessante di quanto si creda: è pieno di curiosità e di aneddoti, di piccoli “segreti” che segreti non sono, di storie ancora attuali che hanno reso immortali nel tempo compositori, esecutori e brani; e che ancora ci appassionano, naturalmente. Inoltre, sempre per rispondere alle domande dei miei amici e dei miei allievi, vi racconto qualcosina vista “dal di dentro”: cosa facciamo davvero in orchestra, come ci prendiamo in giro, cosa abbiamo studiato, chi siamo. Perché quello della musica classica è un mondo bizzarro e talvolta divertente. Applaudire con i piedi vorrebbe, appunto, essere questo: una guida amichevole, accogliente e semplice per avvicinarsi alla musica classica e all’opera lirica, che sono la culla di tutto quello che ascoltiamo oggi, dai jingle della pubblicità alle più belle colonne sonore, ai musical di Broadway, alle canzoni rock, jazz, rap e pop. Non vuole essere un manuale approfondito relativo a un ambito specifico: quello è un onere e un onore che lasciamo giustamente e volentieri a persone più qualificate e preparate. Piuttosto è solo un pretesto per incuriosirvi un po’, in modo che magari vi venga voglia di trovare strumenti di lettura e di approccio nuovi (o vecchi, e comunque sempre interessanti). Troverete, spero, piccole notizie più o meno note, che potrebbero diventare spunti di approfondimento nella conoscenza di un mondo che ha originato quello attuale e che, per fortuna, ha ancora una forza di fascinazione e di coinvolgimento senza pari. Potrete usarlo, oltretutto, consultandolo brevemente, se il vostro capo vi invita all’opera o a un concerto e volete fare bella figura, pur non avendo minimamente idea di cosa sia il golfo mistico e una cabaletta; o se volete fare colpo a una cena dandovi arie da intellettuali e citando a mani basse i principali autori italiani del melodramma; ovvero trarre spunti per cercare, in Rete o dal vivo, le innumerevoli possibilità di ascoltare esecutori “veri” che interpretano i brani di cui parleremo e che, anche se ancora non ve ne rendete conto, già conoscete benissimo. Potrà servire, se lo riterranno opportuno, anche a colleghi musicisti o conoscitori della musica classica e lirica, per trovare, nel mio pur modesto “lavoro”, curiosità nuove o ricordarne di conosciute. Vi do anche un suggerimento: quando leggete questo libro, tenete vicino lo smartphone o il tablet o il computer, e state pronti a cercare in Rete tutto quello che viene citato. Ogni brano musicale di cui si parla, per fortuna, oggi può essere ascoltato immediatamente ritrovandolo in Rete. Certo, non sarà come assistere a un concerto o a un’opera dal vivo; ma ascoltare è senza dubbio la prima cosa da fare quando si parla di Musica. Ora bando alle ciance, “tutti pronti, silenzio in sala, giù le luci, si apre il sipario: musica, Maestro!”

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