Sapete già tutto senza saperlo
Sapete già tutto senza saperloCiao, mi chiamo Anna e suono la viola.
Innanzitutto grazie: se state sfogliando queste pagine vuol dire che il mondo della musica classica e della lirica suscita in voi un certo interesse; dunque, grazie di cuore perché, per me e per quanti come me amano la musica classica e/o esercitano il particolare mestiere del musicista, la vostra attenzione è un bellissimo segnale.
Solitamente si ritiene che per ascoltare la Musica Classica (scritta con la maiuscola!) si debba essere dotati di specifica competenza: idea certo non infondata, ma solo se s’intende analizzare la musica classica nel profondo, collocarla storicamente, studiarne la forma, la sintassi e quant’altro ha rilevanza per gli studiosi.
Io credo, invece, che presupposto essenziale per provare a conoscerla sia convincersi che non c’è nessuna ragione per temerla e tenerla lontana: ascoltatela e basta.
Scoprirete, lo dico adesso e lo ripeterò anche più avanti, che sapete già un sacco di cose in campo musicale e che molta della musica di cui si parla vi è familiare: anche se ritenete di esserne estranei, vi convincerete presto che non è così.
L’idea di questo libro nasce da una semplice riflessione: il mondo della musica classica, anche detta musica “colta”, che per me e per i miei colleghi è un ambiente noto, familiare, domestico e assolutamente attuale, per la maggior parte dei non “addetti ai lavori” appare come un mondo astruso, lontanissimo dalla realtà quotidiana, i cui misteriosi partecipanti, membri o adepti, sono una sorta di casta che vive lontano dal mondo reale, dedita a magici riti incomprensibili ai più, cioè agli individui “normali”. Il che può essere considerato vero solo in parte.
Spesso alcuni fra i miei moltissimi amici che non si occupano di musica mi fanno una notevole quantità di domande, alcune delle quali trovano risposta in queste pagine: “Ma… cosa fa il direttore d’orchestra?… Come girate le pagine durante i concerti?… Come si compone una colonna sonora?”
Inoltre, talvolta, invitando persone a concerti od opere, mi sono sentita rispondere: “no, grazie, preferisco non venire: non ci capirei niente”.
La mia replica è sempre stata (ho decine di amici che possono testimoniarlo): “Perché, cosa pensi ci sia da capire? Se ti piace è bello, se non ti piace è brutto”. Identica reazione che si ha in occasione di un concerto di Caparezza o di Vasco o di Ed Sheeran: se ti piace vuol dire che per te è bello, altrimenti scegli un altro cantante. Ma per saperlo devi averlo ascoltato almeno un po’, altrimenti non ne hai idea e parli solo per puro pregiudizio. Naturalmente poi ho proposto opportune chiavi di lettura (avvicinamenti, suggestioni o altro) per arrivare al concerto o all’opera bendisposti, quindi aperti all’ascolto e, soprattutto, incuriositi.
Riflettiamo: è possibile che, fra la miriade di opere esistenti nell’universo di quella che chiamiamo comune mente “musica classica” (ricca di diversi generi, gusti, stili e produzioni musicali), non ci sia niente che possa interessarvi o incuriosirvi? O pensate che tutte le persone che, ascoltando quella musica, hanno pianto, riso, si sono innamorate, hanno trovato conforto o soltanto divertimento fossero dotati di qualche misterioso e speciale cromosoma? O, ancora, immaginate che i musicisti, le cui opere ascoltiamo ancora adesso, fossero degli alieni, lontani dal loro mondo e indifferenti alla vita e alle mode del loro tempo?
Lo sapete che Mozart diceva più parolacce di un carrettiere, che Che Guevara non capiva un tubo di musica, e che addirittura c’erano “botteghe” nel centro Italia dove si “castravano ragazzi” per farli diventare dei cantanti? Sono notizie curiose, non essenziali per capire davvero la musica colta (qualunque musica, a dire il vero), che andrebbe ovviamente studiata nei suoi linguaggi e soprattutto ascoltata o suonata; ma sono utili solo per creare un ponte che colleghi, senza soluzione di continuità, la musica medioevale a quella contemporanea.
I personaggi erano pazzeschi, come quelli di oggi, le storie curiose, i dettagli intriganti. Il mondo della musica classica è intrecciato profondamente con quello attuale, ne è l’origine ma ci convive tutt’oggi, senza scomparire e assumendo nuove forme. C’è posto per tutti, in questo strano mondo: per gli appassionati e filologici cultori, per gli studiosi che approfondiscono settori ben specifici, per gli onnivori ascoltatori, per i professionisti seriosi o per quelli scanzonati che attraversano secoli e stili con leggerezza, per i neofiti timorosi, e anche per chi non ci capisce davvero niente, non ama la musica perché non la frequenta emotivamente, ma magari è curioso di scoprire, osservandone comportamenti e stranezze, come mai milioni di persone non possono (e non hanno mai potuto) farne a meno.
Ma perché dovreste essere curiosi di ascoltare Verdi, o Rossini, o Mozart? Perché mai dovreste riuscire a distinguere un oboe da un fagotto, un violino da una viola? E come è possibile che tutta questa musica sopravviva ancora dopo secoli? Come è possibile che centinaia, migliaia di persone ogni anno decidano di mettersi a studiare uno strumento difficilissimo, che sia il violino o il fagotto, il pianoforte o il canto, togliendo ore alla PlayStation o alle serie TV? Come è possibile che ci sia ancora pubblico interessato a questa musica? E che ci siano anche tanti giovani e giovanissimi che si entusiasmano per un concerto di Čajkowskij o per le performances vocali di un soprano?
I motivi profondi ovviamente non li conosco, così come non so perché piacciono i Guns N’ Roses o Pino Daniele: ognuno ha gusti propri e motivazioni personali.
Ma il mondo della musica classica è più divertente e interessante di quanto si creda: è pieno di curiosità e di aneddoti, di piccoli “segreti” che segreti non sono, di storie ancora attuali che hanno reso immortali nel tempo compositori, esecutori e brani; e che ancora ci appassionano, naturalmente.
Inoltre, sempre per rispondere alle domande dei miei amici e dei miei allievi, vi racconto qualcosina vista “dal di dentro”: cosa facciamo davvero in orchestra, come ci prendiamo in giro, cosa abbiamo studiato, chi siamo. Perché quello della musica classica è un mondo bizzarro e talvolta divertente.
Applaudire con i piedi vorrebbe, appunto, essere questo: una guida amichevole, accogliente e semplice per avvicinarsi alla musica classica e all’opera lirica, che sono la culla di tutto quello che ascoltiamo oggi, dai jingle della pubblicità alle più belle colonne sonore, ai musical di Broadway, alle canzoni rock, jazz, rap e pop.
Non vuole essere un manuale approfondito relativo a un ambito specifico: quello è un onere e un onore che lasciamo giustamente e volentieri a persone più qualificate e preparate.
Piuttosto è solo un pretesto per incuriosirvi un po’, in modo che magari vi venga voglia di trovare strumenti di lettura e di approccio nuovi (o vecchi, e comunque sempre interessanti).
Troverete, spero, piccole notizie più o meno note, che potrebbero diventare spunti di approfondimento nella conoscenza di un mondo che ha originato quello attuale e che, per fortuna, ha ancora una forza di fascinazione e di coinvolgimento senza pari.
Potrete usarlo, oltretutto, consultandolo brevemente, se il vostro capo vi invita all’opera o a un concerto e volete fare bella figura, pur non avendo minimamente idea di cosa sia il golfo mistico e una cabaletta; o se volete fare colpo a una cena dandovi arie da intellettuali e citando a mani basse i principali autori italiani del melodramma; ovvero trarre spunti per cercare, in Rete o dal vivo, le innumerevoli possibilità di ascoltare esecutori “veri” che interpretano i brani di cui parleremo e che, anche se ancora non ve ne rendete conto, già conoscete benissimo.
Potrà servire, se lo riterranno opportuno, anche a colleghi musicisti o conoscitori della musica classica e lirica, per trovare, nel mio pur modesto “lavoro”, curiosità nuove o ricordarne di conosciute.
Vi do anche un suggerimento: quando leggete questo libro, tenete vicino lo smartphone o il tablet o il computer, e state pronti a cercare in Rete tutto quello che viene citato. Ogni brano musicale di cui si parla, per fortuna, oggi può essere ascoltato immediatamente ritrovandolo in Rete.
Certo, non sarà come assistere a un concerto o a un’opera dal vivo; ma ascoltare è senza dubbio la prima cosa da fare quando si parla di Musica.
Ora bando alle ciance, “tutti pronti, silenzio in sala, giù le luci, si apre il sipario: musica, Maestro!”