24. La sveglia alle otto mi fa male come un colpo di pistola alla tempia. Mi tiro su, guardo Clara vicino a me e sospiro: felice che non sia stato un sogno. Ha la spalla scoperta, il suo tatuaggio sembra brillare grazie alla luce della mattina che filtra dalle imposte. Le accarezzo la guancia. Lei mugola, si lamenta. Calca il cuscino sulle orecchie e si gira dall’altra parte. Covo lo stesso desiderio, stare a poltrire qui con lei fino a quando non torna il buio. E fare l’amore tutto il giorno. Peccato che siano cose difficili per uno che deve inventarsi una capatina in Questura. E in più ha un lavoro, una misteriosa donna da trovare, una figlia e pure poco tempo, soprattutto, di venerdì. Le bacio la spalla e gliela copro, anche se il mio amico sotto alla pancia protesta e la pensa diversa

