8. Salvaneschi entra di nuovo in casa mia, questa volta accompagnato da quattro agenti. Girano per bene ogni angolo dell’appartamento mentre lui mi fissa con una superba aria di sfida e superiorità. Quando anche l’ultimo dei quattro gli conferma di non aver trovato nulla, la sua espressione muta in rabbia e sdegno. Sembra un pallido e viscido serpente che si infuria per aver mancato il leprotto solo di qualche millimetro, e che adesso deve fare i conti con lo stomaco che borbotta e che già pregustava la preda. “Dove si trova Rocchetti”. Scandisce le parole come se io fossi sordo o incapace di intendere. Rispondo alla stessa maniera. “Non ne ho idea”. Lui perde le staffe, digrigna i denti e stringe la mandibola. “Basta, dottor De Foresta. La farò indagare e chiederò il suo fermo. Conf

