«Ho paura,» disse lui, dando al viso un’espressione seria, «ho molta paura, mia cara Emma, che voi non sorriderete quando la sentirete.» «Davvero? Ma perché? Non posso immaginare che una cosa che piace a voi o vi diverte non debba piacere anche a me e divertirmi.» «Non c’è che un argomento,» egli rispose, «e spero che sia un solo argomento sul quale non la pensiamo allo stesso modo.» Fece una breve pausa, sorridendo di nuovo, fissandole gli occhi in viso. «Non vi viene nulla in mente? Non vi ricordate? Harriet Smith.» Le guance di lei s’imporporarono a udire questo nome, ed essa ebbe paura di qualcosa, sebbene non sapesse di che. «V’ha dato notizia lei stessa stamattina?» Esclamò lui. «Ho l’impressione che sia così, e che sappiate tutto.» «No, non è così; io non so nulla; vi prego di

