salii lentamente le scale verso la mia stanza. Carol non c'era, ero sola e sapevo cosa dovevo fare. Presi il cellulare fissando il display. Non c'era bisogno di cercare in rubrica il numero di casa, lo conoscevo a memoria. Così con dita tremanti lo composi. Al terzo squillo qualcuno rispose. "Pronto, casa Thompson." Era la mamma. La voce di Manila non era cambiata in quei lunghi mesi. Mi coprii la bocca per abortire un singhiozzo che stava pervadendo mi. "Pronto?" Continuava a chiedere mamma. Io ero inerme, tremavo e non sapevo cosa dire. "Adelaide sei tu?" Chiese ancora la mamma. E restai stupita, iniziai a chiedere piangere senza una ragione, mamma sapeva che ero io nonostante non stessi parlando. "Tesoro stai bene? Adelaide... il bambino sta bene? State bene Adela?" Chiese ancor

