Non sapevo come erano andati i fatti in realtà, l'unica cosa che avevo potuto dedurre, era che mia madre all'epoca era contesa sia da mio padre che da mio zio che era restio a corteggiare la sua segretaria. Mio padre gli aveva fatto lo sgambetto, in visita alla filiale di Monaco aveva sedotto e abbandonato la bella Inga, mamma.
Mia madre e mio zio si erano sposati qualche mese dopo la visita di papà a Monaco. La mamma era rimasta incinta e mio zio si era reso disponibile a impegnarsi con lei in nome di mio padre. Perché l'amava, ed effettivamente ancora stavano insieme dopo tutti quegli anni loro due, a differenza di mio padre. Lui saputa la notizia non aveva mai pensato di sposare la mamma, al contrario voleva riconoscere me. Per quanto non fosse innamorato di mamma era un uomo coscienzioso e riconosceva le sue responsabilità, in fondo quello che aveva fatto con me era accaduto dieci anni dopo con Rafael e con Micaela, i miei fratelli minori da parte di papà. Papà fino a quando non aveva conosciuto Denise Lambert, a quasi cinquant'anni, era stato un donnaiolo. Nessuno lo aveva fermato, neanche i figli che si era sparso in giro per gli Stati Uniti e in Europa, anzi aveva proseguito su quella strada. A lui, secondo me, bastava avere un figlio che portasse avanti il suo impero. Infatti appena ero stato abbastanza grande da poter essere indipendente, a quattordici anni, papà mi aveva fatto lasciare Monaco per raggiungerlo a Boston, dove mi aspettava l'ingresso in una scuola prestigiosa e antica e dove poi successivamente avrei preso il mio posto nella multinazionale. La sua scusante era stata che era giunto il momento che conoscessi gli altri miei fratelli, oltre Gellert e Pamela figli di mia madre. Così avevo lasciato la Germania e Monaco per una città sconosciuta e due fratelli altrettanto sconosciuti. Michaela viveva con noi, era stata cresciuta da papà, anzi dai nonni, poiché la madre era morta mettendola al mondo.
Rafael invece avevo scoperto viveva a Sydney con sua madre, fino ad allora ancora non lo avevo conosciuto, o almeno non lo ricordavo. Se ben avevo capito era più o meno coetaneo di Heidi.
Sospirai tornando alla realtà, mio padre ci chiamò, così io e mia sorella lo seguimmo nella sala adibita per la cena, durante l'aperitivo potevo sentire mio padre e mio nonno che discutevano di politica con il senatore e Thompson.
Lanciai uno sguardo a London, il mio migliore amico e poi alla sorella che teneva per il braccio. Se c'era qualcuno che riusciva a tenere a freno Heidi era proprio London. Quella sera in un vestito di alta classe nero e i capelli ricci stirati, sembrava più grande. Sicuramente era tutto studiato nei minimi dettagli da Manila Thompson. Alla cena oltre noi c'erano anche gli Hoffman che guarda caso avevano un figlio di circa venti anni e destinato a ereditare l'impresa navale del padre. Sarebbe stata una bella unione semmai Ronald fosse riuscito a sposare Heidi... anzi no, Adelaide Thompson. I padri avrebbero fuso le società e io... io avrei perso la mia Heidi. Non la immaginavano proprio a fare la padrona di casa, dedita a ricevere gente come sua madre o come Hannah Jenkins.
No! Non volevo che Ronald toccasse Heidi assolutamente, Volevo che Adela coprisse le spalle nude e che scompigliasse i capelli ordinati. Tanto in quel caso avrebbe sempre avuto delle attenzioni, le mie!
"Gabriel, il senatore ti ha chiesto come procedono gli studi." Mi sentii dire.
Mi voltai verso mio padre e il senatore e sorrisi. "Benissimo direi. Quest'anno parto per un master alla filiale di Monaco e al mio ritorno oltre che iniziare a lavorare prenderò anche un master alla Harvard bussines school." Risposi fiero dei risultati ottenuti con la mia fresca laurea in economia aziendale.
"Decisamente ce l'hai nel sangue. Parlavo proprio con mia nipote Kristin dei tuoi successi, in questi giorni ci raggiunge, è a Los Angeles. Ma appena rientra potreste discutere insieme di economia, sarebbe interessata a conoscere meglio questo mondo."
Fissai il quasi senatore, rappresentante alla camera, e annuii. Conoscevo Kristin e quello che comprendeva di economia era come farla girare. Ovvero spendendo ovunque! Jenkins voleva accasarmi con sua nipote, eppure doveva aver capito che non ero stupido. "Non vedo l'ora, anche se credo se ne parli fra un anno circa. Io e London partiremo in vacanza per festeggiare le nostre rispettive lauree, tra due giorni e al mio rientro mi aspetta il viaggio per Monaco dove, come dicevo, resterò almeno sei mesi." Se non di più, pensai ricordando le schiere di ambiziose arrampicatrici sociali che avrei ritrovato a Boston. "Ne sono rammaricato."
"Andiamo! Ci sarà tempo per incontrarvi tutti e due, potremo organizzare qualcosa poco prima che parti figliolo." Asserì mio padre.
Lo osservai scettico e annuii. Eravamo ad una serata pubblica, ma al rientro a casa mi avrebbe sentito. Lui non poteva intromettersi nella mia vita, soprattutto quella privata. Lui che si era sposato a cinquant'anni non poteva venire a farmi poi nessuna paternale.
Presi un bicchiere di champagne dal cameriere che ci passò di fianco e mi allontanai nervoso. Quella storia non mi piaceva, questa serata non mi piaceva.
Raggiunsi Heidi e lanciai uno sguardo in cagnesco a Ronald Hoffman che stava carezzando la schiena nuda di lei con le sue viscide mani.
Il giovane Hoffman ovviamente subito capì che qualcosa non andava perché iniziò a balbettare. "Se-sera Ga- Gabriel!"
"Buonasera Ronald." Lo salutai sicuro di me per poi sorridere a Heidi e renderle il braccio. "Andiamo a tavola?" Le chiesi, se era vero che quella serata aveva più scopi era vera una cosa anche.
Se mi mettevo in testa una cosa nessuno poteva impedirmi di raggiungerla. Così arrivati al lungo tavolo lasciai la mano alla mia amica e andai alla ricerca dei segnaposti spostando il nome di Chester vicino quello di Ronald e quello di Adelaide tra il mio e quello di London.
La mora seguì tutte le mie mosse poi quando capì ciò che avevo fatto mi afferrò per il braccio per attirare la mia attenzione. Io mi voltai e nel farlo vidi che mi sorrideva grata. Al che anche io fui grato, ringraziai Dio perché compresi che ad Heidi la presenza di Ronald risultava sgradevole.