Varosi

526 Words
Varosi2009, Milano La RL International Bank è proprietaria di un intero palazzo nel centro di Milano. Si tratta di un edificio risalente al diciannovesimo secolo, il cui aspetto ricalca in modo fedele quello dell’Opera di Parigi, cupola centrale compresa. Ovviamente, le dimensioni sono notevolmente ridotte rispetto all’originale ma, nel complesso, l’effetto finale è di grande imponenza. All’interno l’impronta di stile neoclassico risulta mitigata da un arredamento modernissimo, composto da pochi pezzi di grande design, scelti con cura. L’ufficio del direttore si trova al primo piano, in corrispondenza delle tre grandi finestre centrali della facciata. Lì, seduto alla sua scrivania, Cesare Gomez sta leggendo una serie di rendiconti quando il telefono inizia a suonare. «Sì, Magda? Bene, me lo passi. Buonasera, dottor Varosi. Come sta? Come vanno le cose in Sud America?» Dall’altra parte del mondo giunge una voce roca, poco incline alla cortesia: «Ho ricevuto copia degli incartamenti firmati dalla signora Scardi. So che è andato tutto bene, la signora non ha fatto domande, né lei gliene ha suggerite, così come da istruzioni». «Sì, mi pare che sia andato tutto come previsto», conferma l’uomo con una leggera titubanza, colpito come ogni volta dalla totale assenza di convenevoli del suo interlocutore. «Resta inteso che si procederà sempre in tale modo. La signora non va affaticata con inutili rendiconti, quindi cerchi di non tediarla e anche di non stimolarne la curiosità per gli affari, potrebbe avere ricadute sul suo umore e desideriamo solo la sua tranquillità. Le faccia pervenire, entro oggi, carta di credito e bancomat. A presto», conclude Varosi. Dopo di che dalla cornetta arriva soltanto il suono della comunicazione terminata. Il direttore abbassa il telefono e si volta a guardare verso la finestra. Poi esce e si dirige verso la parte dell’edificio che ama di più, quella dove si rifugia spesso per riflettere: il terrazzo sul tetto. Qualcosa lo turba da qualche giorno. Sa perfettamente che Varosi sta approfittando della vedova Scardi. La donna ha subito un brutto colpo e non si è più ripresa dopo la scomparsa del marito. Il coniuge è svanito nel vero senso della parola: si presume che sia morto, anche se l’auto a bordo della quale viaggiava, quando venne recuperata dal lago in cui si era inabissata, fu trovata vuota. Il corpo dell’uomo e quello del suo autista non sono mai stati ritrovati. “Le circostanze misteriose riguardanti la morte del signor Scardi… quegli idioti di poliziotti che non sono stati in grado di recuperarne il corpo… l’avidità di Varosi. Tutto ciò la sta mettendo veramente alla prova, poveretta! E vederla così indifesa suscita in me, dopo tanto tempo, un sentimento di compassione. Ma, al diavolo! Se la caverà anche lei, come ho dovuto fare io… la sua situazione non è un mio problema. C’è del marcio in tutto, ormai. Da quando Miriam mi ha lasciato per quel maledetto chitarrista… Intorno a me, ormai, ho soltanto fango e nulla più”. Perso nei suoi ricordi, si appoggia alla balaustra del terrazzo. E rivede il volto di Clara Scardi, sicuro di avere scorto riflesso nei suoi occhi lo stesso smarrimento di fronte alla vita che da tempo riempie i suoi.
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