Capitolo 5

1040 Words
Capitolo 5. Blaze Non perdo tempo a seguire le indicazioni per la possibile casa di Ember. Il pensiero di vederla e parlarle mi emoziona e preoccupa allo stesso tempo. E' scappata da me, sembrava così spaventata. Imbocchiamo il lungo vialetto e la casa sembra abbandonata. La casa era evidentemente trascurata, il secondo gradino del portico non ha nemmeno una tavola, dovresti saltarlo. Mancava un lato della casa lasciando nient'altro che del compensato, e la maggior parte delle finestre non ha il vetro, solo delle plastiche che le coprono. Scendendo dall'auto, ci dirigiamo verso la casa. Ho un senso di vuoto allo stomaco, per qualche ragione, non mi piace affatto il fatto che potrebbe vivere qui. "Non può essere vero, sembra abbandonata." dice Mark. "C'è solo un modo per scoprirlo". Cerco di sorridere ma più mi avvicino, più la sensazione peggiora. Anche Haze fa avanti e indietro, non gli piace qualcosa di quel posto. Ci avviciniamo alla porta e bussiamo forte. Sentiamo qualcuno che si affanna dentro. "Cosa diavolo volete?!" Un uomo, può avere una quarantina d'anni, appare. Ha un pessimo odore. Quando dico pessimo, intendo come se si fosse fatto un bagno di Gin scadente. Lo guardo dall'alto in basso, permettendo al mio dominio da Alfa di emergere, così che lui sappia con chi sta parlando. Non mi piace quest'uomo e Haze non lo sopporta. Perché? Non ne ho idea. Mi guarda e subito cambia tono e atteggiamento, diventando più sottomesso. "Sei un Alfa, cosa ci fai qui?", chiede. "Sono Blaze, il futuro Alfa del territorio", gli dico con orgoglio. "Ci lasci entrare?". Si ferma un istante, ma sa che rifiutarmi gli causerebbe solo problemi. Sospira e si fa da parte, permettendo a me e Mark di entrare in casa. Anche se la casa sembrava pulita, era altrettanto trasandata come all'esterno. C'erano buchi su tutti i muri, in alcuni di essi si poteva vedere chiaramente che erano stati fatti con i pugni. Altri sembravano invece fatti dal corpo di una persona. Questo sol pensiero mi fa arrabbiare. Guardo su per le scale e vedo alcune stanze, immagino. "Sono qui perché mi è stato detto che potresti conoscere una giovane ragazza, dai capelli argentati?" Faccio una pausa, guardo il suo viso e vedo una miscela di emozioni che si susseguono sul suo volto. "Il suo nome è Ember... La conosci?" Cammino per il piano di sotto di questa casa cercando qualcosa, qualsiasi cosa che mi dica che lei è qui. So che a questo punto non c'è nessun altro qui. Però cerco qualche segno che un'altra persona viva qui con lui in questa casa. "Non posso dire di conoscerla, qui ci sono solo io." "Sta mentendo, dice Haze a me. So che quest'uomo sta mentendo. Quello che non capisco è perché mi stia mentendo. Perché sente il bisogno di nasconderla da me, e a giudicare dalla mancanza di foto di famiglia, da questo mondo, non sembra nemmeno che ci sia una famiglia. Invece di metterlo in imbarazzo decido di capire cosa diavolo sta succedendo. "Andiamo, Mark", mi guarda con un'espressione confusa ma non dice niente, mentre mi segue fuori dalla porta, ritornando alla macchina. Una volta tornati in macchina, posso vedere che ha delle domande, quindi mi volto verso di lui. "Qui sta succedendo qualcosa e lo scopriremo. Stasera. Torneremo quando sarà buio e ci parcheggeremo in strada. Dubito si accorgerà che siamo qui, sembra essere troppo ubriaco." "Perché stiamo facendo tutto questo per una ragazza che nemmeno conosci?" Seduto per un minuto, mi chiedo se dovrei dirglielo. Mark è il mio migliore amico fin da quando eravamo cuccioli ed è il mio beta, l'unica persona in cui riesco a confidare. "C'è qualcosa in lei, che mi attrae. In qualche modo nasconde il suo odore, ma sono riuscito a percepirlo. Non ho mai visto il suo volto ma non riesco a toglierla dalla mia testa. Ho bisogno di conoscerla, Haze ha bisogno di conoscerla. Credo che sia la mia compagna e devo scoprirlo." Lui annuisce comprendendo e torniamo a casa del branco per discutere il piano per la notte. Ember Il sole è tramontato quando torno a casa. Salgo le scale e apro la porta, ma prima che possa persino entrare, qualcosa mi colpisce in testa. Cado istantaneamente a terra. "Dimmi, Ember, perché cazzo c'era un Alfa nella mia casa chiedendomi di te?!" Adesso è sopra di me, colpendo ogni parte del mio corpo che può raggiungere. "Perché?-. Cazzo-.-. C-'è-. Un-. Altro-. Maschio-.-. Che-. Chiede-. Di-.-. Te-.?" Ogni nuova parola è accompagnata da un nuovo colpo al mio corpo con una forza mai avvertita prima d'ora. "Io... io... non lo so, non so nemmeno come abbia saputo il mio nome, giuro che non gli ho detto nulla! Papà per favore smettila!" I suoi occhi sono del tutto neri e gli stanno spuntando i denti. Posso vedere che il suo lupo sta prendendo il pieno controllo. Non credo che questa volta si fermerà. Mi picchierà a morte... "Non importa quanto ripugnante tu sia, sei ancora mia, mia da colpire. Mia da toccare. Mia da usare come voglio!" Ora mi sta trascinando su per le scale verso la mia camera. Questa notte sarà molto brutta e finirà con me trascinata in modi diversi. Lo so e non c'è niente che possa fare per fermarlo. Una volta arrivati ​​alla mia camera, estrae i sue artigli e mi strappa via ogni pezzo di vestito dal corpo. L'ultima volta che è successo, i suoi amici erano qui e volevano tutti farmi vedere a cosa serviva una donna. Ripensando a quei momenti, ricordo ancora il dolore, ho sanguinato e non sono riuscita a camminare per giorni mentre mi portavano via l'ultima cosa che avevo. Mi trovo ora davanti a lui cercando di usare le mani per coprire il meglio possibile il mio corpo. Mentre inizia a spogliarsi, mi gira di spalle e mi spinge sul letto. "Per favore, non farlo, non ho parlato con lui!" "Guarda quanto sei nera, blu e sanguinante, sai come mi fa sentire vederti coperta dei miei segni." Urlo mentre il suo peso mi schiaccia. Non posso farci niente. Stasera morirò, quindi perché importa quanto forte urlerò. So che sarà l'ultima volta. "Ora, Ember, non preoccuparti, ti amo, te lo dimostrerò"
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