2. L'opportunità

4910 Words
Punto di vista di Mandy Non riuscivo a credere che stesse succedendo davvero. Peter mi stava lasciando. Dio mio! Cosa dovevo fare ora, tutta sola, di nuovo con il cuore spezzato? Era uno scherzo crudele o qualcosa del genere? Il mio cervello continuava a gridarmi tutti i pensieri negativi. Il mio battito cardiaco aumentò. Stavo per avere un infarto? Era la fine. E lui l'aveva detto. L'aveva detto... Aspetta!!! Ha detto compagno? Non me lo sono immaginata, giusto? O stavo iniziando a impazzire? "Hai detto COMPAGNO?!" Finalmente trovai la mia voce, ancora congelata al mio posto. "Sì." Sbattendo le palpebre un paio di volte, iniziai a camminare su e giù per il soggiorno, mordicchiandomi l'unghia del pollice. La mia mente stava iniziando a spegnersi, e l'unica parola che ripetevo costantemente era ‘compagno.’ "Mandyyyy?..." La voce preoccupata di Peter mi riportò ai miei sensi. "Oh mio Dio! Oh mio Dio! Oh mio fottuto Dioooo!" Urlai dopo che me ne resi conto. Mi misi a battere le mani, sorridendo come un'idiota e saltellando sul posto, mi girai per guardare Peter. Sul suo volto si vedevano molte emozioni, il mio scoppio d’allegria doveva averlo scioccato, ma l'emozione più evidente era la preoccupazione. Probabilmente pensava che fossi impazzita, ma non potevo controllare le mie emozioni. Ero felice per il mio amico. Ridacchiando come una ragazzina, saltai sul tavolino del caffè e lasciai uscire tutte le mie emozioni. "Il mio Peter ha trovato il suo compaaaaagno!!! Signore e Signori, il mio Peteer," lo indicai drammaticamente, "ha troooovato il suo COMPAAAGNO!" "Scendi giù di lì, piccola," ordinò scuotendo la testa, "ORA!" aggiunse, mettendo le mani sui fianchi, corrugando le sopracciglia e facendo il broncio, aspettando che mi calmassi. Ritornando in me, saltai giù dal tavolino e avanzai verso di lui con passi da predatrice. "Tu!" puntai il dito contro il suo petto, lasciando scorrere le parole. "Mi hai fatto sentire come se stessi perdendo la testa! Mi evitavi, trovavi scuse ridicole, mi facevi sentire abbandonata. E per di più, ti sei licenziato senza nemmeno dirmelo!" Gli diedi un pugno sul braccio. "E ti senti autorizzato a sgridarmi?!" Indicando me stessa, urlai, con le lacrime agli occhi. "Io... io..." Non riuscivo a trovare la voce. Mi gettai su di lui e scoppiai a piangere. Mi tenne stretta, sussurrando dolci parole all’orecchio mentre lasciavo uscire tutto il dolore. Quando finalmente mi calmai, presi un paio di respiri profondi, mi ricomposi e mi staccai dal suo abbraccio. "Bene." Mi schiarii la voce. "Ricominciamo da capo. Dicevi...?" Rise, scuotendo la testa divertito. "Dicevo... ho trovato il mio compagno." Questa volta, reagii correttamente. "Oh mio Dio, Peter, sono così felice per te! Raccontami tutto. Lo conosco? È un lupo mannaro? Quando vi siete incontrati?..." Gli sparai le domande una dopo l'altra. Rise e mi condusse al divano. Sedendosi accanto a me, si allungò verso il tavolino e mi porse una birra. La presi con entusiasmo e ne trangugiai quasi metà per calmare i nervi. "Con calma, ragazza," disse, togliendomi la bottiglia dalle mani. "Si chiama Benjamin, solitamente viene chiamato Ben. E no, non credo che lo conosci. Non è di qui," rispose sognante. "È un lupo mannaro, è venuto per motivi di lavoro e ci siamo incontrati al club." Fece una pausa. "Ci siamo letteralmente scontrati mentre passavo davanti alla sala VIP dello 'Stairs'. È stato..." sospirò. "Non riesco neanche a descriverlo, direi magico. Sono rimasto senza parole, stavo lì imbambolato ad ammirare quanto fosse bello..." "Wow." Mi uscì spontaneamente, fissando con stupore il mio migliore amico "Mi ha invitato a bere qualcosa, e da lì, è andato tutto così naturalmente." Come ho fatto a non riconoscere i segnali? Per due settimane non è stato se stesso. Non era il mio Peter, quel tipo spensierato e spontaneo. Era riservato, come se stesse proteggendo un prezioso tesoro dal mondo crudele. Ora so. Ha trovato il suo tesoro. Non posso biasimarlo, vero? "Posso conoscerlo?" "È per questo che sono qui. Volevo chiederti se posso portare Ben qui domani per cena?" I suoi occhi imploravano che dicessi di sì. Sorrisi e annuì, "Sì, certo." Abbiamo passato la serata a parlare di Ben, o meglio, io ascoltavo, affascinata dal suo racconto. Il suo strano comportamento era tutto legato a Ben. È un Beta di un branco in South Carolina ed è qui per concludere un nuovo progetto. Mi ha raccontato dei loro appuntamenti e di quanto completo e al sicuro si sentisse con lui. È indubbiamente innamorato. Sono felice per lui. Almeno lui ha il suo lieto fine. Dopo aver parlato, riso e pianificato la cena di domani, abbiamo deciso di chiudere la serata. Peter rimase e occupò la "sua" stanza a casa mia. Distesa a letto, ero esausta ma soddisfatta, senza pensare che, alla fine, lui mi avrebbe lasciata. La South Carolina è dall’altra parte del paese. Sospirando, chiusi gli occhi e mi addormentai. ... "Alzati, dormigliona!" Qualcosa di pesante mi colpì. Cercando di rubare qualche altro minuto di sonno, non mi mossi. "Forza, piccolina. È ora di caffè." "Vai via, non ti conosco," cercai di raggiungere le lenzuola per nascondermi, ma lui prevedette la mia mossa, le tirò via e afferrò la mia caviglia. "Se non vuoi che ti tratti allo stesso modo, ti conviene muovere il sedere e andare dritta in bagno. Il caffè e la colazione ti aspettano," ordinò. Sconfitta, feci come mi aveva detto. Dopo aver trovato il mio outfit e aver messo il trucco, andai in cucina, dove il profumo di caffè e bacon mi colpì. Il mio stomaco brontolò in anticipo. Mangiando e parlando dei compiti della giornata al lavoro, non potei fare a meno di chiedere, "Perché non mi hai detto che ti sei licenziato? Sei andato subito da Ryan. Perché?" Mettendo i nostri piatti vuoti nel lavandino, sospirò. "Mi dispiace di averlo fatto di nascosto, ma non ero pronto a dirtelo. Mr. Williams non chiede mai spiegazioni, e sapevo che avrebbe accettato senza pretendere risposte," spiegò. "Inoltre, era inevitabile, sapendo che Ben vive in un branco e io no," aggiunse, prendendo il mio piatto vuoto. "Hai ragione. Ti avrei interrogato all'istante," dissi, sorridendo. Misi la mia tazza di caffè nel lavandino, poi mi girai e lo abbracciai. "Sono così felice per te, davvero felice." Lui mi accarezzò la testa e mi baciò sulla tempia. Pochi istanti dopo, ci sciogliemmo dall’abbraccio e andammo al lavoro. La giornata passò abbastanza in fretta: alcuni membri del team di Peter si lamentarono della sua decisione, dicendo che era il migliore e che non avrebbero voluto lavorare con nessun altro. Altri gli fecero i complimenti per il coraggio e gli augurarono buona fortuna. Ero ancora un po' triste per la sua partenza, ma sapevo che, col tempo, avrei saputo affrontarla. Tornai a casa presto per preparare la cena. Feci una doccia veloce e mi cambiai, indossando un paio di pantaloni da yoga e una t-shirt larga. Misi i capelli bagnati in uno chignon disordinato e cominciai a cucinare. Quaranta minuti dopo, tutto era quasi pronto. Misi l’insalata a tavola con le patate dolci e il vino bianco. Il pollo sarebbe stato pronto in 5 minuti. Tornai in camera e mi cambiai in un semplice vestito estivo azzurro e sandali. Niente di speciale, ma elegante. Proprio mentre stavo tirando fuori il pollo dal forno, il campanello suonò. Era il momento che stavo aspettando. Aprendo la porta, mi trovai davanti Peter con un sorriso radioso, vestito con jeans blu scuro e un maglione color crema. Girando la testa alla mia destra, vidi un'enorme parete di muscoli in jeans neri attillati e una camicia nera abbottonata, che mi sorrideva amichevolmente. Aveva capelli biondo scuro legati in un bun maschile e occhi marroni. Non ero scioccata né intimidita: avevo già visto uomini grandi come lui. Somigliava a mio fratello o al suo Beta, senza i tatuaggi. Attraverso il colletto, notai un po' di inchiostro sul suo collo. Grande e terribile Beta, pensai. Ricambiando il sorriso, feci cenno a entrambi di entrare e chiusi la porta alle loro spalle. "Entrate pure, fate come se foste a casa vostra; la cena è pronta." Li accompagnai al tavolo da pranzo. "Mandy, ti presento il mio compagno, Benjamin Owens," disse Peter, voltandosi verso di me. "Ben, questa è Amanda Anderson, la mia migliore amica," aggiunse. "Piacere di conoscerti, Ben. Posso chiamarti Ben?" chiesi, allungando la mano per una stretta di mano. "Sì, puoi, e il piacere è tutto mio," rispose con voce profonda, prendendo la mia mano tra le sue e, con mia sorpresa, baciandone il dorso, facendomi ridere con un occhiolino. "Peter, hai trovato un vero rubacuori." Lo guardai, poi rivolsi di nuovo il mio sorriso a Ben. "Congratulazioni per aver trovato il tuo compagno. Non potevi fare scelta migliore di Peter.", dissi sorridendo. "Grazie, e hai ragione," rispose Ben, lanciando uno sguardo complice a Peter, che si tinse di rosso. Scoppiammo a ridere insieme, godendoci la serata. Appena ci sedemmo al tavolo, Peter iniziò subito a servire Ben, facendo complimenti alle mie abilità culinarie. Mangiammo in un’atmosfera rilassata, parlando del loro incontro e delle loro storie. Ben mi raccontò un po' del suo branco, dei suoi amici e della sua famiglia. Un improvviso dolore al petto mi colpì quando menzionò che il suo migliore amico, un Alfa, è vedovo. Mi spezzò il cuore sapere che lei era morta durante il parto del loro unico figlio. Almeno lui non è completamente solo a differenza di alcune persone. Dopo cena, i ragazzi si sedettero sul divano, portando con sé i bicchieri di vino. Pulii rapidamente il tavolo, mettendo i piatti nella lavastoviglie. Presi altre due bottiglie di vino e mi unii a loro. ... "...E poi ha detto che probabilmente lo avresti ucciso per non averti parlato prima di me e che dovevo proteggerlo dalla tua ira," continuò Ben, ridendo mentre raccontava delle preoccupazioni di Peter. Peter gli lanciava sguardi minacciosi, facendomi ridere. Avevamo appena finito la nostra quarta bottiglia di vino. Mentre io ero un po' arrossata, loro sembravano totalmente immuni—maledetti geni da lupo mannaro! "Devo ammettere che era così carino in quel momento," disse Ben, mettendo il braccio destro attorno alle spalle di Peter e tirandolo più vicino a sé, dandogli un bacio sulla fronte. Quel gesto mi fece sorridere affettuosamente. "Beh, devo dire che in un certo senso mi ha ferito non sapere prima, ma non ero arrabbiata—solo un po' delusa, sì, ma arrabbiata no," risposi sinceramente, prendendo un altro sorso di vino. Peter tirò un sospiro di sollievo e sorrise soddisfatto, scusandosi sinceramente. Parlammo fino a mezzanotte, ridendo e conoscendoci meglio. Ben era davvero un bravo ragazzo, e loro due insieme erano perfetti. Peter è fortunato. Dopo i saluti e aver fatto piani per un'altra serata insieme, feci una doccia veloce, indossai i miei pantaloncini viola e la mia maglietta bianca, e mi infilai a letto. Prima che il sonno mi avvolgesse, pensai all'Alfa e a suo figlio, e lo stesso dolore mi colpì al cuore. Posai una mano sul petto, chiusi gli occhi e mi addormentai. ... I giorni successivi furono pieni di molte attività, come gite nei bar, visione di film o divertimenti giocando a paintball; mi lasciarono persino vincere una volta. Mi convinsero a cantare una sera al karaoke, il che fu imbarazzante. Anche se cercarono di convincermi che fossi brava. Sì, ho capito; niente più canto. Quella sera finimmo in una rissa. Un tizio decise di provarci con Peter, il che fece sì che Ben si scatenasse e dovemmo scusarci e pagare le sue spese mediche. Fortunatamente non presentò denuncia contro di noi. Dopo di che, semplicemente restammo a casa mia o mangiammo nei ristoranti, evitando i pub. Anche se ci divertimmo e passammo momenti piacevoli insieme, sapevo che il mio tempo con Peter stava per finire. Tra tre giorni, Ben doveva tornare al suo branco e assumere il comando durante l'assenza del suo Alfa a causa di un addestramento alfa al quale parteciperà. Volevo riempire i miei giorni della presenza di Peter il più possibile, sapendo che il nostro tempo era limitato. Eravamo al centro commerciale. La nostra "Regina del Dramma" aveva bisogno di acquistare nuovi vestiti per il suo nuovo appartamento per fare una buona impressione. Questo è il mio Peter. Peggio di qualsiasi ragazza. "Puoi per favore sbrigarti? Ho fame!" si lamentò Ben dopo un'altra ora di shopping. "Non puoi affrettare la perfezione, e poi non vuoi che io abbia un bell'aspetto?" rispose Peter, guardando lo specchio a figura intera nel camerino per controllare il suo prossimo outfit. Sospirando, Ben si buttò sul divano dove già ero seduta e posò la testa sulla mia spalla. "Dea, dove vuole mettere tutto questo nel mio appartamento? Dovrò ampliare il mio armadio," disse, indicando almeno dieci borse di vestiti che Peter aveva già comprato. "Lo amo, ma andrò in bancarotta in meno di un anno se non si ferma," sospirò, lasciando che la sua testa ricadesse sullo schienale del divano e chiudendo gli occhi. "È colpa mia," dissi, scusandomi mentre gli massaggiavo la spalla in segno di conforto. "L'ho avuto per sei anni, è il mio migliore amico e l'ho trattato come un familiare. La maggior parte del tempo eravamo solo noi, quindi potrei averlo un po' viziato." Feci i miei migliori occhi da cagnolino, sperando nel perdono. Si girò solo a sinistra, aprì un occhio e mi guardò accusatoriamente. "Un po'?" " 300 euro per un paio di sneakers è un po'?" allargò gli occhi, "Cosa gli hai fatto di più? Ho bisogno di prepararmi," aggiunse. "Bene..." iniziai, proprio mentre il suo telefono cominciò a squillare. "Oh Dea, per favore, non dirlo, non voglio sapere." Alzandosi dal divano, tirò fuori il telefono da una tasca e si scusò per rispondere alla chiamata. "Chiamami quando ha finito," disse gettando un’occhiata indietro mentre si dirigeva verso l'uscita. "Ok, ho finito, ho tutto ciò di cui ho bisogno. Dove è Ben?" Peter apparve davanti a me con almeno dieci vestiti diversi in mano, gli occhi che cercavano il suo compagno. "Perfetto, allora andiamo a pagare," dissi, tirando fuori il portafoglio mentre camminavo verso il bancone. "Ben ha ricevuto una telefonata, quindi è uscito per rispondere." L'assistente del negozio ci sorrise mentre litigavamo sul fatto che non dovessi pagare, ma vinsi io. Peter prese le sue borse e uscimmo dal negozio nel tentativo di trovare Ben. Lo avvistammo nel Domino's, seduto a un tavolo, probabilmente in attesa del cibo che aveva ordinato, ancora con il telefono attaccato all'orecchio. Sembrava buffo. Vestito di tutto nero, mostrava il suo corpo muscoloso coperto di tatuaggi e un'espressione fredda che emanava la sua aura dominante. Era circondato da ragazzine che ridacchiavano, cercando di farsi notare, e da ragazzi che si sentivano intimiditi dal suo comportamento gelido. Se non lo conoscessi meglio, potresti pensare che fosse un qualche tipo di leader mafioso. Facemmo il nostro ingresso giusto in tempo per sentire Ben terminare la chiamata. "Sì, capo, sarò lì il prima possibile." "Problemi, tesoro?" chiese Peter, preoccupato, mentre si sedeva accanto a Ben e gli dava un bacio sulle labbra. Ben ringhiò di piacere e mise una mano sul collo di Peter mentre si ritraeva, portandolo indietro per schiacciare di nuovo le sue labbra su quelle di Peter. Questo fece emettere a Peter un piccolo gemito, mentre le ragazze ridacchianti si lamentavano insoddisfatte. I ragazzi, invece, sussurrarono un piccolo "sì" e fecero un gesto di vittoria con le mani. Non volendo assistere a un film porno dal vivo in pubblico, schiarì la gola. "Em, ragazzi, avete un pubblico, e anche se sono felice di vedervi innamorati, sono sicura che questa strana coppia nell'angolo a sinistra sta per chiamare il manager, quindi vi consiglio di aspettare di tornare a casa," dissi, prendendo la sedia vuota di fronte a Ben e sedendomi. "A me non importa, è mio, e posso baciarlo ogni volta e ovunque voglio," annunciò Peter un po' troppo forte affinché l'intero ristorante lo sentisse, sorridendo a Ben. Ben si limitò a sorrisetti maliziosi e rispose: "Ovunque, dici? Ho dei piani per dopo, quindi spero che tu non ti dispiaccia di essere beccato." Gli fece un occhiolino e Peter inghiottì. "Allora, qual è il problema, Ben? Ti abbiamo sentito prima che finissi la chiamata," chiesi preoccupata. "Beh, prima di tutto. Spero non ti dispiaccia se ordino per tutti noi. Una pizza pepperoni con extra formaggio e funghi per te, Mandy," disse mentre metteva un braccio attorno alle spalle di Peter. Entrambi annuimmo, aspettando che continuasse. "Il mio Al..." guardò in giro per assicurarsi che nessuno stesse ascoltando. "Il mio capo vuole che torni prima. Ci sono dei problemi con i nostri rivali (probabilmente si riferisce ai fuorilegge), e devo occuparmi della situazione. Perché lui è già partito per il suo viaggio," disse scusandosi, guardandomi, sapendo che il mio tempo con Peter era prezioso. "Quando?" chiese Peter, la domanda temuta che io non riuscivo a formulare a causa della secchezza nella mia gola. Entrambi lo guardammo, aspettando la risposta di Ben. "Domani" fu la sua semplice risposta. Domani. Ho solo questa notte con il mio migliore amico, e poi andrà via. So che il Sud Carolina non è la fine del mondo. Ma non averlo qui con me sarà diverso, difficile. Avrò bisogno di un po' di tempo per adattarmi alla mia nuova vita senza di lui. Posso farcela? Se qualcuno mi chiedesse se posso gestire un altro dipartimento e guidare 500 nuovi dipendenti, direi di sì in un attimo: un gioco da ragazzi. Questo è qualcosa che posso fare quotidianamente, ma stiamo parlando della vita privata. Lasciare andare qualcuno che ti è importante per vivere dall'altra parte del paese, è diverso. Ma penso che dovrò trovare un modo per sopravvivere a questo. Ho ancora Ryan, anche se raramente ha tempo per me, preferendo sfogare lo stress nel suo modo preferito. Put...., così mi rimangono solo mio fratello e il suo compagno. Merda! Ancora non è una buona idea, lui non è nemmeno nei paraggi, vivendo lontano nel Sud Dakota. "Mandy?" La voce preoccupata di Peter mi riportò alla realtà. "Scusa, mi sono distratta un attimo." Ridacchiai. "Cosa stavi dicendo?" "Ti stavo chiedendo se vuoi aiutarmi a mettere via le mie cose stasera? Il volo è alle 9:00 di mattina e ho bisogno di aiuto con tutte le nuove cose che ho comprato. Stai bene?" Prese la mia mano e me la strinse per rassicurarmi. Gli sorrisi in risposta proprio mentre il nostro ordine veniva consegnato. La mia fame era svanita dopo la bomba che Ben aveva lanciato su di me, ma non potevo mostrare quanto mi sentissi devastata, così dissi in fretta, “Sto bene," presi una fetta di pizza e iniziai a mangiare. Ci fu un silenzio imbarazzante per alcuni minuti prima che Ben si scusasse e andasse in bagno. "Mi dispiace Mandy. Non era mia intenzione farti sentire triste," disse Peter, guardandomi dritto negli occhi, supplicando perdono. Smisi di mangiare. "Non sono triste, tesoro, è il tuo compagno, e giustamente vuoi stare insieme, sia qui che a casa sua. È solo che..." Feci un respiro profondo e continuai, "non avrei mai pensato che sarebbe stato così lontano, mi mancherai." Le lacrime caddero dai miei occhi mentre pronunciavo le ultime parole, spingendo Peter ad afferrarmi e mettermi sulle sue ginocchia per abbracciarmi forte. Misi la testa sul suo petto e lasciai che le mie lacrime scorressero di più. Doveva essere uno spettacolo per le persone intorno a noi vedermi crollare sulle ginocchia di un ragazzo dopo che il suo fidanzato se n'era andato. "Anche tu mi mancherai, piccola, ma abbiamo sempre le telefonate o FaceTime, oppure puoi venire a trovarmi nei fine settimana. Grazie alla Dea, sei ricca, quindi puoi permetterti i biglietti," scherzò, baciandomi ripetutamente sulla testa e facendomi ridere. "Almeno non li spenderò per le tue nuove scarpe inutili." Ridacchiai, guardando il suo viso. Dio, è bellissimo. Voglio un Peter anche per me. È perfetto. Mi allontanò un po' e mi tenne per le braccia, alzando un sopracciglio e facendomi la faccia da 'sei davvero seria?'. "Scarpe inutili?" chiese accusandomi. Io semplicemente annuii, asciugandomi le lacrime. "Ti sbagli di grosso, donna. Senza quelle 'scarpe inutili', non avrei mai trovato il mio compagno, perché mi stavo piegando per allacciare le mie 'scarpe inutili' proprio davanti alla VIP room di quel club. Se non lo avessi fatto, sarei semplicemente passato e non l'avrei mai incontrato. Quindi devo ringraziarti per averle comprate per me. È tutto merito tuo se adesso sono completo," mi assicurò. Con un ultimo sospiro, misi le mani attorno al suo collo e lo abbracciai forte. Le sue mani andarono intorno alla mia vita e mise la testa tra i miei capelli, dandomi un altro bacio. "Per favore, non dimenticarmi," implorai affondando il viso nel suo collo. "Mai," fu la sua semplice risposta, e strinse la presa attorno alla mia vita. Dopo un momento di abbraccio, tornai al mio posto e continuai a mangiare. Ben tornò poco dopo il nostro momento, e la conversazione riprese a scorrere senza intoppi. Più tardi, nel parcheggio, cercavo le chiavi quando una voce dietro di me mi fece girare. "Non hai risposto alla mia domanda!" urlò Peter da sei posti auto più in là. "Quale domanda?" urlai indietro. "Mi aiuterai a fare le valigie stasera?" la sua voce era supplichevole. Sorridendo, risposi: "Sarebbe un onore, ci vediamo dopo!" Gli feci un cenno e salii in auto, avviando il motore. Controllando lo specchietto, premendo sull'acceleratore, mi misi in viaggio verso casa. ... “Deacon?” singhiozzai dopo aver sentito l'altra parte rispondere alla chiamata. “Stai bene, Mandy? Sei ferita? Perché stai piangendo?” la voce preoccupata di mio fratello invase il mio orecchio. Feci qualche altro singhiozzo prima di riuscire a formulare una frase coerente. “Se ne va, D. Mi lascia qui da sola.” La mia voce si ruppe alla fine e lasciai scorrere liberamente le lacrime. Avevo promesso a me stessa di essere forte, di affrontarla come una campionessa, ma non ci riuscivo. Quando entrai nella sua camera, tutti i ricordi tornavano a galla, e crollai sul morbido tappeto bianco, piangendo a dirotto. Forse se piango adesso, non lo farò più tardi. Stronzate. Piangerò fino a dormire, almeno per un mese, prima che Ryan intervenga e mi faccia il suo famoso discorso su come la vita sia dura. “Se ne va, D. Ha trovato il suo compagno, e ora andrà a vivere con lui e mi dimenticherà come tutti gli altri.” dissi, arrampicandomi nel suo letto e annusando il cuscino che conservava ancora il suo profumo di agrumi e qualcosa di terroso. “Chi se ne va?” chiese Deacon, preoccupato. “Peter.” “Oh, Mandy, mi dispiace tanto sentirlo, ma è una buona notizia. È un lupo mannaro, e trovare un compagno è la cosa più emozionante per noi. Lo sai.” Cercò di ragionare con me. “Lo so, ma fa comunque male,” mi lamentai. “Mandy, dovresti sostenerlo, non rendere tutto più difficile per lui. Sapevi che questo sarebbe successo prima o poi. Quando scoprirà che hai pianto per questo, si sentirà in colpa per aver trovato il suo compagno e potrebbe fare qualcosa di stupido.” Deacon mi rimproverò. “E non vuoi questo, giusto? Non vuoi che rifiuti la sua possibilità di essere felice solo perché si allontana un po' da te.” disse con tono serio. Aveva ragione. Non potevo togliergli questa opportunità solo perché mi sentivo insicura. Ricordando i miei momenti felici con il mio compagno, dimenticai chi stavo parlando e spifferai tutto involontariamente. “Se trovare un compagno è così importante per i lupi mannari, perché il mio mi ha rifiutata?!” urlai al telefono senza pensarci. Ci fu un silenzio assordante dall'altra parte, e quando mi resi conto di cosa avevo appena detto, mi coprii la bocca con una mano dando un forte schiaffo, ma era troppo tardi. “Cosa hai detto?!” ringhiò mio fratello al telefono, così forte che dovetti allontanare il telefono dall'orecchio per non diventare sorda. Era infuriato. Oh, la mia stupida testa, perché ho detto quello? "Niente, non ho detto niente. Sono solo in un disastro emotivo in questo momento e dico qualsiasi cosa la mia lingua voglia." dissi, scherzando, sperando che ci cascasse. Ma ovviamente non lo fece, è mio fratello dopo tutto, non di sangue ma comunque. “Mandy, hai appena detto che hai trovato il tuo compagno?” chiese freddamente. Sospirando, risposi, sconfitta. “Sì.” Penso che sia ora di condividere il mio piccolo segreto con lui. È passato così tanto tempo a tenerlo per me che dirlo ad alta voce mi fece sentire un po' sollevata. “Quando?” “Cinque anni fa,” risposi e immediatamente lo misi in viva voce, appoggiando il telefono sul letto. Sapevo che avrebbe urlato e probabilmente causato qualche danno. Non rimasi delusa. Sentii un ringhio feroce e il suono del legno che si spezzava. Probabilmente il suo tavolo in ufficio, Dio perché proprio io? Dopo qualche momento di rumori crepitanti e respiri affannosi, finalmente chiese: “Chi?” La sua voce era così profonda che capii subito che il suo lupo era emerso. E questo non è un buon segno. Quasi immediatamente, sentii la voce preoccupata di Linda chiedere cosa fosse successo. Dopo un secondo, la sua voce attraverso il vivavoce, confusa. “Mandy, sei tu? Cosa è successo?” la sua voce oscillava tra una supplica e una richiesta. Deacon stava ancora respirando pesantemente. “Gli ho detto il mio segreto,” sussurrai. “Quale segreto? Di cosa stai parlando, Mandy?” chiese, intrigata e un po' confusa. Feci un profondo respiro e spiegai. “Ho trovato il mio compagno cinque anni fa, ma sono stata rifiutata.” Sospirai alla fine, aspettando che iniziasse il dramma. Come previsto, le domande iniziarono a piovere su di me. "Che cosa?!" "Chi?" "Lo ucciderò." "Calmati Deacon, lei non dirà nulla finché non ti calmi," disse Linda con voce rassicurante. "Perché non hai detto nulla, Mandy? Dea - cinque anni! Se lo avessi saputo, avrei..." chiese Deacon, finalmente suonando calmo. Probabilmente Linda aveva qualcosa a che fare con questo. "Lo so, avresti ucciso lui. È per questo che non ho detto nulla," spiegai. "Ma perché? Siamo una famiglia. Peter lo sa?" chiese Linda. "No, non lo sa. Siete i primi a saperlo. E credo che fossi imbarazzata. So tutto sui compagni, da come riconoscerli a come si completano a vicenda e tutte quelle cose," dichiarai, "ma non ho fatto il mio lavoro correttamente, lui era deluso da me perché sono umana, ecco perché mi ha rifiutato, anche dopo..." mi fermai. "Anche dopo cosa?" La voce arrabbiata di Deacon colpì il mio orecchio. "Dopo che ci siamo accoppiati," sussurrai. I ringhi e i rumori di legno che si rompevano iniziarono di nuovo. Deacon era furioso. Bene, cosa ti aspettavi da un Alfa? "Mandy, possiamo richiamarti tra un po', per favore?" chiese Linda supplicandomi di dire di sì. "Sì, certo, mi dispiace Linda. Non volevo creare problemi." Mi scusai, prendendo il mio telefono per chiudere la chiamata. "Non devi, siamo famiglia. Siamo qui per aiutarti. Ora lasciami calmare questo maschio alfa, e poi parleremo, ok?" suggerì. "Ok, ciao." Chiusi la chiamata e crollai sul letto, esausta, addormentandomi all'istante. ... Mi svegliai al suono del mio telefono che squillava da qualche parte tra le lenzuola, cercando con la mano e gli occhi chiusi. Finalmente trovai il colpevole e risposi alla chiamata. "Mandy, mi dispiace per il mio scoppio, ma ero scioccato," la voce apologetica di mio fratello riempì il mio orecchio. "È comprensibile, D. Non è ogni giorno che scopri del rifiuto della tua sorellina. Mi dispiace di non aver detto niente prima," dissi con gli occhi ancora chiusi. "Comunque, mi dispiace, ma sono tuo fratello maggiore, è mio dovere proteggerti, quindi qual è il motivo?" chiese. "Come ho detto, ero imbarazzata. Come compagna, avrei dovuto essere tutto ciò di cui aveva bisogno, e vedendo te e Linda o Nick e Anna, nonostante tutte le differenze, siete ancora insieme. Pensavo fosse colpa mia, che non ero degna di avere un compagno, ecco perché sono rimasta in silenzio. So che mi vuoi bene, D, ma non puoi combattere tutti i miei demoni. Devo farlo da sola, iniziando con il mio ex-compagno," spiegai, sperando che potesse capire. "Chi è stato?" Sapevo che avrebbe chiesto. "D, ti voglio bene, ma questo non te lo dirò. Non voglio che tu faccia qualcosa di avventato. Sto bene adesso. Ti prego, capiscimi." cercai di ragionare con lui. "Va bene, ma prometti che un giorno me lo dirai?" "Lo prometto," giurai, guardando fuori dalla finestra. È quasi il tramonto. Tra un'ora dovrei aiutare Peter a fare le valigie. "Ho un'idea. Forse è stupida, ma ascoltami, sorella." Focalizzai la mia attenzione sulle sue parole. "Perché non ti prendi una vacanza? È quasi estate, e cosa c'è di meglio che cambiare ambiente per lasciarti guarire? Torna a casa o vai in Europa, semplicemente lasciati rilassare, cosa ne pensi?" chiese speranzoso. Pensando alla sua proposta, non vedevo nulla di sbagliato in essa. È una buona idea. "Potresti avere ragione. Ci penserò." risposi con entusiasmo. "Grazie, D. Sei il miglior fratello che una ragazza possa avere. È un'ottima idea. Ti chiamerò più tardi, ora devo andare da Peter." dissi, e ci salutammo. Facendo una doccia veloce, pensai alla nostra conversazione. Era una buona opportunità per affrontare le mie emozioni e adattarmi lentamente alla mia nuova situazione. Senza Peter vicino.
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