Introduzione

749 Words
IntroduzioneEd eccomi qui, con la quinta avventura di Matteo De Foresta. Un risultato inatteso, per quello che nel 2015 doveva essere un mio gioco e nulla più. Ti trovi a scrivere un romanzo, a pubblicarlo da solo e a scalare le classifiche… e un attimo dopo sono passati sette anni e stai scrivendo l’introduzione ad una nuova storia. Non pensiate che mi senta arrivato, anzi. Continuo a reputarmi un apprendista della scrittura. Quando solo scrivendo storie riuscirò a mantenermi, allora sì che mi reputerò uno scrittore. Fino ad allora, cerco di divertirmi e basta. In tanti, dopo i due romanzi di Pinna, mi avete chiesto una nuova avventura di Matteo. Confesso che non è stato facile scriverla e per tanti motivi. La crisi del settimo anno! Esiste anche con i propri personaggi! Le cause non sono tante in realtà, ma tre. La prima, fondamentale, è il poco tempo che ho avuto per mettermi davanti al PC e scrivere con continuità. Lavoro, famiglia, Crossfit. E visto che non mi bastava mi sono pur iscritto a Filosofia. Non so quando mi laureerò, ma diciamo che ho scollinato al momento. Adesso, infatti, poserò la penna per qualche mese, per dedicarmi allo studio ché devo dare uno sfracello di esami. La seconda, altrettanto importante: sono tante le idee che mi frullano in testa e che mi porteranno, forse, a scrivere uno o due romanzi senza personaggi seriali. Trame un po’ intricate, a dire il vero, che sto cercando di “metabolizzare” soprattutto pregando i futuri protagonisti di raccontarmi qualcosa di più su di loro. Ma vedrete. Forse, per chi si aspetta entro breve una nuova storia di Matteo oppure di Alessandro, questa sarà una parziale cattiva notizia. Purtroppo, come ho già detto, mi devo divertire e seguire il mio cuore e non la ragione. Anticipo già che ci sarà prima o poi il terzo romanzo di Pinna. Ma credo, invece, che Matteo resterà a riposo per un bel po’. Ho troppa paura di scrivere e raccontare dinamiche già viste e lette, e allo stesso tempo sono alla ricerca di nuovi progetti. Ah, dimenticavo, il terzo motivo (chissà perché sono sempre tre e mai due. E spesso il terzo lo si aggiunge tanto per arrivare all’agognato numero ma non è questo il caso): la trama di questo Matteo è un tantino complicata e allo stesso tempo “delicata”. Complessa non tanto, forse, per chi lo leggerà quanto per il sottoscritto che si è dovuto dare tante risposte visto che a me piace scrivere improvvisando e non stilando noiose scalette. Ho anche ripreso tanti libri in mano letti nel passato, per documentarmi e rinfrescare vecchi ricordi. Delicata, invece, per gli argomenti che tratta. Non è forse la classica storia gialla e anzi è invece molto noir: perché cerca di attingere a temi ancora irrisolti e allo stesso tempo a vecchi fatti di cronaca della mia città. Un connubio esplosivo, attraverso il quale ho cercato di muovermi con delicatezza, senza offendere nessuno o risvegliare dolori sopiti, e senza cedere troppo al déjà vu o al complottismo: o peggio ancora complottista. Mi auguro solo che in qualche modo vi stimoli alla riflessione o vi incoraggi ad approfondire certi temi. Vorrei dirvi molto di più ma temo che rovinerei la lettura, quindi mi taccio. Arriviamo quindi a brevi ma doverosi ringraziamenti. Ringrazio i tanti amici che mi seguono, mi incoraggiano a proseguire in nuove storie. Credetemi che se il divertimento è il fuoco che mi anima, il vostro apprezzamento e i giudizi positivi che ricevo ne sono la benzina. Ringrazio la pazienza di Carlo Frilli, che da buon manager ha atteso che io partorissi senza mettermi fretta o senza incazzarsi. Ne avrebbe avuto ben donde ma evidentemente mi vuole troppo bene; almeno quanto io ne voglio a lui. Ringrazio come sempre la mia famiglia, che mi sopporta e mi supporta. La mia compagna Paola, i ragazzi, mia madre e mio padre. Mia sorella e il suo compagno Ivo, “vero beta reader”. La sua pignoleria nei dettagli mi aiuta a scovare di continuo contraddizioni ed errori. E, per una volta lasciatemi essere più egoriferito e narcisista del solito, ringrazio me stesso e chi mi ha fatto così: per non essere un noioso cinquantenne ma un ragazzino sempre desideroso di nuove esperienze e avventure. Alla prossima! E ci si vede alle presentazioni! Imagine there’s no countries It isn’t hard to do Nothing to kill or die for And no religion, too John Lennon
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