I giorni che seguirono la sconfitta di Morgana furono carichi di una tensione sottile che né Antonio né Fabio riuscivano a identificare completamente. La libreria sembrava più tranquilla del solito, i libri sussurravano con meno frequenza, e persino il Codex Umbrarum rimaneva chiuso per ore, come se stesse aspettando qualcosa.
Fu durante una fredda mattina di novembre che arrivò la lettera.
Fabio la trovò sotto la porta principale, sigillata con ceralacca nera che portava il timbro dell'Università di Bologna. Il suo cuore si fermò per un momento quando riconobbe l'intestazione ufficiale.
"Antonio," chiamò, la voce tesa mentre apriva la busta con mani tremule.
Antonio apparve immediatamente al suo fianco, notando subito il pallore sul viso del suo amante. "Cosa c'è?"
Fabio lesse la lettera in silenzio, i suoi occhi verdi che si riempivano di una disperazione crescente. Quando finì, lasciò cadere il foglio dalle dita intorpidite.
"Hanno aperto un'inchiesta disciplinare," sussurrò. "La mia assenza prolungata dalle lezioni, la mancanza di comunicazioni ufficiali... Il Rettore vuole vedermi domani mattina. Se non mi presento, verrò licenziato con disonore."
Antonio raccolse la lettera, leggendola rapidamente. La sua mascella si irrigidì mentre assimilava le implicazioni. "E se ti presenti?"
"Dovrò dare una spiegazione per la mia assenza. E quale spiegazione potrei dare? Che ho scoperto una libreria magica e sono diventato il custode di testi che potrebbero cambiare la comprensione del mondo?" Fabio ridacchiò amaramente. "Mi internerebbero."
"Oppure potresti inventare una scusa. Malattia, ricerche all'estero, un periodo sabbatico non autorizzato..." Antonio si avvicinò, cercando di prendere le mani di Fabio, ma il professore si allontanò.
"E poi? Tornare alla mia vita di prima? Fingere che tutto questo non sia mai accaduto?" Fabio si voltò verso di lui, gli occhi che brillavano di lacrime non versate. "Non posso, Antonio. Non posso fingere di essere ancora quella persona. Ma non posso nemmeno distruggere completamente la mia reputazione accademica. Ho lavorato tutta la vita per costruire la mia carriera."
Il silenzio che seguì fu pesante come piombo. Antonio guardò l'uomo che amava più della vita stessa dibattersi con una scelta che non aveva soluzioni facili, e sentì il cuore spezzarsi. Aveva sempre saputo che questo momento sarebbe arrivato: il mondo reale che rivendicava Fabio, che lo costringeva a scegliere tra la sua vita precedente e quella nuova che avevano costruito insieme.
"Cosa vuoi fare?" chiese Antonio, la voce attentamente controllata.
Fabio si appoggiò contro uno scaffale, la testa tra le mani. "Non lo so. Dio, Antonio, non lo so. Se vado, perdo te, perdo tutto questo, perdo la parte di me che non sapevo nemmeno di cercare. Ma se non vado..."
"Perdi tutto quello per cui hai lavorato fino ad ora," completò Antonio. "La tua reputazione, la tua carriera, il rispetto dei tuoi colleghi."
"Esattamente." Fabio lo guardò con occhi pieni di dolore. "E non è giusto metterti in mezzo a questa decisione. La tua vita è qui, il tuo dovere è qui. Non posso chiederti di aspettare che io risolva questo pasticcio."
Antonio sentì qualcosa di freddo e terribile formarsi nel suo petto. "Cosa stai dicendo?"
"Sto dicendo che forse... forse devo tornare. Almeno temporaneamente. Risolvere la situazione all'università, trovare un modo per dimettermi ufficialmente senza rovinare la mia reputazione. E poi..." La sua voce si spezzò. "E poi forse potrò tornare qui. Se tu... se tu mi vorrai ancora."
"Se ti vorrò ancora?" La voce di Antonio era incredula, ferita. "Fabio, tu sei la mia anima. Sei diventato parte della magia di questo posto. I libri ti hanno accettato, ti hanno cambiato. Non puoi semplicemente andartene e poi tornare quando ti è comodo."
"Lo so!" esplose Fabio. "Credi che non lo sappia? Credi che sia facile per me anche solo contemplare l'idea di lasciarti? Ma cosa dovrei fare? Sparire dalla faccia della terra? Lasciare che tutti pensino che sono impazzito o morto?"
"Potresti restare," disse Antonio semplicemente. "Potresti scegliere questo. Scegliere noi."
"E vivere per sempre nascosto in questa libreria? Senza mai più vedere la luce del sole, senza mai più avere una conversazione normale con un'altra persona?" Fabio scosse la testa. "Non sarebbe vita, Antonio. Sarebbe una bellissima prigione."
Le parole colpirono Antonio come schiaffi. Si rese conto improvvisamente di quanto fosse stata limitata la sua esistenza, di quanto avesse accettato l'isolamento come prezzo necessario per la custodia dei libri. Ma per lui era diverso: era nato in quel mondo, cresciuto con quella responsabilità. Fabio aveva avuto una vita piena prima di entrare nella libreria.
"Allora vai," disse Antonio, la voce spezzata ma ferma. "Vai e risolvi la tua situazione. Ma non... non promettermi che tornerai se non sei sicuro di poterlo fare."
Fabio lo guardò con occhi pieni di lacrime. "Antonio..."
"No," lo interruppe Antonio, allontanandosi. "Se hai dei dubbi, se anche solo una parte di te vuole tornare alla tua vita precedente, allora non sei mai stato veramente mio. I libri non sbagliano mai nello scegliere i loro custodi. Se te ne vai, significa che si sono sbagliati. Significa che io mi sono sbagliato."
"Non è così semplice!" gridò Fabio. "Non tutto nella vita è bianco o nero, Antonio. Non tutti abbiamo il lusso di vivere in un mondo dove le scelte sono sempre chiare!"
"Il mondo magico non è un lusso," replicò Antonio, la voce che tremava di dolore e rabbia. "È una responsabilità. È un privilegio che pochi possono comprendere e ancora meno possono sopportare. Se non lo capisci, se hai bisogno di tempo per 'pensarci', allora forse non eri la persona giusta."
Si guardarono attraverso la distanza che si era improvvisamente aperta tra loro, entrambi feriti, entrambi disperati, entrambi troppo orgogliosi per fare il primo passo verso la riconciliazione.
Fu allora che successe qualcosa di straordinario e terrificante allo stesso tempo. I libri iniziarono a cadere dagli scaffali, non con violenza ma con una tristezza palpabile, come lacrime di carta e inchiostro. Il Codex Umbrarum si aprì spontaneamente, le sue pagine che si voltarono fino a mostrare l'immagine di due figure che si allontanavano l'una dall'altra, circondate da simboli di separazione e dolore.
"Guarda cosa stiamo facendo," sussurrò Fabio, la voce rotta mentre osservava i libri che piangevano la loro separazione. "Li stiamo ferendo."
Antonio guardò anche lui la devastazione emotiva che la loro lite stava causando alla libreria. I libri che li avevano benedetti come coppia, che avevano celebrato il loro amore, ora soffrivano per la loro separazione imminente.
"Fabio," disse, la voce appena un soffio. "Ti prego. Non andartene. Troveremo un modo. Qualsiasi modo."
Fabio attraversò la distanza tra loro, gettandosi tra le braccia di Antonio con un singhiozzo disperato. "Ti amo. Ti amo più di quanto ami la mia carriera, più di quanto tema il giudizio del mondo. Ma ho paura, Antonio. Ho paura di non essere abbastanza forte per questa vita."
"Sei la persona più forte che conosca," sussurrò Antonio, stringendolo disperatamente. "Hai affrontato Morgana al mio fianco. Hai lasciato che i libri ti trasformassero. Hai accettato una magia che la maggior parte delle persone non può nemmeno immaginare."
"Ma sono anche terrificato," confessò Fabio contro il suo collo. "Terrificato di perdere me stesso completamente. Terrificato che un giorno ti svegli e ti renda conto che hai scelto la persona sbagliata."
Antonio lo allontanò quanto bastava per guardarlo negli occhi. "Ascoltami bene," disse, la voce ferma e piena di amore. "I libri non sbagliano mai. E il mio cuore non sbaglia mai. Tu sei la persona giusta. Sei l'unica persona giusta."
Si baciarono disperatamente, le loro lacrime che si mescolavano mentre si aggrappavano l'uno all'altro come se il mondo stesse per finire. Intorno a loro, i libri smisero di cadere, le pagine del Codex che si voltarono fino a mostrare di nuovo le due figure unite, circondate da simboli di amore eterno.
"Cosa facciamo?" chiese Fabio contro le sue labbra.
"Affrontiamo tutto insieme," rispose Antonio. "Io verrò con te all'università. Troveremo un modo per spiegare la tua assenza senza rivelare la verità. E poi..." Esitò, prendendo una decisione che avrebbe cambiato tutto. "E poi forse è tempo che questa libreria esca dall'ombra. Forse è tempo che il mondo sia pronto per alcuni dei suoi segreti."
Fabio lo guardò con occhi spalancati. "Cosa stai dicendo?"
"Sto dicendo che quattordici generazioni di Rossi hanno custodito questi segreti nell'oscurità. Ma forse è arrivato il momento di portare almeno alcuni di essi alla luce. Cautamente, selettivamente, ma comunque alla luce." Antonio sorrise, un sorriso coraggioso nonostante la paura nei suoi occhi. "Se tu puoi essere abbastanza coraggioso da rischiare la tua carriera per amore, io posso essere abbastanza coraggioso da rischiare la tradizione della mia famiglia per te."
Quella notte fecero l'amore con una disperazione e una passione che superarono tutto quello che avevano condiviso prima. Era come se stessero cercando di imprimere ogni sensazione, ogni tocco, ogni gemito nella loro memoria, nel caso in cui tutto andasse male.
Antonio lo prese con una tenerezza infinita, le mani che tremavano mentre esplorava ogni centimetro del corpo che amava così disperatamente. "Qualunque cosa accada," sussurrava mentre si muoveva dentro di lui con movimenti lenti e profondi, "ricorda questo. Ricorda quanto ti amo."
"Come potrei dimenticarlo?" gemette Fabio, inarcandosi sotto di lui. "Sei scritto nella mia anima, Antonio. Sei parte di me per sempre."
Si amarono fino all'alba, i loro corpi che si univano ancora e ancora in un'affermazione silenziosa del loro legame indistruttibile. E quando finalmente si addormentarono abbracciati, entrambi sapevano che il giorno successivo avrebbe determinato il loro futuro insieme.
I libri vegliarono su di loro in silenzio, sussurrando preghiere nelle lingue antiche, benedicendo l'amore che aveva il coraggio di sfidare ogni convenzione pur di sopravvivere.