​LANAS E SCARRAT-3

1427 Words
Era un giorno di forte vento e pioggia e onde altissime si infrangevano contro gli scogli. Un carico di olio era partito, nonostante il cattivo tempo, dalla terra del nord ed era diretto verso sud. Mancava poco perché l’equipaggio raggiungesse il porto della città Inferiore, quando un po’ per il vento, un po’ per le alte onde che si abbattevano con violenza contro la modesta imbarcazione, gli ouna che si trovavano a bordo persero la rotta. Nello stesso momento, un’altra imbarcazione con un carico di olio nero era diretto verso la terra del nord. Fu troppo tardi quando entrambi gli equipaggi si accorsero che a prua avanzava veloce un’altra imbarcazione, la catastrofe fu inevitabile! Entrambe le barche nell’affondare riversarono tutto il loro contenuto nelle acque del lago. Morirono quattro ouna Superiori e sei ouna Inferiori. I danni dell’incidente cominciarono a farsi vedere dopo qualche giorno, una macchia vischiosa ed unta si era allargata velocemente inquinando anche la bella e piccola spiaggia che fiancheggiava il porto della città Inferiore. Ouna Inferiori e Superiori cominciarono ad accusarsi reciprocamente dell’accaduto. Fino a quando le accuse divennero ostilità e qualsiasi contatto esistente tra le due città si interruppe definitivamente. A nessuno dei regni circostanti importò molto di quello che era accaduto nel regno di Olekawan, gli ouna non avevano molti contatti con gli altri regni, per questo pochi avevano a che fare con loro. Le loro risorse agli occhi dei sovrani di Siger, erano trascurabili, perciò nessuno si occupò di mettere pace tra le due fazioni, anzi, alcuni schernirono spesso i piccoli uomini. Quando successe il fatto, nelle taverne di Achaar gli ouna vennero derisi e etichettati come piccoli esseri egoisti e attaccabrighe. I loro problemi se li erano meritati! Era impossibile trattare con loro, si diceva. Anche a Lanas non erano mai piaciuti, sentiva su di loro molte storie bizzarre: ouna Inferiori e Superiori che litigavano per le vie dei villaggi o pattuglie di ouna che partivano da un villaggio e andavano nell’altro solo per portare scompiglio. Si diceva fossero individui rissosi, piantagrane, facili ai tafferugli e dediti all’aliandula: il loro liquore preferito. All’interno delle due città, zuffe e parapiglia erano all’ordine del giorno, per questo lui si era sempre rifiutato di accomodare la situazione, al contrario della sorella che di tanto in tanto andava a far loro visita. Eillean la pensava diversamente. Lei aveva sempre avuto un buon legame con Olekawan Superiore. Anni prima aveva conosciuto il loro sovrano per caso e da allora regolarmente andava a trovarlo. Diceva di trovarsi bene con loro ed aveva instaurato un legame che nessuno della sua famiglia capiva. Voleva a tutti i costi far ragione gli ouna Superiori, voleva aiutarli a riconciliarsi con i cugini Inferiori. Quando aveva espresso il desiderio di andare ancora una volta a Olekawan, il padre le aveva dato il permesso a patto che fosse stata accompagnata. Lei spesso andava sola, talvolta senza avvisare nessuno. Così era partita con alcuni uomini tra cui Ristan, il Capitano delle Guardie Reali, e Rajana, il Capitano dell’esercito a cavallo. Ma a metà percorso era stata rapita. - Maledetti ouna, maledetti! - disse Lanas in un attimo di rabbia, entrando nella sua stanza. Anche se abitava nella caserma, aveva un paio di locali dove teneva una serie di abiti e cose che non potevano stare in caserma. Si diresse verso uno degli armadi, ma esausto si buttò su uno dei due letti che arredavano la camera. Incrociò le braccia sotto la testa e rimase a guardare il candido soffitto con i pensieri rivolti alla sorella. Essi inconsciamente andarono al giorno in cui il Capitano Rajana, il Capitano Ristan e una decina di uomini erano tornati in città molto prima del previsto. Erano entrati dalla porta a sud delle mura, avevano cercato di passare dalle strade meno frequentate per non farsi notare, ma era stato inutile. Molti li avevano visti, ed avevano notato l’assenza della principessa, così le voci si erano sparse in fretta e Lanas aveva presto saputo che Eillean non era con la pattuglia che l’aveva accompagnata. Si erano presentati tutti nella grande caserma principale, chiedendo di parlare con lui. Il principe era subito accorso, e quando li vide un’ombra cupa passò sul suo viso. Dalle loro condizioni capì che avevano combattuto. Indossavano abiti rovinati e sporchi, e i lividi sui visi e sulle braccia mostravano che era stata una dura battaglia. I volti stanchi e afflitti cercarono di non guardare il viso del principe che trepidante attendeva il rapporto. La bellissima Rajana, comandante dell’esercito a cavallo, teneva abbassati i grandi occhi verdi mentre spiegava quello che era successo. - Eravamo accampati lungo le rive del fiume Orar, quando alcuni uomini vestiti di nero ci hanno attaccato, e prima ancora che impugnassimo le armi avevano già rapito Eillean. - aveva detto con voce tremolante. A Lanas aveva spiegato che tutti loro avevano provato a difendere la principessa, ma che ugualmente quegli uomini erano riusciti nel loro scopo. Lanas subito si era infuriato, aveva gridato al capitano e agli altri che erano stati incoscienti. La rabbia in quel momento era tale, che senza rendersene conto aveva schiaffeggiato Rajana. Come tutti i presenti era rimasta immobile e frastornata da quell’atto, compreso Ristan che prese le sue difese. - Sono io il Capitano delle Guardie Reali. Io dovevo proteggerla, non prendertela con Rajana! - aveva detto Ristan guardandolo freddamente. Ma Rajana lo interruppe con rabbia. - Lascia stare Ristan. In questa missione lei era stata affidata a me! La colpa è solo mia! - aveva parlato più a sé stessa con che a Ristan. Aveva commesso un errore imperdonabile e i suoi occhi implorarono il principe di perdonarla. Fu in quel momento che Lanas capì d’aver esagerato. Sapeva che Rajana soffriva senza che lui le facesse pesare l’accaduto. Capì che anche tutti gli altri soffrivano, soprattutto Ristan, sul suo viso il principe lesse un velo di grande tristezza, e quando tutti se ne andarono gli disse una frase che lo stupì. - Non dovevi schiaffeggiare Rajana, tra tutti è stata la più determinata a difendere la principessa! Ricordati, è solo mia la colpa e di nessun altro! - aveva dichiarato con voce brusca, poi senza salutarlo si era allontanato. Due tramonti dopo era arrivato un messaggio da un uomo che si definiva il Signore di Kirine. Lanas aveva riflettuto a lungo prima di prendere la decisione di riportare a casa la sorella. Non era stato affatto frettoloso come il padre credeva. Si era consultato a lungo con gli ufficiali, i capitani dei vascelli, con molti dei suoi soldati. Voleva avere delle opinioni, sapere quello che i suoi uomini avrebbero voluto fare, ed aveva saputo che molti la pensavano come lui. Conosceva il parere dei Consiglieri. Loro erano convinti che andare a combattere oltre i confini sarebbe stato troppo rischioso. Vedevano che all’interno delle mura il loro esercito era invincibile, che riusciva sempre a riportare la vittoria e respingere il nemico. Nessuno, nemmeno loro, sapevano cosa poteva esserci oltre i confini. Molti, avevano sentito notizie terribili sugli eserciti degli altri regni che erano andati incontro al nemico. Armate intere erano state spazzate via come foglie al vento, migliaia di uomini erano stati sepolti dalla polvere e nessuno era più tornato per raccontare quello che era accaduto. Per i Consiglieri il loro esercito era più utile ad Achaar, con esso la città e l’intero regno erano al sicuro. Ma Lanas voleva andare. Sentiva che quello che stava per fare era giusto, lo sentiva dai commenti che venivano dai suoi uomini, dalla loro voglia di combattere. Lui viveva a stretto contatto con i soldati ogni giorno. Amava stare in loro compagnia. Mangiava, dormiva, si addestrava con loro nelle caserme che li ospitava. Sentiva le loro aspirazioni, i malumori e i sentimenti. Era stato anche per loro che aveva preso quella grave decisione. L’esercito di Achaar voleva andare a Kirine! Lui era completamente diverso dal padre: Scarrat era un re diplomatico, un filosofo. Amava le riunioni, i convegni, gli incontri con gli altri regnanti, teneva continuamente conferenze su varie questioni, e prima di agire, si consultava periodicamente con i suoi Consiglieri. Lui ed Eillean si assomigliavano molto. Lui invece era diverso: prendeva in fretta una decisione e quando lo faceva non attendeva un solo istante per metterla in atto. Quando era arrivato il messaggio del Signore di Kirine, aveva subito chiamato in segreto tutti gli ufficiali per esporre i propri piani. Non aveva dovuto esporre troppo le sue ragioni, tutti furono entusiasti di quello che aveva in mente. Con sua sorpresa all’unanimità accettarono senza indugio. Lanas con questi pensieri fissava il soffitto, Elios-aere inondava la stanza con il suo calore, stava quasi per addormentarsi, quando ricordò che da lì a poco sarebbe dovuto andare ad un appuntamento molto importante. Avrebbe dovuto incontrare Larael.
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