SCARRAT E DAFOE

1440 Words
SCARRAT E DAFOE Scarrat era ancora al tavolo della sua stanza. Da ore fissava malinconicamente il suo bicchiere di vino, da quando l’aveva versato ne aveva assaggiato solo qualche sorso. I suoi pensieri erano rivolti ancora al figlio che all’indomani sarebbe partito per una dura battaglia. Erano successe molte cose terribili negli ultimi tempi. Per questo avvertiva il proprio corpo pesante ed esausto, svuotato di ogni forza, di ogni voglia di reagire, non si era mai sentito così. I suoi occhi si spostarono verso la parete che stava alla sua destra. Lì era appeso l’unico quadro della stanza: il ritratto di una donna dal viso dolce e dai lunghissimi capelli neri. In ogni stanza ne aveva fatto mettere uno. Scarrat sospirò. - Mia dolce Herika, il continente in questo periodo è percosso da terribili eventi. I nostri alleati sono stati distrutti ed ora Kirine cerca di fare lo stesso anche con noi. Se almeno ci fossi tu qui con me, sapresti come sostenermi. Sono così stanco, avvilito... Herika era la madre di Lanas e di Eillean. Oltre ad essere dotata di grande bellezza, aveva un carattere forte, straordinario. In certe circostanze era lei a prendere le decisioni. Lei e Scarrat erano stati molto innamorati ed insieme formavano una famiglia felice, un esempio per tutti i sudditi che li amavano. Solo un male incurabile era riuscito a dividerli, ed il re da quel momento, non era stato più lo stesso. Soffriva in silenzio. Dinnanzi a tutti cercava di celare in ogni modo il dolore, anche se esso gli pesava come un macigno sul cuore. Tutti questi pensieri furono ad un tratto interrotti da un bussare leggero alla porta. Il re capì dal tocco che doveva essere il capo Consigliere Dafoe. Quando Dafoe entrò fece subito un inchino a Scarrat, che non si scomodò per altrettante formalità. Lo salutò soltanto con un lieve movimento della testa e gli fece cenno di sedersi al tavolo. Il Capo Consigliere era piuttosto magro. La sua tunica bianca da consigliere, per quanto continuamente sistemata, sembrava stargli sempre troppo larga, come se non fosse della sua misura. Aveva un aspetto esile ma al tempo stesso aveva un carattere forte, glielo si poteva leggere nei suoi occhi neri. Gli stessi occhi che facevano innamorare non poche donne a palazzo, cosa che molti uomini trovavano assai strana. Dafoe non aveva un viso attraente. Il mento era piuttosto sporgente ed aveva un naso che assomigliava ad un becco d’aquila, e poi non aveva capelli! Dettaglio su cui sia lui che Scarrat insieme amavano scherzare. Era assai raro per un achaariano essere completamente calvo! Il Capo Consigliere era considerato, dopo il sovrano, la più alta carica del regno, perciò godeva quasi degli stessi privilegi del re. Scarrat aveva sempre avuto nei suoi confronti una grande stima. Lo considerava un ottimo Consigliere, efficiente e preparato. Avevano la stessa età, avevano studiato insieme nell’università di Achaar ed erano sempre stati ottimi amici. Per qualsiasi questione il sovrano si appoggiava a lui con fiducia, ricevendo sempre le risposte di cui aveva bisogno. Anche se con gli anni Scarrat notò con rammarico che era cambiato. Era diventato piuttosto superbo, approfittava della sua posizione, cosa che cominciava a dare fastidio a non pochi esponenti del Consiglio. Dafoe fece alcuni passi verso il tavolo, ma non accettò l’invito, non aveva molto tempo e volle subito andare al nocciolo della questione. - Scusami Scarrat per questa mia improvvisa visita, ma ho saputo da fonti certe che il principe Lanas domattina partirà per il regno di Kirine. Io credo che… Scarrat scosse la testa in segno di disapprovazione. - Scusami tu Dafoe. Ho appena terminato una brutta discussione con Lanas. L’ho appena saputo. Dafoe annuì appoggiando le mani sul tavolo. I suoi occhi scuri guardarono quelli del sovrano che erano fissi sul bicchiere di vino, vide tristezza in loro. La sua voce uscì solitamente calma. - So che sei al corrente delle procedure che si dovrebbero adottare in casi come questo. Qualunque azione di guerra al di fuori dei confini deve essere decisa sempre con una riunione di tutti i membri del Gran Consiglio! Scarrat annuì sospirando. Aveva appena avuto una pesante discussione con il figlio, non intendeva affatto averne un’altra. Guardò l’amico con sguardo quasi implorante. - Dovevi averlo visto. E’deciso come non mai!- disse annuendo distrattamente la testa. - Siamo stati ore a litigare, a discutere. Dice che tutti gli ufficiali dell’esercito sono d’accordo, che i capitani di vascello non vedono l’ora di partire! Dafoe a queste parole scosse più volte la testa. - Tutto questo è assurdo! Non puoi permettere che accada! Gli altri Consiglieri hanno accolto con sdegno la notizia della partenza del principe. E non puoi nemmeno immaginare cosa è successo quando hanno saputo della partenza del Capitano Rajana… Molti si sentono umiliati, delusi, ed alcuni minacciano di rinunciare alle loro cariche! Scarrat a questa frase alzò lo sguardo verso l’amico, le ultime parole lo avevano profondamente scosso. - Come ti ho già detto poco fa, non se sapevo nulla. Nemmeno che il capitano Rajana fosse partita, ho saputo tutto poco fa… - Allora perché non hai cercato di fermarlo? C’è ancora tempo! - disse il Consigliere a voce alta. Scarrat a quelle parole rivolse all’amico uno sguardo colmo di afflizione. Dafoe rimase paralizzato, non ricordava d’aver mai visto il sovrano in quelle condizioni. - No. Tutto andrà come Lanas ha programmato! - affermò Scarrat con voce ferma. I due si guardarono per qualche momento negli occhi, però fu il re a distoglierli per primo, sentiva pesante e accusatore il suo sguardo su di lui. Ci furono lunghi istanti di silenzio. ­ - Ho riflettuto parecchio, - riprese Scarrat con un tono di voce più calmo. - forse Lanas ha ragione. Siamo in guerra da troppo tempo ormai. Fino ad ora, l’esercito di Achaar non è mai uscito dal regno per combattere. Le battaglie si sono sempre svolte nei nostri confini, respingendo il nemico sempre con successo. Ma ora è arrivato il momento di affrontare il nemico oltre le mura di Achaar. Il regno di Kirine non ha diritto di avere il bosco di Elged. E rapire Eillean è stato troppo, non dovevano farlo. Dafoe fece alcuni passi verso una delle finestre, da esse si godeva della vista di tutta la città. Elios-aere era ormai tramontata. Le strette vie declinanti e sinuose, a quell’ora erano ormai deserte, e gli edifici stavano diventando ammassi grigiastri in un’atmosfera violacea. - Posso capire i tuoi sentimenti e quelli del principe. Ma tutto questo sarà molto pericoloso, più pericoloso di quello che probabilmente il principe e tutti i capitani immaginano. Ho saputo cose terribili. Si dice che il Signore della Fortezza di Kirine abbia poteri straordinari, poteri ignoti e oscuri che vanno al di là di ogni concezione. - aggiunse Dafoe. Scarrat annuì. - Lo so. Anch’io ho appreso queste notizie. Anche Lanas lo sa. E nonostante questo è deciso. Tutti lo sono. Dafoe si scostò dalla finestra e guardò il sovrano. - Un’ultima cosa. Con la partenza di Lanas un’altra questione si è accesa. La quinta regola dell’Ordine dei Forgiatori. Come me anche gli altri Consiglieri non trovano giusto che solo la famiglia reale conosca il nome del Forgiatore Reale, e sono concordi che per la sua incolumità anche il Gran Consiglio conosca la sua identità. Anche Scarrat si alzò, andò verso l’amico e gli mise una mano sulla spalla. - Bene, capisco. Capisco anche gli altri consiglieri. Domani farò avere loro un mio messaggio che li convocherà in riunione nella sala del Gran Consiglio. - Ma per quanto riguarda la faccenda del principe Lanas sarà troppo tardi. - disse Dafoe cercando un’altra occasione per far riflettere il sovrano. Il re lo guardò con severità e Dafoe capì che doveva concludere. - Ho capito che sei risoluto e che hai preso una decisione, non dirò altro a riguardo. Spero solo che noi tutti non dovremo pentirci delle nostre decisioni. - dichiarò con un leggero sospiro. Poi con un inchino si congedò e uscì dalla stanza. Scarrat lo guardò uscire, pensando che per una volta tanto era riuscito ad imporsi sull’amico. Succedeva molto raramente, poiché Dafoe aveva un carattere volitivo e difendeva con forza le proprie idee. Stavolta era stato diverso perché lui stesso era convinto che Lanas aveva ragione. Si rendeva conto dell’enorme pericolo che correva, ed era a conoscenza del potere oscuro che gravitava attorno al Signore di Kirine. Nonostante questo, pensò che le motivazioni di Lanas fossero valide. Annuì appena a quell’ultimo pensiero, convincendosi una volta per tutte che quella questione si era conclusa. Era stato difficile accettare la decisione del figlio, più difficile di quella di ammettere che lui stesso era stato troppo duro con lui, troppo rigido, il suo diniego era spinto dalla paura di perderlo, dalla possibilità di non rivederlo più. Cercò di concentrarsi sull’altra questione: quella della quinta regola. Lui sarebbe stato chiaro e non avrebbe cambiato il regolamento, anche se non sapeva quali sarebbero state le reazioni dei consiglieri.
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