II. LAVORO D’UFFICIOMichael stava correggendo le bozze di Contraffazioni – il libro lasciato da Wilfrid.
«Butterfield chiede di essere ricevuto, signore».
«Fatelo entrare».
Sempre la parola Butterfield suscitava in Michael un senso d’orgoglio e insieme di disagio. Il giovane adempiva con successo sempre crescente il compito per cui era stato assunto, in prova, quattro mesi prima. Il capo del reparto lancio l’aveva addirittura giudicato “una scoperta”. E certo, dopo Moneta di rame, era quello il più bel colpo d’affari fatto da Michael. I librai non compravano, ma Butterfield vendeva, o almeno così dicevano: pareva che avesse un dono naturale per ispirare fiducia, proprio quando questa fiducia non era giustificata. Danby e Winter gli avevan persino affidato la vendita privata dell’edizion
