Prospettiva di Blake
Il giorno seguente fui svegliato da una mano delicata che mi carezzava i capelli. Il tocco era familiare e rassicurante. Il suo profumo mi fece sentire subito rilassato, anche se tutti i miei muscoli erano doloranti per via della scomoda sedia in cui avevo dormito.
"Ciao, tesoro, dovresti mangiare qualcosa. Ti ho portato la colazione." La voce di mia madre mi fece sentire di nuovo un bambino piccolo. Mi stiracchiai il più possibile considerando che la sedia perfida non me lo permetteva e gemetti quando tutte le ossa del mio collo emisero un suono scricchiolante. Con gli occhi annebbiati la guardai e sospirai. Era stata ricoverata di corsa in ospedale il giorno precedente e io nemmeno mi ero preoccupato di controllare come stava. Mi sentivo il peggior figlio del mondo.
"Come stai, mamma?" chiesi finalmente, osservandola muoversi con energia mentre apparecchiava il tavolo.
"Sto bene, quanto può stare bene una persona anziana. Ma non è importante come sto io. Piuttosto, come stai tu?" Si avvicinò a me e mi toccò il viso, ma i suoi occhi si spostarono curiosamente da me alla persona sul letto.
"Onestamente non lo so. Ho aspettato questo momento da sempre e adesso... Non so proprio cosa fare. Sono felice di averla trovata, ma non mi aspettavo in queste circostanze." Indicai tutti i tubi collegati al corpo della mia compagna.
Lei sorrise dopo aver lisciato la mia guancia e girò intorno al letto, concentrata sulla mia compagna incosciente. La osservò attentamente prima di prendere la sua mano e baciare la sua guancia destra. Io la seguii, presi l'altra mano della mia compagna e la baciai.
"Stai qui con lei, stai qui per lei. E sii paziente. Tutto ciò che puoi fare adesso è darle supporto durante la guarigione e non affrettarla in nulla, non sappiamo in quale stato si sveglierà. È bellissima, tra l'altro," disse, sfiorando i capelli della mia compagna. Sorrisi al suo complimento.
"Il nostro volo è previsto tra qualche ora, ma ho organizzato la tua permanenza per tutto il tempo necessario. Portala a casa, Blake." Mi guardò con i suoi occhi grigi pieni di amore. I suoi capelli castani avevano un pizzico di grigio dopo tutti questi anni, ma era bellissima come il giorno in cui l'ho conosciuta.
Le sorrisi in risposta. Sapevo che mi avrebbe aiutato con qualsiasi cosa. L'abbracciai e le diedi un bacio sulla guancia prima che se ne andasse, con la promessa di tornare con mio padre e Brody prima della loro partenza.
"Ah, ehm... Blake?" Si girò prima di lasciare il reparto. La guardai con aspettativa. "Fatti una doccia, puzzi." Mi fece l'occhiolino e se ne andò chiudendo la porta, ridacchiando dolcemente tra sé e sé.
Ridacchiai alle sue parole, ma, guardando in basso, notai i miei vestiti di ieri. Sicuramente potevo usare una doccia. Guardando all'interno della valigia lasciata vicino alla porta, trovai tutti i miei vestiti e alcuni nuovi. Sicuramente mamma aveva organizzato tutto, era sempre stata almeno due passi avanti in ogni cosa, non sapendo per quanto tempo sarei stato qui prima del risveglio della mia compagna, mi aveva preparato dei vestiti per almeno una settimana.
La porta si riaprì pochi minuti dopo e tornò il dottor Logan, accompagnato da due infermiere. Dal loro odore, dedussi che erano umane, mi guardavano con lussuria come se fossi stato un bocconcino da divorare con bramosia. Notai come le loro divise aderissero ai loro corpi, mettendo in mostra tutte le curve. Facevano ondeggiare i fianchi in modo seducente, ma questa volta non mi fece alcun effetto. Tutto quello che desideravo, corpo, cuore e anima, era la bella che giaceva nel letto dell'ospedale. Lasciai che il dottore la visitasse e mi assicurai che non la toccasse impropriamente o le procurasse altro dolore.
"Come sta?" Non vedevo l'ora che finisse la visita.
"Stabile, ma vedo qualche miglioramento nella sua guarigione. Devo fare qualche esame per controllare il suo cervello. Quindi ho programmato un elettroencefalogramma tra due ore," rispose mentre scriveva alcune note sulla sua cartella.
"Hai bisogno di riposarti e rilassarti, lei starà bene," disse una delle infermiere posando la sua piccola mano sulla mia spalla.
I suoi occhi erano pieni di lussuria mentre vagavano sul mio corpo e il suo profumo di desiderio mi colpì le narici. Era carina, con grandi occhi ambrati e capelli biondi intrecciati da un lato, ma il mio lupo era pronto a morderle la mano per averci toccato. Stava oltrepassando il limite di fronte alla nostra compagna. La guardai con un'espressione vuota, ma non colse l'indizio e sorrise in modo seducente.
"Rose, Trina, lasciatemi solo con il signor Jones e la sua fidanzata," il dottor Logan rimproverò le infermiere che, insoddisfatte, obbedirono al suo ordine, ma notai i loro volti arrabbiati e delusi prima che lasciassero la stanza, ondeggiando i fianchi più del necessario.
"Mi dispiace, Alfa, per il loro comportamento. Organizzerò altre infermiere per assistere la tua compagna," si scusò e io mi limitai ad annuire in risposta. Non era una sorpresa essere guardato con occhi lascivi. Era un fatto noto che noi, i licantropi, avessimo geni migliori degli umani e il nostro aspetto e il fisco attiravano le persone.
"Penso che la tua presenza la faccia guarire più velocemente. I suoi parametri vitali sono migliorati da quando sei arrivato. Il legame di coppia ha un effetto magico su di noi. Sta meglio, ma sono preoccupato per il suo trauma cranico. Il balzo durante l'incidente avrebbe potuto ucciderla. E onestamente sono sorpreso che sia sopravvissuta. Speriamo che l'esito non sia grave," aggiunse e, dopo aver chinato il capo, se ne andò.
Sospirai e mi passai le mani tra i capelli, intrecciandole nel collo. La osservai come se fosse stata uno strano personaggio per memorizzare i suoi lineamenti del viso, pensando a cosa fare dopo. Era un miracolo che fosse sopravvissuta, e se avessi raggiunto il limite dei miracoli nella mia vita?
"Cosa faremo, se non si sveglierà?" chiesi al mio lupo disperato. Avevo bisogno di buone vibrazioni e rassicurazioni.
"Si sveglierà. Il suo lupo è debole ma presente, la sta aiutando nella guarigione a svegliarsi prima. Lo sento. Non perdere la speranza." Sembrava più fiducioso, ma attraverso il nostro legame sentivo la sua ansia. Decisi semplicemente di credere alle sue parole. Dopo un'altra ora senza segni del suo risveglio, decisi di fare la doccia.
Prendendo l'occorrente dalla mia borsa, lasciai il suo reparto per la prima volta e mi precipitai alle docce più vicine. Controllai due volte che la porta fosse chiusa a chiave, per evitare incontri inutili, specialmente dopo che quelle due infermiere di prima che mi avevano mostrato con piacere questo bagno. Mi tolsi la maglietta, l'annusai e dovetti ammettere che puzzava.
Fresco e pulito dopo la doccia veloce, inviai le notizie a mia madre e aspettai che il dottor Logan venisse a prendere la mia compagna per l'esame. Quando arrivò il momento dell'esame, andai con lei. Le baciai la fronte prima che sparisse nell'ambulatorio. Per distrarmi dal mio errare nervoso, andai alla postazione delle infermiere e prenotai una camera VIP per noi. Non diedi alcuna informazione sulla mia compagna, fingendo che la sua identità dovesse rimanere nascosta per il fatto di essere una persona famosa. A malincuore acconsentirono, ma il trucco fu pagare di più.
Quando tornò dall'esame, ci portarono al secondo piano dove la mia valigia era già pronta ad aspettarmi. Mi guardai intorno, felice di vedere un enorme divano che si adattava perfettamente al mio corpo e il bagno attiguo dotato delle comodità necessarie. Quando sistemarono la mia compagna in reparto e collegarono tutti i monitor, il personale se ne andò e io potei finalmente sentirmi più a mio agio mentre stavo qui. Mandai un messaggio a Bella e a Cam, aggiornandoli sulle condizioni della mia compagna.
I successivi cinque giorni furono tutti uguali. Le sue ferite guarirono quasi completamente, il dottore rimosse i tubi quando i suoi polmoni furono in grado respirare da soli. La lasciò attaccata solo al monitor cardiaco e a una flebo. Cominciò a respirare senza bisogno di aiuto il terzo giorno dopo che l'avevo trovata e il gonfiore nel cervello stava gradualmente scomparendo.
Ero così emozionato che lei stesse bene che chiamai subito i miei genitori e diedi loro la buona notizia. Erano felici di sentirlo, ma ancora preoccupati per la data sconosciuta in cui sarei potuto tornare a casa con la mia compagna. Tutto il branco era stato informato sulla ragione della mia scomparsa e tutti ci avevano augurato il meglio. Cam mi aveva chiamato diverse volte per parlare di tutto e di niente. Solo per distrarmi dalla situazione per alcune ore.
Aveva organizzato la consegna di un computer portatile in modo che io potessi lavorare dall'ospedale. Ed ero riuscito a rispondere a tonnellate di e-mail dei nostri clienti e a inviare le mie richieste ai responsabili di ogni dipartimento. Era una buona distrazione dalla costante preoccupazione per la mia ragazza.
Stavo rispondendo alle e-mail provenienti dal nostro reparto finanziario, quando sentii un piccolo gemito alla mia sinistra seguito da un piccolo rantolo. Guardai subito il letto, il mio cuore batteva forte nel petto vedendo il suo viso contrarsi per il dolore o l'incomodità. Gettai il portatile da parte e in pochi secondi fui al suo fianco, raggiungendo la sua mano, baciandola.
"Ehi, piccola. Mi senti? Puoi aprire gli occhi?" sussurrai mentre accarezzavo le sue guance con le dita. Le scintille che attraversavano il mio corpo erano più intense di quando dormiva.
Sorridendo di gioia, premetti il pulsante per chiamare il dottore. Lei ancora non aveva aperto gli occhi ma si era avvicinata al mio tocco e aveva emesso un piccolo gemito. Ciò me lo fece diventare duro come una roccia e dovetti combattere l'impulso di possederla sul posto. Non era il momento per i miei bisogni primordiali di reclamare la mia ragazza, quindi cercai di concentrarmi sui suoi occhi, vedendo che stava cercando di aprirli.
Il dottore entrò insieme a un paio di infermiere, chiedendo perché lo avessi chiamato, ma quando vide il movimento sul letto, controllò tutti i parametri vitali e chiese alla mia compagna di aprire gli occhi, mentre istruiva le infermiere di prepararsi per eseguire alcuni esami.
Quando la mia compagna, che si stava svegliando, non seguì le istruzioni del dottore, io le ho chiesi ancora di aprire gli occhi e quando finalmente lo fece, rimasi congelato sul posto. Il mio lupo ripeteva una sola parola nella mia testa mentre danzava di gioia.
"Compagna," sussurrai i suoi pensieri mentre guardavo i suoi occhi di un turchese affascinante che mi facevano provare tutta una serie di emozioni. Dalla gioia, all'orgoglio e alla gratitudine fino alla realizzazione, alla soddisfazione e all'amore. Lei mi guardava timida, senza rispondere al dottore che accanto a noi le faceva domande. Il suo sguardo era completamente focalizzato su di me e pieno di curiosità, confusione e conflitto. Le sorrisi e le sue labbra formarono un piccolo sorriso.
Mi costrinsi a guardare il dottore per evitare di baciare le labbra piene della mia compagna e spaventarla con le mie azioni. Lei guardò il dottore con occhi perplessi. Lui le fece alcune domande standard ma lei non rispose. I suoi occhi erano rivolti a me più che al dottore, ma nessuna parola uscì dalle sue labbra.
"È sorda o muta? Il trauma cranico le ha fatto perdere la capacità di comunicare o l'udito?" chiesi al dottore, temendo che non sarebbe stata in grado di comunicare con noi. Ma lei prese la mia mano e la strinse leggermente, facendomi tornare a concentrarmi sul suo viso. Era sbalorditiva.
"Cosa succede, piccola? Mi senti? Di cosa hai bisogno?" Ero così preoccupato per la sua salute che quasi urlai le mie domande. In risposta chiuse gli occhi e fece una smorfia di dolore. Ero terrorizzato di averla ferita e immediatamente allentai la presa sulla sua mano. La sensazione di scintille scomparve e mi sentii incompleto. Lei aprì gli occhi e con il volto spaventato si guardò la mano.
"Ci senti?" il dottor Logan intervenne nel suo ruolo di medico e le rivolse tutte le domande. Lei mi guardò con aria interrogativa e annuì con la testa.
"Come ti senti? Ti fa male qualcosa?" continuò il procedimento mentre io ero lì desiderando di poterla toccare ma frenandomi. Ancora una volta annuì e si indicò la gola.
Guidato dall'istinto, presi una bottiglia d'acqua e la aprii. No trovando una cannuccia, urlai all'infermiera di portarmene una, cosa che fece, spaventata dalla mia voce. Quando tornò e mi porse la cannuccia con mano tremante, la misi dentro la bottiglia e la tenni davanti alle labbra della mia compagna. Lei aprì lentamente le labbra e cominciò a bere.
"Piccoli sorsi, la tua gola è gonfia ed esausta," la istruì il dottor Logan e lei fece quello che le aveva detto. Dopo qualche secondo lasciò la cannuccia, chiuse gli occhi e si schiarì la gola.
"Chi-iii..." cercò di parlare ma la sua voce era rauca e stanca. Inspirando ed espirando alcune volte fece un altro tentativo.
"Chi-ii èè le-eeii?" La sua voce era più alta ma ancora balbettava.
"Sono il dottor Felix Logan, questo è Blake Jones e tu sei in ospedale. Ricordi qualcosa?" Felix ci presentò e fui più che felice del suo approccio professionale. Avrei potuto perdere le staffe se fossi stato lasciato da solo a rispondere alla sua domanda.
"N-nnoo," rispose con le lacrime agli occhi. Asciugai quella grossa che le era scappata dall'occhio. E mi guardò di nuovo.
"Come ti chiami, piccola?" feci la domanda più importante.
Lei si prese tutto il tempo necessario per rispondere. Volevo saperlo, ero sulle spine, spostandomi da un piede all'altro. La suspense mi uccideva ogni secondo che passava. Guardò il soffitto per pensarci e pianse ancora di più.
"N-noon lo s-soo,"rispose singhiozzando e il mio cuore affondò nello stomaco.
La realtà mi raggiunse come uno tsunami. Non ricordava nulla. Sarebbe stato più difficile di quanto pensassi farla mia.