Capitolo 1

1685 Words
CAPITOLO UNO Ingerisco una goccia di sangue di vampiro diluito. "Allarme e sorveglianza disabilitati" mi sussurra Felix nell'auricolare. "Avviare effrazione." Prima che possa rispondere, il sangue entra in circolo, togliendomi un peso dalle palpebre, mentre la privazione del sonno regredisce. Ma quella goccia doveva essere troppo grossa, oppure l'ho bevuta troppo presto dopo l'ultima dose. Sento l'arrivo di un indesiderato effetto collaterale... un piacere orgasmico. Aumentando la presa sull'attrezzo da scasso, fino a farmi male, me lo conficco nell'avambraccio. "Che diavolo?" esclama Felix. "Perché mai l'avresti fatto?" La telecamera sul mio colletto non aveva inquadrato quel sorso furtivo, quindi capisco perché, dal suo punto di vista, possa sembrare un comportamento strano. "Lascia perdere." Il dolore cancella rapidamente l'euforia, e ringrazio le mie buone stelle per essermi presa il tempo di sterilizzare l'attrezzatura, altrimenti mi ritroverei con l'arto in cancrena. Quando estraggo l'attrezzo da scasso dal braccio, la ferita guarisce immediatamente... e soprattutto, non resta alcuna traccia del piacere orgasmico. Si parte. Quel sangue di vampiro non mi è piaciuto neanche un po', ad eccezione dell'acuito stato di allarme, che era il mio obiettivo... e della libido che s'impennava come quella di un ragazzo in uno strip club. "Pensavo che la tua stranezza si limitasse ai rituali di pulizia." Felix ha una voce curiosamente sexy dopo la piacevole sensazione del sangue di vampiro. Invece di rispondere, eseguo un rapido controllo interno, per assicurarmi che nessuna parte di me sia ancora soggiogata da quella sostanza, capace di creare dipendenza. Con tutti i miei attuali problemi, sviluppare una dipendenza dal sangue di vampiro sarebbe come saltare da una scogliera, dopo essermi annegata nel cianuro. Fin qui, tutto bene. Afferro la maniglia della porta. "Io entro." "Quello che stai per fare è illegale in questo mondo" mi ricorda Felix, come se non lo sapessi già. "E hackerare tutte quelle banche?" replico in un sussurro. "Se ti facessi una ramanzina in proposito, non lo gradiresti." Felix, che è un Conoscente come me, anche se risiede sulla Terra in modo permanente, si definisce un tecnomante. Può fare in modo che la tecnologia basata sul silicio si pieghi al suo volere, un potere che spreca in imprese eseguibili da qualsiasi umano dotato di una conoscenza approfondita dei computer. "Camminare nei sogni non ti aiuterà ad evadere dal carcere degli umani" ribatte. "Né a sopravvivere, tra l'altro." "Questo è discutibile." Decido di non rivelargli quella volta in cui avevo intravisto uno dei suoi sogni erotici, nello specifico, quello in cui s'immaginava nei panni di una guardia che veniva aggredita da detenute sospettosamente attraenti. "Ma se hai fatto il tuo lavoro correttamente, non finirò in prigione." "Posso solo occuparmi dell'allarme intelligente. Se questo Bernard fosse abbastanza paranoico, potrebbe aver impostato anche il vecchio allarme non connesso alla rete, che scatterebbe appena messo piede all'interno. Oppure, potrebbe avere un cane. O magari è sveglio." Sentendomi in colpa, sbircio il mio polso, dove la maggior parte della gente vedrebbe un braccialetto di pelo. In realtà, è una creatura chiamata looft. Normalmente, la sua specie vive sui mooft, simili a mucche, ma Pom (così si definisce) mi ha adottata come suo ospite. In questo momento, sta dormendo come al solito, ma la tonalità del suo pelo, nero come la pece, riflette la mia agitazione interiore. Se dovessi morire, Pomsie morirebbe con me; così funziona il nostro rapporto. Quindi, non devo morire. Semplice. Rivolgendo di nuovo l'attenzione alla pesante porta di legno, accarezzo Pom per calmarmi, e quando ho le mani ferme, e il suo pelo ha assunto una tonalità più neutra di blu, forzo la serratura. "Davvero, Bailey" dice Felix, mentre tocco la maniglia, "devono pur esistere modi migliori per guadagnare dei soldi. Con il tuo..." Disattivo il microfono dell'auricolare. Ovviamente, ci sono sistemi più leciti per guadagnare ciò di cui ho bisogno, ma essi non pagano neanche lontanamente quanto il mio attuale datore di lavoro. Sono già indietro di un mese con le spese mediche della mamma, e se non troverò due milioni di cc (la criptovaluta di Gomorra) nelle prossime due settimane, le staccheranno la spina. Nessun lavoro onesto mi permetterebbe di racimolare quei soldi nel poco tempo rimasto a mia disposizione. La realtà è che ho dovuto rinunciare al sonno, per arrivare alla fine del mese. In effetti, non ho dormito più di un paio d'ore di seguito, dopo l'incidente della mamma di quattro mesi fa. All'inizio, restavo sveglia in modo naturale, poi ho utilizzato stimolanti farmacologici, e alla fine, ho fatto ricorso al sangue di vampiro. Prendo una delle mie ultime due granate soporifere dalla tasca, e giro la maniglia della porta. Non scatta alcun allarme. Nessun cane abbaia. Nessuno mi uccide con un colpo di pistola. Premo il pulsante sulla granata, e la lancio nell'appartamento. Il gas soporifero si diffonde dappertutto con un sibilo. "Quel gas diventa inerte in due minuti" sussurro per Felix. "Se qui dentro ci fosse un cane, o se Bernard fosse sveglio, adesso dormirebbero." Riattivo il microfono, in tempo per sentire Felix brontolare qualcosa su un piano decente. Ma non si rende conto che la parte più pericolosa del lavoro arriva adesso. Entro nell'attico in punta di piedi. Valerian, il tizio che mi ha ingaggiata per questo, deve pagare profumatamente Bernard. Questo posto è spazioso, specialmente per New York, dove gli immobili costano quasi quanto nel mio mondo natio di Gomorra. Individuata la camera, osservo il letto nell'oscurità con occhi socchiusi. Pfiù... Bernard è rannicchiato in posizione fetale, sotto una pesante coperta. Striscio verso il letto. "Non assomiglia a Mario?" sussurra Felix. Paragonare un uomo a un idraulico digitale non è un'idea così folle come sembra. Quando ho conosciuto Felix per la prima volta, ci siamo legati grazie al nostro amore per i videogiochi. Esamino il volto dell'uomo tozzo con i baffi a manubrio. "Piuttosto a Wario, l'arcinemico di Mario." "Nessuno di loro ha una cicatrice simile." Ha ragione. La cicatrice sulla fronte di Bernard appartiene al volto di un guerriero interdimensionale, non all'ingegnere dirigente di un'azienda di realtà virtuale della Terra. "E quindi che cosa si fa?" chiede Felix. "Devo toccarlo." Felix ridacchia. Roteo gli occhi. "Non in senso scabroso." Osservo le palpebre della mia vittima, alla ricerca di movimenti oculari rapidi. Niente. Merda. Tiro fuori i guanti, e faccio del mio meglio per prepararmi al prossimo spiacevole compito... in particolare, l'aspetto meno rischioso ma più disgustoso di ciò che sto per compiere. Il contatto pelle contro pelle. La goccia di sudore che tremola lungo la cicatrice sulla fronte di Bernard non mi aiuta, così come il suo alito, che sa di sterco di mooft. "Che cosa aspetti?" chiede Felix. "È ancora il tuo disturbo ossessivo-compulsivo?" "L'attenzione all'igiene non significa avere un disturbo ossessivo-compulsivo." Tocco la boccetta di disinfettante per le mani in tasca, il mio salvavita qui, sulla Terra. "Inoltre, non è nella fase REM del sonno." "Quindi, significa che dovrai affrontare quella pericolosa battaglia del sub-sogno, quando entrerai dentro di lui?" "A sentire te, sembrerebbe un'aggressione sessuale. Non 'entrerò dentro di lui', darò solo un'occhiata ai suoi sogni. Ma sì, se la battaglia del sub-sogno dovesse uccidere la Bailey del sogno, la vera me impazzirebbe." Anzi, detto così è troppo blando. Poco prima dell'incidente, come per scoraggiare l'utilizzo dei miei poteri, la mamma mi aveva mostrato le scene di ciò che era accaduto ad un camminatore dei sogni, morto nel mondo dei sogni. In preda ad una furia assassina, come un folletto rabbioso, aveva cannibalizzato le proprie vittime. Ho controllato, e anche a diversi anni di distanza, continuano a tenerlo legato in una cella imbottita. "Allora aspetti che entri nella fase REM?" chiede Felix. "Sarebbe l'ideale." "Quanto ci vorrà?" Con un sospiro, consulto il mio telefono terrestre. "Novanta minuti, se è stato il mio gas a stenderlo." Sento Felix digitare rapidamente sulla tastiera. Poi dice: "Vedo che prende l'Ambien. Dubito che sia stato il tuo gas a metterlo K.O." "Maledizione." Trattengo la voglia di dare un calcio alla gamba del letto. "Quel farmaco sopprime il sonno REM. Potrebbe essere necessario tornare più tardi o..." "Bailey." Il suo tono diventa più acuto. "Stai per avere compagnia." Mi giro di scatto verso la porta. Il mio battito cardiaco s'impenna, mentre il pelo di Pom al polso diventa più scuro. "Vampiri" esclama rapido Felix. "Esecutori. Hanno coperto tutte le uscite. La fuga sarebbe inutile." Porca miseria. Perché non poteva trattarsi di qualunque altro tipo di Conoscenti? I vampiri dormono solo se lo desiderano, quindi la mia ultima granata non li metterà a tappeto... e non ho nient'altro a mia disposizione. Mi cade l'occhio sulla cabina armadio, in un angolo della camera. "Posso nascondermi?" "È probabile che abbiano il tuo DNA. Altrimenti, come avrebbero potuto convergere su di te con questa precisione?" Ha ragione. Nemmeno io sapevo che sarei stata qui, prima di leggere l'e-mail criptata un'ora fa. Brutta situazione. Un vampiro in possesso del mio DNA potrebbe trovarmi ovunque nel Cogniverso. Accarezzo Pom, cercando di non farmi prendere dal panico. "Che cosa vogliono?" "Non ne ho idea" risponde Felix, "ma dubito che si preoccupino della tua effrazione." "Plausibile." Torno a girarmi verso Bernard. "A quanto pare, non ho altra scelta. Se voglio tenere in funzione l'autorespiratore della mamma, devo entrare, fase REM o no." "E io farò del mio meglio per ostacolare gli Esecutori. Penso di poter rallentare l'ascensore, forse anche..." "Grazie." Ignorando il tremore alle mani, prendo il disinfettante e lo spalmo alla meglio sull'avambraccio peloso di Bernard. "Speriamo in bene." Mi protendo verso il lembo di pelle decontaminata (me lo auguro). In un certo senso, il fallimento avrebbe un suo lato positivo. Se il sub-sogno mi uccidesse, e diventassi una pazza omicida nel mondo reale, i vampiri almeno mi abbatterebbero prima che possa cannibalizzare qualcuno. Inoltre, tutta questa adrenalina sta mandando in cortocircuito le mie abituali paure di essere infettata da uno Staphylococcus aureus e altri pidocchi del mio obiettivo. Le mie dita toccano la pelle dell'uomo, e i miei muscoli s'irrigidiscono per un attimo, mentre avverto una debole zaffata di ozono e provo la sensazione di cadere. Poi, la stanza intorno a me diventa buia, e il mondo della veglia scompare.
Free reading for new users
Scan code to download app
Facebookexpand_more
  • author-avatar
    Writer
  • chap_listContents
  • likeADD