La badessa, mangiandoli, dimenticò per un attimo la violenza dei francesi che si abbatteva furiosa contro le mura di Milano, scordò la peste, mise in un angolo gli anni di privazioni e tornò ai giorni della fanciullezza quando rubava i fichi dal vicino e li divorava dietro la pianta provando la sensazione unica del peccato e della gioia insieme. Pensandoci meglio Leonardo poteva continuare a frequentare il convento e ad accedere alle cucine. “Dovrà essere il più grande cavallo equestre della storia, lo voglio grandioso!” Ludovico Sforza già immaginava la scultura terminata, aveva l’espressione eccitata mentre ordinava a Leonardo di procedere alla realizzazione del monumento equestre in onore di suo padre Francesco Sforza, fondatore della dinastia lombarda. Leonardo nel suo diario aveva

