Jackpot
“Portami un’altra birra.”
Ugo stava affondando nella sua poltrona come nelle sabbie mobili. La moglie, dalla porta socchiusa della cucina, riusciva appena a vedere un ciuffo di capelli grigi e radi spuntare dall’alto schienale. Sembravano fili d’erba secca.
Mancava pochissimo al gioco. Si vedeva anche da fuori, guardando attraverso la finestra del loro appartamento, che non era una serata come le altre. Ugo aveva addosso il solito paio di boxer stinti e la solita canottiera, ma un alone di sudore giallastro sotto le ascelle tradiva chiaramente la sua agitazione. Si stava martoriando le mani, infilandosele in bocca fino al polso, per cercare di recuperare una scheggia di osso di pollo che gli era rimasta incagliata in fondo al palato durante la cena.
Sua moglie non lo ascoltava,
