L'inatteso regalo di Santa Lucia. {Paragrafo 2}

1045 Words
Qualche mio neurone doveva essere particolarmente recettivo quella mattina, infatti collegai la bambina nella foto a quella che era venuta a trovarmi assieme a mia madre e a mio fratello e mi sedetti sul divano con aria guardinga. Se fossi stato in forma di lupo avrei avuto i peli irti sulla schiena in quanto avevo fiutato pericolo. 🐺 SALUTA TUA MADRE, RAGAZZO E METTILA ELEGANTEMENTE ALLA PORTA. SENTO ODORE DI FREGATURA! 💭 Sono completamente d'accordo con te, Giove. Mi alzai dal divano cercando di non far trapelare il mio nervosismo, accesi l'ennesima sigaretta e mi sedetti nuovamente tenendo in mano la chitarra, accennando qualche nota tra un tiro e l'altro, cercando di far capire a mia madre che qualunque cosa avesse in testa, per me l'argomento poteva anche non essere minimamente aperto. "La madre di quella bambina è stata rapita dai lupi che l'hanno portata nel Branco e l'hanno tenuta prigioniera per dei mesi". Mia madre partì col suo racconto e controvoglia mi ritrovai ad ascoltarla, anche solo per una forma di educazione. In realtà un po' la storia mi incuriosiva: chi era quella bambina e perché mia madre si stava dando così da fare per lei? Il racconto proseguì. "La bambina è per metà Angelo e per metà custode di un demone, grazie al quale riesce ad essere un mutaforma. È cresciuta insieme ad altri lupi e conosce in parte le nostre abitudini, si è già qualche volta trasmutata in lupo. Nessuno deve trovarla in quanto il suo sangue può essere un'arma molto potente se finisse in mani sbagliate e suo nonno, mio fratello Daevil, mi ha convocato al fine di trovarle una sistemazione fino alla maggiore età per cercare di spostare l'attenzione dei rapitori di sua madre su qualcosa di diverso. Per maggiore età si intendono le sue 17 primavere, non 15 come per le Lupe. La riporterò a casa sua per il 21 giugno 2025, non ha una casa prima di allora, le serve un posto sicuro dove stare e le occorre crearsi una nuova identità, ha solo questa opportunità per evitare una fine spiacevole." Mia madre prese il suo bicchiere tra le mani e si diresse all'esterno, in modo che io potessi vedere la bambina che chiacchierava amabilmente con mio fratello. I due sembravano andare molto d'accordo e lei sorrideva e rideva alle chiacchiere del mio fratellino. Morsi l'interno della guancia a quella vista. Disappunto? Contrarietà? Perché improvvisamente mi ero innervosito? Avevo già terminato la prima sigaretta e ne avevo accesa un'altra, il mio nervosismo continuava a crescere e un sentore di allarme invadeva tutte le mie vene. Mia madre osservava le mie reazioni, in silenzio, come se le percepisse. Mi guardò con uno sguardo a metà tra lo speranzoso e il divertito, come se le mie sensazioni fossero esattamente quelle che si aspettava di sentire. Ricambiai quello sguardo, guardandola confuso ed interdetto, temendo che stesse usando qualche sortilegio su di me. 🐺 MEZZO ANGELO, MEZZO DEMONE. RAGAZZO TI STAI METTENDO NEI CASINI. NON NE USCIRAI FUORI FACILMENTE DA QUESTO GROVIGLIO! 💭 Giove, smettila di chiamarmi "ragazzo". Mi chiamo Michael. Mike, se vuoi. Ma non chiamarmi ragazzo! Sta a cuccia e lasciami in pace! Basta già mia Madre a innervosirmi! Dissi, disconnettendo la nostra comunicazione mentale. Portai nuovamente la mia attenzione verso mia Madre. "E come mai sei venuta fino a qui per raccontarmi la storia di questa sventurata creatura?" Chiesi avendo una mezza idea. Lei si illuminò, con l'aria di chi sta per dire una cosa più che ovvia. "Perché la custodirai tu, direi a tutti che l'hai trovata nel bosco e che mi hai chiesto aiuto. Io l'ho adottata, ma vivrà qui con te, lontano dagli obblighi reali. vivrai con lei nei possedimenti che ha la nostra famiglia. Resterete tassativamente nei nostri territori, così che siate sempre protetti dal nostro Branco, non sarete mai nello stesso posto troppo a lungo al fine che le persone possano pensare qualcosa su di voi. Il 21 giugno delle sue 17 primavere, la riporteremo a casa sua, sarà passata abbastanza tempo e Meira avrà pensato che sarà morta." A quel nome, mi voltai verso mia Madre. "Meira." Lei annuì. Il branco di Meira era alla ricerca di quella bambina, cosa mai poteva aver fatto di così grave da meritare un castigo simile? Meira, una Lupa antica, preceduta dalla sua nomea per nulla grandiosa. Veniva a bollata come una traditrice della propria razza, della propria famiglia, interessata solo ai suoi affari spesso loschi o comunque fatti ai danni di qualcun altro. Avevo sentito il suo nome nei racconti di gioventù di mia madre, che aveva conosciuto questa lupa che in realtà era molto più anziana di quanto dimostrasse fisicamente. Lei e mia madre erano diventate amiche in quanto uguali nella gerarchia del Branco ma il tempo aveva rovinato la loro amicizia visto che mio padre aveva scelto di sposare mia madre e non lei, che puntava a diventare la regina dei licantropi. Non conoscevo i dettagli precisi di quella storia, in quanto mia madre preferiva non parlarne, ma comunque non volevo rientrare nella questione "bambina". Mia madre sembrò intuire che stessi per ribattere qualcosa e mi interrompe prima che io potessi spiaccicare anche una misera parola. "Dovresti smettere di fumare Rigel, non è corretto farlo soprattutto davanti ai bambini. Immagino farete amicizia, mi raccomando non farle assolutamente assumere le sue sembianze angeliche, altrimenti qualcuno potrebbe vederla e insospettirsi, ricollegandola alla sua vera identità. Ah, si chiama Estelle, ma sarebbe preferibile che tu le cambiasse nome. Scegline uno, vedi tu." Guardai mia Madre basito del fatto che avesse già deciso tutto nonostante io avessi mostrato tutt'altro in merito a questa decisione. "Si chiama Estelle, che altro nome dovrei darle di diverso, come dovrei chiamarla? E comunque Madre, non ho accettato la Vostra propos..." "Trova un nome che le sia familiare, qualcosa che faccia rima con Estelle, magari." Disse lei interrompendo la mia protesta. "Cosa fa rima con Estelle, Madre, cosa?" Le chiesi spazientito, non volendo stare per nulla al suo gioco e scossi la testa. Improvvisamente Giove, il mio lupo, fece capolino nella mia testa, evidentemente qualcosa doveva averlo colpito e mi sussurrò qualcosa. 🐺 ELARA. Mi venne automatico ripeterlo a voce alta senza pensarci su troppo, come facevo solitamente quando riflettevo sui suoi pensieri.
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