Andai con i ragazzi nella zona notte, avremmo pensato domani a mettere a posto la cucina e fummo presi alla sprovvista per un altro dilemma: dove avrebbe dormito la piccola lupetta?
James era ancora poco pratico nel trasformarsi in lupo e se lo avesse fatto senza accorgersene avrebbe potuto spaventarla o ferirla quindi, scartato.
Poi lui dormiva nel seminterrato, in una zona tutta sua dove poteva anche studiare senza essere disturbato indipendentemente da quello che facevamo io e Logan.
Logan dormiva al piano terra, spesso di notte usciva da solo ed era più comodo per le sue passeggiate notturne essere in un piano non abitato a quell'ora, visto che al suo rientro era solito prepararsi da mangiare e faceva chiasso in cucina tra pentole e tv.
Io avevo la mia stanza al primo piano, con abbastanza spazio esterno grazie ad una piccola loggia.
Adoravo vedere la notte, ma al contrario di Logan che doveva viverla trasformandosi per addentrarsi nei boschi e andare alla Rupe, a me bastava osservarla come spettatore.
Andammo tutti in camera mia e la mettemmo al centro del mio letto matrimoniale.
Ci sedemmo tutti attorno a lei, come se fosse una cosa consueta farlo e lei ci guardava sorridente, aspettando la sua favola.
" C'era una volta..."
iniziò James.
"Un bambino che era caduto sulla terra da un altro pianeta."
Logan intervenne.
"Dal pianeta Crypton. Questo bambino seppur piccolo era forte e molto molto coraggioso!"
Li guardai.
"Ma è la trama di Superman."
Constatai fissandoli.
"Mi avete trovato a 8 anni, quali favole posso conoscere?"
Si giustificò James ridendo.
"Io nemmeno me la ricordo la mia famiglia, l'unico momento che mi ricordo di mia madre era quando mi picchiava, non ho un ricordo di favole, a dirla tutta dormivo a terra non avevo nemmeno letto!"
Aggiunse Logan senza espressione nel tono, quei vecchi ricordi erano come in un passato che aveva congelato.
Stavo per dire qualcosa quando un respirone non fece voltare verso la piccola, che era crollato affondando la testa tra i miei cuscini, confortata dal mio odore.
Ci guardammo tutti e tre come tre piccole mamme chioccia.
Silenziosamente James e Logan uscirono dalla stanza.
Nel più religioso silenzio, lavai i denti e mi preparai dopo una doccia per andare a letto.
Mi misi nella mia metà di letto e coprii meglio lei, che si voltò dalla mia parte e si accoccolò al mio braccio sinistro.
Restai immobile e sorrisi, guardandola.
Emanava un senso di pace e tranquillità in ogni respiro.
Era così piccola e fragile, ignara del terremoto che aveva stravolto la sua vita e soprattutto non consapevole dei piani di Meira.
Immaginai quello scricciolo nelle sue mani e mi vennero i brividi.
🐺 È BELLA.
💭 Si, è molto bella. Ed è piccola e fragile, delicata. Non so quanto sia adatta a vivere con noi. Viviamo nel bosco.
🐺 È OVVIO, SIAMO LUPI! SARÀ AL SICURO, BADEREMO NOI A LEI. LEI CI PIACE!
💭 Si, questo l'ho capito, me lo ripeti da che l'hai vista.
Ridacchiai parlando mentalmente con Giove, che sembrava ossessionato da lei.
🐺 CE LA FAREMO. LEI ERA SPECIALE ED È SOLA. SIAMO LA SUA UNICA POSSIBILITÀ, LO HA DETTO ANCHE MADRE.
💭 La sua unica possibilità? Ma se a malapena sappiamo prenderci cura di noi? Si, lo so, ricordo cosa ha detto Madre.
🐺 DORMIAMO ORA. DA DOMANI SARÀ TUTTO DIVERSO.
💭 Diverso perché? E smettila di parlare al plurale, ma che novità è questa?
🐺 FOSSE SOLO QUESTA, LA NOVITÀ.
💭 Oh, ora inizi con i tuoi discorsi filosofici? Non ce la posso fare!
Non metterci ansia, dormi va, lasciaci in pace.
Risposi sbadigliando senza accorgermi di aver parlato anche io al plurale.
🐺 VA BENE, DORMIAMO. VEDRAI, COSA TI ASPETTA.
💭 ZZ ..Z..ZZzz.z..zZZz....
🐺 RIPOSATI, RAGAZZO. QUESTA SARÀ L'ULTIMA NOTTE CHE PASSERAI COSÌ.
DA DOMANI, SARAI UN ALPHA.
[CASA DELL'ALPHA]
{ALCYONE}
"Damiano, vai in camera tua e preparati per la cena, sarà servita alle 19 in punto come al solito."
Dissi volgendo un sorriso al mio secondogenito, appena tornati a casa dalla visita alla baita di Michael.
Passai la borsa alla mia cameriera che si occupò anche di prendere il mio cappotto.
Entrai nel grande salone del Palazzo delle Pleiadi, la residenza della nostra famiglia.
In risposta, mio figlio mi lanciò uno sguardo contrariato, diversamente dall'altro mio figlio, lui avrebbe voluto tenere la bambina con sé.
"Ne abbiamo già parlato, non potevamo tenerla qui."
Cercai di spiegare.
"Invece nel bosco sarà al sicuro? È una cucciola! E quei tre a malapena si curano di se stessi!"
Mi rispose piccato, non era proprio uno che te le manda a dire.
"Tuo padre non avrebbe mai accettato una bambina, qui, è anche di rango inferiore.
Lo sai come funziona qui, per questo l'ho affidata a tuo fratello, lì non ci sono etichette da rispettare.
Ti prometto che la andremo a trovare ogni qualvolta vorrai."
Dissi per rabbonirlo.
"Abbiamo un patto, Madre?"
Chiese serio.
"Abbiamo un patto, figliolo. Ora puoi fare come ti ho detto?"
Chiesi gentile.
Lui annuì rassicurato dalla mia promessa e salì per le scale, dirigendosi nell'attico dove era situato il nostro appartamento.
"Brutta storia, l'adolescenza!"
Disse una voce bassa e roca alle mie spalle.
Sorrisi e mi voltai verso Vincent, il Beta reggente di mio marito Orione.
"Tredici anni. Arriveremo mai ai suoi quindici e poi mi farà disperare tra lupe e Rupe. Non so cosa sia peggio!"
Gli risposi ironica.
Lui versò un bicchiere di Cherry e me lo porse, con un sorriso.
"Crescerà, sarà bello come te e uscirà di casa presto, te lo assicuro.
E tu rimpiangerai questi momenti!"
Mi voltai verso di lui e presi il bicchiere, sorridendogli complice.
Lo conoscevo da una vita, così come lui conosceva Orione fin dall'infanzia.
"Mia Regina."
Disse lui alzando un bicchierino che aveva riempito per sé.
"Posso chiedere dove sei stata, eludendo le guardie reali?"
Mi chiese, con una punta d'ironia.
"Ero da Rigel."
Risposi, usando il nome ufficiale di mio figlio, come eravamo soliti fare quando parlavamo in maniera ufficiale.
"Ho trovato una bambina e gliel'ho affidata."
Dissi semplicemente.
"Una bambina.
Tu hai trovato casualmente una bambina nel bosco e l'hai affidata al tuo primogenito che da due anni, ha rinnegato il suo destino di futuro Alpha rifugiandosi lontano dalla famiglia e dal Branco."
Chiese sorseggiando il liquore fissandomi serio.
"Cos'hai in mente, mia Regina?"
Chiese secco.
Scossi la testa.
"Cosa avrò mai? Niente.
Ho solo risolto un problema, nulla di più."
"Un problema? E perché sono convinto che parli di Rigel e non della bambina?"
Mi chiese, sedendosi in poltrona, dopo che anche io avevo fatto la stessa cosa, sfilando via le mie Passion Diamond Shoes.
Strofinai i piedi uno con l'altro e cercai di eludere la domanda parlando d'altro.
"Queste scarpe saranno anche fatte di oro, pelle, seta e 236 diamanti, ma sono decisamente scomode."
Dissi, mantenendo il tono sul vago.
"E voi siete andata a passeggiare nel bosco, dove avete trovato una bambina piccola che immagino avrete portato in braccio, anche se non vedo orme di piedini o scarpine sui vostri abiti.
Quindi avete camminato, non avete usato i vostri poteri, con delle scarpe alte e due diamanti di grado D da 15 carati ciascuno.
In mezzo alla selva.
Tornando a casa con le scarpe perfettamente pulite.
Dico il giusto, mia Regina?"
Domandò lui fra l'ironico ed il faceto prima di buttare giù l'ultimo sorso di liquore.
Gli sorrisi, trattenendo una risata fragorosa mentre finivo anche io di bere il mio cherry.
"Accompagnami nella sala da pranzo, Vincent."
Dissi tagliando corto, alzandomi in piedi divertita, seguita immediatamente da lui che di avvicinò trattenendo a sua volta una risata e mi porse il braccio.
"Orione starà arrivando e sai che odia i ritardatari."
Conclusi avviandomi con lui nella sala da pranzo per la cena, seguiti da Damiano che intanto ci aveva raggiunti, scendendo le scale velocemente usando il corrimano come scivolo.