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Sangue Contaminato (Legami Di Sangue - Volume 7)

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Fare un patto con un demone è vincolante, anche se non sai che quella persona è un demone. Sfruttando la cosa a proprio vantaggio, Zachary ha infranto la regola sacra e, di proposito, ha offerto un accordo a Tiara. Sarebbe stato il suo unico amante finché non avesse trovato un vero compagno... che lui intendeva non farle trovare mai. Stringendo il patto, il suo lato oscuro emerge quando Tiara scappa via da lui, pensando di essere sulla lista nera del PIT a causa del suo sangue contaminato. Zachary combatte il fuoco con il fuoco quando scopre che lei si nasconde nelle braccia del nemico.

PUBLISHER: TEKTIME

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Capitolo 1-1
Capitolo 1 Craven camminava per le strade della città dopo aver mandato Falco Notturno alla sua dimora con Tiara. Aveva saputo il nome della ragazza dall’indiano. In quel momento era su di giri per le tante scariche di adrenalina... tra cui quella per avere finalmente l’erede che aveva sempre desiderato. Craven non aveva fretta, sapendo che lei non si sarebbe svegliata subito. Sapeva che Falco Notturno non avrebbe tentato di farle del male... aveva letto molte cose negli occhi dell’indiano ed era curioso. Si chiese perché quel nottambulo trasformato in zombie avesse scelto di stare con lui. Sembrava che Falco Notturno stesse semplicemente aspettando qualcosa... o qualcuno. Entrambi volevano proteggere la giovane negromante... anche se per ragioni diverse. Sebbene lei non fosse come sua madre, Craven non poteva biasimare Deth per aver avuto un figlio con quell’umana. Non percepiva la forza vitale di suo fratello in questo mondo e il pensiero che avesse abbandonato sua figlia lo turbava. Vedendo Nile soffrire per mano dei suoi stessi figli gli aveva dato un’immensa soddisfazione. Se non lo avessero fermato, ben presto sarebbe diventato un problema. Nile era un maestro e aveva già acquisito molta forza prendendo quella tomba come se fosse sua. Anche un demone minore potrebbe diventare un problema se uno dei due eserciti cresce a quei livelli. Non essendo stato lui a finire Nile, e avendo assistito al fatto, Craven si ricordò delle antiche guerre tra demoni. Ciò fece sorgere in lui sete di sangue e desiderio di combattere per il predominio. Raramente veniva sopraffatto da una tale emozione ma, quando accadeva, allora gli serviva qualcosa da uccidere. Il tempo trascorso nel sonno era solo un fugace ricordo. Era rimasto sospeso come durante n riposo ristoratore. Poteva sentire il passare del tempo solo quando si risvegliava dalla sua tana. Pensò che fosse come sottrarre le anime dall’aldilà... la confusione che ne seguiva era la stessa. La notte aveva lasciato il posto all’alba ora ma, a differenza di alcuni dei suoi servi, Craven non era legato alla notte. Sentendosi in vena, pensò che mettere a tappeto un maestro più debole, o anche due, sarebbe stato un piacevole passatempo. Poteva già sentire l’odore del caos che stavano creando in città. Si appoggiò a uno degli edifici godendosi il momento. Era così che aveva vissuto per molto tempo, prima di essere bandito nel silenzio sottoterra, ma ora era diverso per tanti motivi. In questa epoca era tutto più complicato... più selvaggio di quanto ricordasse. Erano nascosti così tanti segreti ma, toccando le anime, avrebbe saputo di più su questa era grazie ai loro ricordi. Il numero di esseri umani era aumentato, così come quello delle anime rimaste per tormentare la città per conto proprio. Poteva sentirle nelle case, negli ospedali... ovunque. Vide un autobus pubblico procedere lentamente e notò l’anima di un uomo che lo guardava dal finestrino. Era quello il motivo per cui nei cimiteri c’erano più tombe che anime? Per come la vedeva lui, era come se le anime fossero rimaste lì dov’era morto il corpo, cercando di continuare un’esistenza ormai priva di significato. La maggior parte dei demoni poteva sfruttare solo gli umani ancora vivi, possedendo o controllando i loro corpi. Con così pochi negromanti al mondo, il suo esercito sarebbe stato immenso una volta completato. Il passare del tempo aveva garantito una cosa... ora il numero dei morti era uguale a quello dei vivi... se non maggiore. Craven era abbastanza certo che se i morti fossero stati invocati tutti in una volta, avrebbero facilmente superato i vivi in fatto di numero. Testando quella teoria, estese il proprio potere in cerca di chi era rimasto senza padrone. Le anime che lui toccava si sentivano circondate da demoni, erano incapaci di muoversi liberamente e la maggior parte era troppo spaventata per rinunciare alla propria sicurezza. Craven era un collezionista di anime... come Deth. Sfruttava i demoni più deboli e qualsiasi altra creatura della notte, ma la sua linea di sangue era speciale. Quando lui o qualcuno della sua stirpe offrivano un posto alle anime, stringevano un patto con loro. Lui poteva usare il proprio corpo come tramite per mandare le anime nell’aldilà ma, semmai le avesse chiamate a combattere, esse sarebbero state costrette a tornare in questa dimensione per obbedirgli. Risvegliando le anime dei morti, Craven si offriva di rimandarle indietro a patto che rispondessero alla sua chiamata nel momento del bisogno. Quando un’anima tornava nell’aldilà tramite lui, lasciava un residuo del proprio potere nel suo corpo, rendendolo sempre più forte. Lo stesso valeva per Tiara, e lui sapeva che Deth non aveva rivelato quel segreto alla madre. Se l’ingenuità della ragazza significava qualcosa, allora voleva dire che lei aveva ricevuto soltanto l’educazione di sua madre. I segreti che Deth possedeva non erano stati condivisi, e Craven non aveva intenzione di farlo. Avrebbe usato la capacità di condurre le anime nell’aldilà, facendo credere alla piccola negromante di essergli d’aiuto... attirandola a sé facendo leva sul suo desiderio di salvarle tutte. Un desiderio che proveniva dal suo lato umano. Lui non poteva permettere che tutte quelle anime finissero per alimentare un altro negromante scarso come Nile. Invocandole, Craven propose il suo silenzioso accordo. Se accettavano, lui le avrebbe salvate dagli altri demoni, sarebbe stato il loro rifugio e le avrebbe guidate verso casa. Una ad una, le anime iniziarono ad uscire lentamente dai loro nascondigli... oltrepassando i pedoni che camminavano per strada. Alcuni umani percepivano la loro vicinanza e affrettavano il passo per allontanarsi: anche se non riuscivano a vedere i fantasmi, percepivano la loro energia. Le anime più coraggiose iniziarono ad entrare in lui, accettando la sua offerta e scomparendo da questo mondo, mentre le più timide si limitavano a guardare da lontano. Le labbra di Craven accennarono un lieve sorriso mentre inviava un ‘altra ondata di potere per attirarle. All’improvviso, altre anime non invocate affollarono le strade, correndo verso di lui ad un ritmo frenetico. Craven era rilassato, appoggiato al muro dell’edificio, mentre le anime inondavano rapidamente il suo corpo. Se qualcuno avesse prestato attenzione, avrebbe visto i suoi morbidi capelli argentati svolazzare senza vento. Tuttavia, dentro di lui, il suo potere stava crescendo ben oltre le giovani anime con cui aveva giocato nei cimiteri. Queste anime, invece, erano vecchie e stanche di trovarsi in questo mondo... erano anime forti che gli donavano una parte del loro potere mentre lo attraversavano. Avrebbe usato quel nuovo potere per proteggere ciò che Deth aveva abbandonato e che lui aveva trovato... la loro discendenza. Quando l ‘ondata di anime si placò, lui riprese il controllo della città. Un sorriso sinistro apparve sul suo volto mentre seguiva i movimenti di alcuni cacciatori di demoni. Quasi si mise a ridere quando essi si fermavano in una zona e poi ne perlustravano un ‘altra senza accorgersene. Era uno dei più antichi incantesimi usati dai demoni contro i nemici fin dai secoli bui... un incantesimo repellente, che impedisce ad ospiti sgraditi di avvicinarsi. I cacciatori erano molto intelligenti o molto stupidi nel loro modo di lavorare. Tuttavia, sembravano quasi tutti umani senza percezione extrasensoriale, quindi poteva anche trattarsi semplicemente di pura ignoranza. Si fermò per osservare come combatteva uno di loro, che gli ricordò Falco Notturno... l ‘uomo poteva essere un discendente dell’Indiano. Sul volto aveva delle strisce di sangue demoniaco, simili ai colori da guerra, e la sua magia era di alto livello. Questo doveva ricordarselo, non per paura ma per curiosità. Annoiandosi, Craven tornò indietro verso l ‘area che i cacciatori stavano evitando inconsapevolmente. Era buia e fungeva da nascondiglio per la feccia della società. In quell’oscurità, il potere era in attesa e si alimentava della vita che vi prosperava. Craven si avvicinò guardando all’interno, prima di addentrarsi nella nebbia proveniente dall’oceano, diretto verso la disillusa fonte di potere che aveva scoperto. Sì, disilluso era la definizione giusta per quel potere. Quell’entità appariva fiduciosa, sicura del proprio richiamo sull’oscurità, e Craven avanzò quasi contento. Camminò lungo il marciapiede sentendo urla silenziose di agonia, e il dolore che le accompagnava. Le poche donne che incontrava gli passavano accanto fissandolo a lungo, pur mantenendo la distanza... quasi cadendo dal marciapiede, o sbattendo contro i muri degli edifici. Per gli uomini non era diverso, se non per le loro espressioni che non mostravano segni di desiderio. Sembravano sprizzare paura e odio da tutti i pori quando lo guardavano. Lui aveva scoperto già tempo fa che le donne mortali lo consideravano bello, e gli uomini erano gelosi per questo. Craven non provava niente per i vivi... i negromanti raramente si preoccupano di un ‘anima ancora legata al suo corpo, o di qualcuno ancora vivo. Craven si concentrò per trovare i demoni padroni che controllavano i vivi. Non andavano sottovalutati perché, in futuro, i loro eserciti potevano diventare una minaccia per il suo territorio. Arrivato ad un incrocio, rimase sul bordo del marciapiede, fissando i semafori per un attimo. Un cupo gorgoglio attirò la sua attenzione, isolando i rumori del traffico, e si girò verso quel suono. I suoi occhi brillarono eccitati per ciò che stava per accadere. Seguì un umano che piagnucolava, sapendo che lo avrebbe portato al suo obiettivo. Quando giunse ad un breve vialetto tra due edifici, entrò in un parcheggio dove aleggiava una fitta nebbia. Delle persone erano riunite in cerchio al centro e assistevano a qualcosa. Con un solo sguardo Craven capì che quegli umani erano stati posseduti da demoni ombra. Le loro anime erano ancora intatte, ma i demoni li avevano sopraffatti. Ancora una volta Craven scosse la testa dinanzi alla debolezza umana. Avanzando, si fermò davanti al cerchio per osservare un demone ombra che possedeva una donna. La donna era indossava un tailleur e i suoi effetti personali erano sparsi a terra. Il demone l ‘aveva posseduta così in fretta che soltanto la sua coda era visibile, ondeggiando a destra e a sinistra. Craven aveva giustamente dedotto che i demoni ombra si erano coalizzati per cercare vittime e, a giudicare dal loro numero, erano sempre di più. Osservò affascinato quando il corpo della donna iniziò a tremare violentemente per l ‘intrusione. Mentre smetteva lentamente di dimenarsi, le sue pupille rotolarono all’indietro prima di tornare normali... il processo era stato completato. Le labbra di Craven accennarono ad un sorriso e lui represse il proprio potere quando sentì la vera minaccia avanzare a passo veloce. Una lunga ombra scintillante svoltò l ‘angolo di uno degli edifici. Era come pensava. Quel demone ombra era un maestro, tuttavia anche le ombre avevano una debolezza che poteva essere sfruttata. L ‘ombra si fermò ai piedi della donna come una pozza di catrame. Vibrò per un attimo prima che una forma umanoide iniziasse a sorgere. L ‘ombra sembrò gocciolare dalla sagoma prima di stabilizzarsi completamente, rivelando la figura di un uomo alto e con la pelle scura. La testa era quasi rasata e non aveva peli sul corpo, ad eccezione dei lunghi baffi in stile Fu Manchu. Il demone ombra si avvicinò alla donna, con la camicia dashiki e i pantaloni neri che ondeggiavano. La scollatura della dashiki era decorata con ricami rossi e dorati, e aveva un grande medaglione d ‘oro al collo e un orecchino all’orecchio sinistro. Guardò la donna e strinse i suoi occhi neri. “A chi appartieni?” le chiese con voce profonda. La bocca della donna si aprì e si chiuse un paio di volte prima che la sua voce decidesse finalmente di uscire. “Io appartengo a te, Padrone.” disse con voce confusa. “Molto bene, ora alzati e obbedisci.”. La donna si rimise lentamente in piedi con movimenti sconnessi come se non fosse abituata al proprio corpo. In un certo senso era così. Quando un umano era posseduto, in un primo momento il demone ombra al suo interno non riusciva a controllare appieno le funzioni basilari del corpo. “Che cosa vuoi che faccia?” chiese lei con voce quasi normale, ma ancora un po’ stordita.

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