Capitolo 1

1472 Words
Capitolo Uno “Voglio annusare i collant del russo!” Poso il mio Mimosa sul tavolo con una severa risolutezza. “Quindi, mi aiuterete a fare irruzione?” Le espressioni confuse sui volti delle mie sorelle valgono quasi l'umiliazione. “Quasi” è la parola giusta. Loro tre stanno per divertirsi parecchio a mie spese. “Intendi quel ballerino di danza classica per cui hai una cotta?” mi chiede Blue, una delle mie cinque gemelle. I suoi occhi verdi (gli stessi che vedo riflessi ogni giorno allo specchio) brillano, mentre aggiunge: “Non è una spia, comunque. Ho controllato. E non è nemmeno russo, se è per questo. È nato in Lettonia.” Naturalmente. Blue è la spia di famiglia, quindi presume che ogni straniero faccia parte dei servizi segreti. “Non ti ho chiesto di curiosare su di lui, comunque sì, sto parlando del ballerino di danza classica” affermo. “Per quale altro motivo un uomo dovrebbe indossare dei collant?” Ignoro la parte relativa al suo paese di nascita. Secondo la sua biografia online, è cresciuto a Mosca. Ma, cosa ancora più importante, il soprannome “Il russo” viene da s*x and The City, mentre “Il lettone” no. Blue fa spallucce. “Perché è un hipster? Per tenere le gambe al caldo durante i freddi inverni lettoni? Perché al suo orso domestico non piace la vista delle gambe pelose?” Gia, la mia sorella maggiore, che ha una gemella a sua volta, agita una mano pallida per zittire Blue. Appoggiandosi sugli avambracci, mi scruta attentamente. “Il tuo strano feticismo per gli indumenti intimi maschili che cosa c'entra con noi?” Mi trema l'occhio sinistro. “Non sono una feticista.” Il ghigno di Gia è subdolo, come sempre. “Ehi, non giudico chi ha delle perversioni.” Resisto all'impulso di ribattere ulteriormente, perché non farei altro che incoraggiarla. Invece, mi consola il fatto che Gia sia spiazzata dalla mia richiesta. In quanto sorella maggiore, nonché maga, è abituata a essere lei quella che disorienta gli altri, quindi l'inversione di tendenza deve irritarla. Honey, un'altra mia gemella, estrae una fiaschetta dalla tasca interna della giacca di pelle e versa dell'altro champagne nel proprio Mimosa. Come Blue, anche lei ha il mio stesso viso, sebbene in versione più magra. Io sono di gran lunga la più formosa delle sei. “Potete chiudere il becco e lasciare che Lemon ci spieghi cosa vuole?” sbotta. Rivolgo un cenno di gratitudine alla più pungente delle mie sorelle. “Per raggiungere il mio obiettivo…” “E per obiettivo intende quei collant profumati.” Gia sembra così felice che quasi mi aspetto di vederla tirare fuori un coniglio rabbioso da un cappello (e non indossa nemmeno un cappello!). Esalo un sospiro frustrato. “Sì. Per arrivare ai collant, vorrei intrufolarmi nel suo camerino durante uno spettacolo di danza classica.” Guardo una sorella dopo l'altra. “Voi tre avete le capacità che mi servono per evitare di finire sul telegiornale della sera.” In realtà, Blue da sola ha probabilmente tutte le capacità necessarie, ma è da parecchio tempo che morivo dalla voglia di organizzare un brunch in stile s*x and the City e, quindi, avevo bisogno di tre complici. Peccato che le mie sorelle non assomiglino affatto a Samantha, Charlotte e Miranda. Più che altro, Blue è una specie di James Bond, Honey assomiglia a Lisbeth Salander di Millennium - Uomini che odiano le donne e Gia sembra G.O.B. di Arrested Development - Ti presento i miei (ma assomiglia anche a Morticia Addams, se il suddetto personaggio si trasformasse in un vampiro). Blue spinge il proprio bicchiere verso Honey, che le versa un po' di champagne dalla fiaschetta. “Credo di parlare a nome di tutte e tre, quando chiedo: perché?” Scruto l'ambiente circostante. Bene. Siamo le uniche sedute all'aperto qui al Brunchicka, quindi posso parlare liberamente… o comunque il più liberamente possibile, considerando che questo argomento è un campo minato. “Come sapete” esordisco, “ho una piccola ossessione per il russo.” Gia sbuffa. “Certo, se con questo intendi alla stregua di Attrazione Fatale.” Roteo gli occhi, una consuetudine della famiglia Hyman quando si interagisce con Gia. “Solo alcune di voi lo sanno” lancio un'occhiata a Honey, “ma i miei rapporti con gli uomini, per quanto pochi siano stati, sono terminati quasi tutti non appena ho sentito il loro odore.” Mi aspetto commenti sarcastici del tipo: “Hai provato ad annusargli il sedere? Funziona così per i cani con un senso dell'olfatto acuto come il tuo.” Ma la presa in giro non arriva. Tutte e tre le mie sorelle mi guardano con compassione (che forse è anche peggio) e non conoscono nemmeno la piena portata del mio problema. Il motivo principale per cui ho insistito affinché ci sedessimo all'aperto è che gli odori sono più concentrati all'interno, spesso in misura insopportabile per me (e questo nonostante gli appositi filtri nasali che attenuano la mia acutezza olfattiva). L'elenco degli odori che mi fanno impazzire è più lungo di quello dei germi che Gia evita. Detesto persino l'aroma del limone, il che deve indicare una sorta di odio verso me stessa, dato che mi chiamo Lemon. Il lato positivo è che, se mai dovesse scoppiare un incendio, io lo fiuterei sempre per tempo e sopravvivrei. Chissà, potrei anche diventare il primo essere umano a rilevare il monossido di carbonio: un gas presumibilmente inodore, che sfugge persino ai cani. Mi schiarisco la gola e prendo il mio Mimosa. L'aroma dell'arancia è fortunatamente diverso da quello del limone, poiché non viene iper-utilizzato nei detersivi. “Per farla breve: non mi piace essere ossessionata” affermo. “Voglio togliermi questo ragazzo dalla testa, così potrò concentrarmi su prospettive più realistiche.” Come il mio ex, che ha una fobia dei germi che farebbe impallidire quella di Gia. Quando stavamo insieme, si faceva la doccia talmente spesso che non aveva mai alcun odore corporeo, ma solo una pelle estremamente secca. Per tollerarlo, mi è bastato convincerlo a usare solo prodotti privi di profumo. Peccato che la sua mancanza di odore non favorisse la nostra mancanza di chimica. Magari troverò un altro germofobo che mi soddisferà di più. Non menziono questo piano, però, per non offendere Gia. Sta dimostrando un autocontrollo titanico non prendendomi in giro in questo momento. Honey si accarezza un orecchino, uno dei suoi milioni di piercing. “Quindi, se ho capito bene, vuoi fare una specie di esorcismo: annusare i suoi collant, restarne disgustata e così porre fine all'ossessione?” Faccio un cenno d'assenso. “Esattamente.” “In questo caso, ci sto” afferma. “Anch'io, ma a una condizione” dice Blue con un ghigno. “Il nome in codice di questa operazione sarà Bella Sniffata.” Santissime puzzole! Quanto ci metteranno a rendersi conto che forma un bell'acronimo? BS in inglese sta per Bull s**t, cioè “cazzate”. Honey fa un sorrisino. “Sono d'accordo, ma abbreviamolo in BS.” Ok, un millisecondo, ecco quanto. “Mmm.” Gia mima il gesto di accarezzarsi un pizzetto inesistente. “Se ti serve il mio aiuto per l'Operazione BS, anch'io ho una condizione.” Il mio stomaco ha un rimestamento che non è dovuto alla voglia di French toast… o, almeno, non solo. Tutte le sorelle Hyman barattano favori in qualche misura, ma Gia potrebbe probabilmente insegnare al Padrino una cosetta o due su questa tecnica. Mi strofino la nuca. “Qual è la tua pretesa?” “Pretesa? Più che altro, una richiesta ragionevole.” L'espressione angelica di Gia non inganna nessuno. “Lemon, tu sai che lavoro fa ciascuna di noi; quindi, tutto ciò che voglio è che ci riveli cosa fai tu.” “Sei un genio!” esclama Blue verso Gia a voce esageratamente alta. “È da un pezzo che me lo chiedo e stavo per mettermi a indagare seriamente.” “Sarebbe stato proprio un ottimo uso del denaro dei contribuenti” mormoro sottovoce. “Spiare la tua stessa famiglia.” Honey si sposta sul bordo della sedia. “Spiacente, Lemon. Sono curiosa anch'io. Sputa il rospo!” Mi domando se valga la pena confessare pur di ottenere il loro aiuto. Forse sì. Forse no. La verità è che ho voglia di aprirmi con qualcuno e loro tre formano un discreto gruppo di discussione, se voglio sapere come reagirà il resto della famiglia alla professione che ho scelto. “D'accordo. Ve lo dirò.” Mi scolo il mio Mimosa e traggo un respiro profondo (un errore, perché l'aroma di qualche cibo delizioso nelle vicinanze mi fa brontolare lo stomaco). Ignorandolo, faccio un altro respiro e dichiaro: “Il mio lavoro è la masturbazione.”
Free reading for new users
Scan code to download app
Facebookexpand_more
  • author-avatar
    Writer
  • chap_listContents
  • likeADD